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Lunedì 20 maggio Ore 16:15 - 20:15 - 22:30
DAMSEL IN DISTRESS
(USA 2011) di Whit Stillman dur. 100'
con Megalyn Echikunwoke, Greta Gerwig, Adam Brody, Analeigh Tipton, Carrie MacLemore
La dinamica Violet, la tranquilla Rose e la sexy Heather, dopo aver accolto una nuova studentessa nel loro gruppo universitario, provano ad aiutare i ragazzi depressi del college con un programma di musica e cura dell'aspetto fisico. Innamoratesi tutte quante, finiranno con il mettere a rischio la loro amicizia, la carriera accademica e la salute. [FilmTV]
Premi:
Vincitore di 1 premio internazionale.
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Così la critica:
Edoardo Becattini (MYmovies)
Stillman parte dai normali cliché sui film giovanili americani e si impegna quietamente a sovvertirli con un tocco leggero e gravido di luce. (…) Questa continua danza di focalizzazioni e di personalità permette al film di configurare un ambiente bizzarro ma estremamente vivido e brillante, come se l'estetica delle soap opera incontrasse la prosa di Oscar Wilde. Questo scontro culturale fra arguzia e stigma, fra i ritmi del musical classico e gli intrighi e le dissimulazioni da romanzo vittoriano, costituisce lo stile privilegiato secondo Stillman per rappresentare il “declino della decadenza” e raccontare gli affetti precari e le passioni ballerine della gioventù.
Giona A. Nazzaro (FilmTV)
Con un gusto impeccabile, che non risulta mai stucchevole, il più appartato fra i registi indipendenti statunitensi compone un magnifico romanzo di formazione, che oscilla fra Jane Austen e Henry James, per raccontare i tormenti sentimentali di un quartetto di fanciulle alle prese, implacabilmente, con uomini non alla loro altezza. Stillman è in grado di scrivere dialoghi perfetti e letterari senza farli pesare nel gioco degli attori. Compone inquadrature schiettamente classiche senza mai fare sconti sulla viscerale disperazione delle sue protagoniste. In netta controtendenza rispetto al cinema dominante, “Damsels in Distress”, attraverso il prisma dei sentimenti, offre uno sguardo disincantato e acidulo sugli Stati Uniti, e ci offre il più bel numero di musical dai tempi di 'Alto basso fragile' di Jacques Rivette.
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WHIT STILLMAN Washington (USA), 1952
Laureato a Harvard, autore di racconti, giornalista, collaboratore di prestigiose riviste (Harper's, The Village Voice, The Wall Street Journal, The Guardian, El Pais), redattore di Doubleday, negli anni '80 ha lavorato nell'industria del cinema spagnolo, prima come agente di vendita all'estero, poi come interprete per parti di americano ridicolo. Con la sua prima regia, “Metropolitan” (1990), vince il premio assegnato dai critici newyorkesi per il miglior esordio dell’anno e ottiene una nomination all'Oscar per la miglior sceneggiatura originale. Il successivo “Barcelona” (1994) segue le disavventure romantiche e politiche di due cugini americani nella Spagna del dopo Franco. Dopo una parentesi televisiva, torna al cinema con “The Last Days of Disco” (1998). Nei successivi 13 anni (fonte IMDB) è nel cast (come attore) di un solo lungometraggio.
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