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Lunedì 8 aprile in collaborazione con il DAMS Ore 16:15 - 20:15
SENTIERI SELVAGGI
(USA 1956) di John Ford dur. 119'
con John Wayne, Jeffrey Hunter, Vera Miles, Ward Bond, Natalie Wood, Harry Carey jr
Finita la guerra di Secessione, Ethan torna a casa. Ritrova il fratello, la cognata, le loro due figlie e il figlio adottivo Martin, di origine indiana. Un giorno però gli indiani attaccano il ranch, massacrano Aaron e la moglie e rapiscono le due ragazze. Ethan si mette allora alla ricerca delle ragazzine, insieme con Martin.
Premi:
Vincitore di 1 premio internazionale (più 2 nomination). Conservato nel National Film Registry presso la Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. 12° nella classifica dei cento migliori film americani di tutti i tempi secondo l'American Film Institute.
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Così la critica:
Paolo Mereghetti (Dizionario dei film)
Ideologia a parte, è sicuramente uno dei migliori film di tutti i tempi, classico e innovativo (...): geniale l’uso degli spazi della Monument Valley e la capacità di rendere il senso del tempo che scorre e del passare delle stagioni. La sequenza iniziale, con la stanza buia che si apre sul paesaggio, è da brivido; lo stesso vale per la sagoma di Wayne che rimpicciolisce, condannato a un destino di solitudine.
Fernaldo Di Giammatteo (Nuovo dizionario universale del cinema)
È un western crepuscolare, dai toni cupi, una rivisitazione di tutta la mitologia western. Il razzismo, che tanto dispiacque alla critica, è in realtà la rappresentazione della totale irriducibilità della cultura indiana a quella bianca; il personaggio tormentato e ambiguo di Ethan Edwards costituisce l’interpretazione più matura di John Wayne.
Aldo Viganò (Western in 100 film)
John Ford ha costruito il suo western più ricco e più maturo. Probabilmente anche il migliore, se all’interno della sua filmografia hanno ancora un senso le graduatorie. Di sicuro, un film al cui centro campeggia un personaggio indimenticabile: umanamente complesso, pieno di chiaroscuri e di inquietanti ambiguità. La perfetta fusione di tutti i piani del film restituisce l’inconfondibile profumo del capolavoro.
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JOHN FORD (John Martin "Jack" Feeney)
Cape Elizabeth (USA), 1894 Palm Desert (USA), 1973
Di origine irlandese, John Ford nacque a Cape Elizabeth, presso Portland, nello stato americano del Maine, il primo febbraio 1895 e morì il 31 agosto 1973. Il suo vero nome è John Martin Feeney. È considerato il più grande regista di western. Durante la seconda guerra mondiale il regista prese parte alla campagna nel Pacifico e seguì da vicino operazioni di guerriglia. Questi anni lo lasciarono senza difesa. Era stato facile parlare della guerra, quando non aveva mai visto combattere. Gli era stato facile diventare un “ artista di frontiera”, come Frank Remington, per dipingere le guerre indiane nei vivaci colori del cinema di azione. Gli era stato facile chiudere un occhio sugli orrori della prima guerra mondiale, quando gli ultimi residui di spirito cavalleresco negli alti comandi dei belligeranti sembravano incoraggiare l’elaborazione artistica degli eroismi. Ma dopo aver visto combattere, il rifugio che si era costruito non teneva più. È significativo che il primo film dopo l’esperienza bellica sia “I sacrificati di Baatan” basato sulla più grave sconfitta militare degli americani, nelle Filippine. Tra i suoi film: “Il traditore”, “Ombre rosse”, “Alba di gloria”, “Furore”, “Sfida infernale”, “Il massacro di Fort Apache”, “Rio Bravo”, “L’uomo che uccise Liberty Valance”.
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