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Lunedì 5 maggio Ore 16:15 - 20:15 - 22:30
ZORAN, IL MIO NIPOTE SCEMO
(Italia/Slovenia 2013) di Matteo Oleotto (108’) Con Giuseppe Battiston, Rok Pranikar, Teco Celio, Roberto Citran
Unico lascito di una vecchia zia morta in Slovenia, il sedicenne occhialuto Zoran, che alterna meditativi silenzi a una parlata aulica e antiquata, sale sul furgone disastrato, come la vita, dello zio Paolo che se lo porta, suo mlgrado, a casa, in Italia. Zoran però è un vero fenomeno a lanciare le freccette...
Premi: Vincitore di 5 premi internazionali (più 1 nomination) tra cui il premiosettimana internazionale dei critici, schermi di qualità e il premio FEDIC alla Mostra del Cinema di Venezia.
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Così la critica: Ilaria Feole (Cineform)
(…) La sceneggiatura, premiata a Venezia 2012, è calibrata alla perfezione: l’amarezza si instilla implacabile mentre la Rivoluzione cede il passo al tempo, e contro il destino non va più nessuno. In comune con il ’68 di Bertolucci, quello di Assayas ha il sentore di sogno, di ricordo addolcito nel tempo: così i protagonisti sono graziosi e evanescenti (gli eroi, si sa, son tutti giovani e belli), la fotografia è limpida e luminosa e ogni elemento della messa in scena suggerisce la leggerezza di quel qualcosa nell’aria che da rivoluzione si è fatto illusione e poi ricordo nostalgico.
Adelina Preziosi (Cinemasessanta)
E' un'opera prima capace di distinguersi nel panorama della produzione nazionale corrente, vigorosamente connotata dall'ambientazione, ma anche fruibile da un ampio ventaglio di spettatori. Più che l'intreccio, a maglie larghe, ma non sfilacciato, più che la cosidetta morale del racconto al regista sta a cuore il genius loci di un pezzo di provincia goriziana così "svista" da apparire folcloristica, una terra con le strade che corrono in mezzo a vigneti antichi, un contesto paesano che preserva con le sue abbondanti libagioni una sua arcaica innocenza.
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MATTEO OLEOTTO Gorizia (Italia), 1977
Attore, esordiente alla regia, dopo aver passato tredici anni a Roma dove ha frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia e aver fatto una miriadi di mestieri, è ritornato nella sua terra, Gorizia, ad occuparsi delle vigne di famiglia e a pensare al suo secondo film. (Piccardi, Cineforum).
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