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Lunedì 4 febbraio Ore 16:15 - 20:15 - 22:30
ROMAN POLANSKI - A FILM MEMOIR
(Gran Bretagna 2012) di Laurent Bouzereau dur. 94'
Documentario con Roman Polanski
Dall’infanzia a Cracovia durante l’occupazione nazista, alla fama nel mondo dello spettacolo, al trauma per il feroce omicidio della moglie Sharon Tate, sino allo scandalo del 1977 e all’arresto mentre andava a ritirare un premio alla carriera, con questa intervista il grande regista si mette a nudo e fa emergere la sua grande vitalità e la sua ironia.
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Così la critica:
Giancarlo Zappoli (MYmovies)
Roman Polanski si trova agli arresti domiciliari dopo l’arresto avvenuto nel momento in cui stava per ricevere un premio alla carriera al Festival di Zurigo. Accetta così di farsi intervistare dall’amico di lunga data Andrew Braunsberg (anche suo produttore per alcuni film). Si comincia parlando della reazione all’improvvisa carcerazione per poi dare ampio spazio alla rievocazione dell’infanzia del regista. È qui che Polanski spesso considerato come freddo e scostante rivela per la prima volta in modo così approfondito come il suo fare cinema e le tematiche che affronta (aldilà di quelle evidenti de “Il pianista”) traggano origine dalla vita di quel bambino ebreo i cui genitori, sbagliando, rientrarono in Polonia da Parigi poco prima che il conflitto iniziasse.
Roberto Chiesi (Segnocinema)
Polanski racconta i drammi, le angosce, gli orrori, le beffe e le oasi felici di un’esistenza che lo ha spesso visto nel ruolo di perseguitato, anche quando era assediato e tormentato dai paparazzi. Il film, un ritratto che diviene spontaneamente l’autoritratto di un artista che continua a resistere alla vecchiaia con vitalità e ironia, si conclude nel luglio 2010, quando la Svizzera nega l’estradizione negli Stati Uniti. L’affabulazione autobiografica di Polanski trova felice riscontro negli estratti dei suoi film, mostrando matrici e filiazioni di un grande narratore. Ma è forse il volto del regista l’immagine più emozionante, per l’umorismo irriducibile che riserva anche alla rievocazione di episodi drammatici e la vulnerabilità che scopre, sfiorando la commozione, quando descrive ulcerazioni rimaste aperte.
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LAURENT BOUZEREAU Francia, 1962
Documentarista, Bouzereau dalla Francia si trasferisce negli Stati Uniti iniziando a lavorare nella distribuzione cinematografica; scrive contemporaneamente per giornali come “L'Ecran Fantastique” e “Globe” e pubblica il volume “The De Palma Cut” nel 1988, un libro sullo stile visivo di Brian De Palma, per il quale ha girato documentari sui making of di quasi tutti i suoi film. Tra le sue 312 regie anche documentari per film di Steven Spielberg (“Lo squalo”, “E.T.”, “Minority Report” e “The Terminal”) e quello su “American Graffiti” di George Lucas. È anche autore del documentario “A Night at the Movies: The Horrors of Stephen King” e del libro “The Art of Bond: The Creative Process Behind the James Bond Phenomenon”.
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