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Lunedì 19 novembre Ore 16:15 - 20:15 - 22:30
IL PRIMO UOMO
(Italia 2011) di Gianni Amelio dur. 98'
con Jacques Gamblin, Catherine Sola, Maya Sansa, Denys Podalydès, Ulla Baugué
Lo scrittore Jean Cormery torna nella sua patria d'origine, l'Algeria, per perorare la sua idea di un paese in cui musulmani e francesi possano vivere in armonia come nativi della stessa terra. Ma negli anni '50 la questione algerina è ben lontana dal risolversi in maniera pacifica. Tornato a trovare il professor Bernard, l'insegnante che lo ha aiutato e sorretto, il Cormery ormai adulto ascolta ancora una volta la frase che ha segnato la sua vita: “Ogni bambino contiene già i germi dell'uomo che diventerà”.
Premi:
Vincitore di 3 premi internazionali (più 1 nomination) tra cui miglior musica ai Nastri d'Argento Italiani.
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Così la critica:
Adriano Ercolani (MYmovies)
Trasposizione cinematografica dell’ultimo racconto dello scrittore francese Albert Camus, “Il Primo uomo” ripercorre a ritroso le vicende di un personaggio straordinario, silenzioso e deciso, che ricerca nel proprio passato anche doloroso le convinzioni che lo hanno portato ad essere ciò che è nel presente. Un'opera raffinata e umanissima, in grado di rivendicare l'importanza della memoria non solo personale ma collettiva, che deve essere adoperata come strumento d'indagine delle contraddizioni del presente. Cinema di qualità estetica elevata e d'importanza civile. Da applauso.
Alessandra Levantesi Kezich (La Stampa)
Film di profonda suggestione per la naturalezza con cui Amelio (coadiuvato da un felicissimo cast), riesce a tradurre in immagini, in movimento, in sguardi, in scene di sole e di vento ovvero in puro distillato di cinema un universo intimo fatto di sentimenti, pensieri e parole.
Alberto Crespi (L’Unità)
Il regista calabrese ha indirettamente raccontato se stesso in molti suoi film, ma mai come in questo caso si era calato con tanto trasporto e talento in una materia narrativa così incandescente. Perché “Il primo uomo”, diciamolo subito, è un film magnifico, forse il migliore di una carriera già piena di grandi risultati.
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GIANNI AMELIO Catanzaro (Italia), 1945
Nato in provincia di Catanzaro, il 20 gennaio 1945 (stesso giorno e mese di Fellini), da una madre quindicenne e da un padre diciassettenne. Nella sua poetica sarà centrale la figura paterna, mentre le figure di donna appariranno come rarefatte e sfumate. Cresce con la nonna materna che lo incoraggia a studiare, fino a conseguire la laurea in Filosofia. Dopo aver frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia, negli anni ’60 lavora sui set di spaghetti western e dal 1970 per la RAI come regista di film sperimentali, miniserie e spot pubblicitari. Nel 1983 esordisce sul grande schermo con “Colpire al cuore”, un'analisi del terrorismo e della sua epoca ma anche di ciò che rappresenta l’anima del suo cinema: il rapporto tra padri e figli, adulti e giovani. Con “Porte aperte” (1990) s’impone a livello internazionale e si aggiudica una nomination all’Oscar. “Il ladro di bambini” (1992, Gran Premio Speciale della Giuria a Cannes) viene accolto all'estero come un ritorno al neorealismo. Negli anni successivi firma “Lamerica” e “Così ridevano” (1998, Leone d’Oro a Venezia).
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