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Lunedì 15 aprile Ore 16:15 - 20:15 - 22:30
L'INTERVALLO
(Italia 2012) di Leonardo Di Costanzo dur. 90'
con Francesca Riso, Alessio Gallo, Antonio Buil Puejo, Carmine Paternoster, Salvatore Ruocco
Napoli, in un enorme edificio abbandonato, una ragazza e un ragazzo. Tutti e due, per ragioni diverse, sono prigionieri in quel luogo. Lei, Veronica, ha fatto uno sgarbo al capo-camorra del suo quartiere. Non sappiamo che cosa abbia combinato, l'hanno presa e rinchiusa in questo luogo spaventoso. Lui, Salvatore, non c'entra niente con la camorra, ma l'hanno costretto a forza a fare da carceriere. Sono entrambi in attesa del boss...
Premi:
Vincitore di 7 premi internazionali al Festival di Venezia.
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Leonardo Di Costanzo
“L’intervallo” non è tanto un film sulla camorra, né su Napoli, ma sulla mentalità camorristica, sulla volontà di sopruso che è proprio della criminalità. In fondo avrei potuto ambientare il film in un altro luogo e in un'altra città, perfino in un collegio in Svizzera. Il titolo del film richiama in qualche modo l'intervallo della scuola. Veronica e Salvatore riescono a ritagliarsi, nella bufera della camorra che preme all'esterno, uno spazio di gioco, di discussione, di corrispondenza di sensi.
Così la critica:
Gabriele Niola (MYmovies)
“L'intervallo” inizia con una considerazione zoologica sulle diverse ragioni che spingono a cantare tipologie differenti di uccelli caratterizzati da un canto molto simile: “...così un canto di sfida può essere confuso con un canto d'amore”. Scritto appositamente per il cinema, senza basarsi su nessun testo di partenza, girato in fretta e modellato nei dialoghi e nelle inflessioni sulla lingua parlata realmente grazie al contributo e alle piccole improvvisazioni dei due attori protagonisti (scovati e allenati da mesi di "preparazione"), il film di Leonardo Di Costanzo ha il sapore dei prodotti grezzi ed autentici e la complessità visiva del più grande direttore della fotografia che operi in Italia: Luca Bigazzi.
Giona A. Nazzaro (FilmTv)
Di Costanzo, rispetto ai patentati predicatori liberal, si distingue per il suo sguardo potente e pudico. Evita sermoni e si abbandona alla sensualità di un dialetto napoletano serrato e fascinosamente oscuro. (…) E, poi, raramente Napoli è stata filmata meglio in tutte le mille sfumature delle sue “cadenze d’inganno”.
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LEONARDO DI COSTANZO Ischia (Italia), 1958
Si diploma in cinema documentario agli Ateliers Varan di Parigi con Jean Rouch. Nel 1991 partecipa con il corto “In nome del Papa” all’opera collettiva “Premières Vues” e nel 1993 alla serie “La Roue”. Lavora poi per la TV francese e nel 1994 fonda un centro di formazione per documentaristi a Phnom Penh, in Cambogia, e realizza il documentario “Viva l’Italia”. Si specializza quindi in cinema reportage di carattere politico: in questo campo, notevole è “Prove di stato”, sicuramente il suo lavoro più importante, premiato in numerosi festival, che affronta il tema della latitanza dello stato nel comune di Ercolano. Nel 2004 dirige “A scuola”, un documentario in formato digital beta prodotto dalla Fandango. Girato lungo tutto l’anno scolastico in una scuola media di Napoli, “non ne è una cronaca, ma piuttosto frammenti di storie che raccontano lo scontro tra due mondi, due culture: il dialetto, il quartiere, la famiglia e le leggi non scritte che regolano i rapporti sociali da una parte, e l’italiano, l’educazione alla cittadinanza dall’altra.” (dal catalogo Napoli FF)
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