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Lunedì 21 gennaio Ore 16:15 - 20:15 - 22:30
HUNGER
(Gran Bretagna/Irlanda 2008) di Steve McQueen - dur. 96’
con Michael Fassbender, Liam Cunningham, Stuart Graham, Brian Milligan, Liam McMahon
Irlanda del Nord, 1981. In seguito all’abolizione da parte di Margaret Thatcher dello statuto di prigioniero politico, i detenuti dell’IRA nel carcere di Maze iniziano una serie di proteste a partire dalla protesta delle coperte e quella dello sporco finché Bobby Sands inizia uno sciopero totale della fame.
Premi:
Vincitore di 35 premi internazionali (più 21 nomination) tra cui Miglior esordiente ai BAFTA, Camera d'Oro al Festival di Cannes e premio Gucci al Festival di Venezia.
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Così la critica:
Ilaria Feole (FilmTV)
Dramma in tre atti di brutale bellezza, “Hunger” è più del classico pugno nello stomaco: è un assalto sensoriale allo spettatore, costretto a seguire McQueen in un percorso fatto di grida e silenzi, di fetore e piaghe, filmato sul confine indicibile fra umano e disumano. Che cosa fa di noi degli uomini? Cosa resta, quando non si ha più niente? Solo il corpo, e la possibilità di disporne, trasformandolo in un arsenale. (...) Quello di Steve McQueen è cinema a mano armata, e ci tiene tutti nel mirino.
Giancarlo Zappoli (Cineforum)
“Hunger” è un’opera feroce e pietosa, che ricorda le fatiche della corsa campestre, lo sport che da bambino fece scoprire a Sands, cresciuto nelle periferie di Belfast, la libertà della natura e il senso di assoluto, la fatica del fiato e la ricompensa dello sforzo. McQueen costruisce un film ieratico e consapevole, che dall’arte contemporanea prende lo spirito della performance e lo declina in un atto unico di annientamento. (…) Il risultato, nonostante si sfiori a tratti il crinale dell’estetismo, è un’opera poetica e terrena, estrema e compassionevole, militante e spirituale.
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STEVE MCQUEEN Londra (Regno Unito), 1969
“Quello di McQueen è un cinema che gioca sull'interazione tra figura e ambiente, sulle deformazioni visive, sulle diverse angolazioni in cui vengono guardati i protagonisti” (Emiliani, Cineforum). In Italia si ha notizia per la prima volta di McQueen nel 2005 quando la milanese Fondazione Prada ospita una sua video mostra. Pezzotta ne scrive sul Corriere della Sera: “Uno dei suoi primi lavori, in senso cronologico, è “Caribs’ Loap (Live Action)”: bambini che giocano sulla spiaggia di Grenada si alternano a riprese di cadaveri all'interno di bare. Le altre opere (come “Western Deep”: minatori a Johannesbourg. L'ascensore si cala nel sottosuolo, in tempo reale, con rumore frastornante, senza vedere nulla) avevano un impatto ben maggiore, ma il cinefilo usciva dalla mostra con il solito scetticismo che suscita la videoarte, spesso modesta tecnicamente e linguisticamente”. Nel 2008 McQueen dirige la sua opera prima, “Hunger”, prestigiosa Camèra d'or al festival di Cannes. Il film è distribuito in Italia dopo il successo al botteghino del successivo “Shame” (2011), un oltraggioso film indipendente “che finisce per essere un potente ritratto di infelicità post coitum” (Porro, Corriere della Sera).
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