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Lunedì 17 marzo EVENTO SPECIALE in collaborazione con il DAMS Ore 16:15 - 20:15
NOSFERATU IL VAMPIRO
(Germania 1922) di Friedrich Wilhelm Murnau (63')
Con Max Schreck, Gustav von Wangenheim, Greata Schroeder, Alexander Granach, Max Nemetz,Georg Heinrich Schnell
Per trattare l'acquisto di una proprietà, Thomas Hutter (Wangenheim) lascia la fidanzata Ellen (Schroeder) a Wisborg in Svezia e raggiunge nei Carpazi il conte Orlok (Schreck). Si accorge a sue spese che è un Nosferatu cioè un non-vivente che ha bisogno di sangue altrui per sopravvivere, ma non può impedirgli di partire, chiuso in una cassa, per Wisborg, che anche lui raggiunge con mezzi di fortuna. Nella città, le morti seminate da Nosferatu sono attribuite alla peste ma non è così.
Il film sarà accompagnato al pianoforte dal maestro Luigi Giachino.
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Così la critica:
Paolo Mereghetti (Dizionario dei film)
Ispirandosi al romanzo di Bram Stoker Dracula, ma cambiando nomi e ambientazioni per cercare di non pagare i diritti d'autore, Murnau costruisce, come dice il titolo originale, una sinfonia dell’orrore, inquietante ritratto di una città che, insieme ai suoi abitanti, si accascia impotente di fronte all'avanzata del Male e del suo rappresentante. Girato quasi tutto in luoghi reali, il film supera le convenzioni dell'espressionismo per diventare una delle più alte rappresentazioni dell'istinto di morte che si nasconde nell'uomo civilizzato (Lourcelles). Tutt'ora insuperato nella capacità di descrivere il progressivo ottenebramento delle forze vitali, il film utilizza tutte le possibilità espressive del cinema per sollevarsi oltre i limiti del realismo e trasformarsi in una riflessione metafisica sul Male e sul Nulla: utilizzando pellicola negativa trasforma i boschi dei Carpazi in un intrico di bianchi alberi spettrali contro un cielo nero; girando fotogramma per fotogramma snatura l'effetto movimento; modificando i procedimenti di stampa ottiene che la nave con Nosferatu somigli a uno spettro che naviga su acque fosforescenti. E allo spettatore sembra che dallo schermo soffi “una gelida corrente dell'aldilà”. Rifatto da Herzog nel 1979 (Nosferatu il principe della notte).
Fernaldo Di Giammatteo (Nuovo dizionario universale del cinema)
Letto talvolta in chiave romantico-dostoveskiana (solo il sacrificio può vincere le forze del male e salvare il mondo), o psico-sociologica (il vampiro come metafora della tirannia, insieme evocata ed esorcizzata dalla borghesia weimariana), o metafisico-esistenziale (conflitto ontologico tra le forze della distruzione e della conservazione), questo horror-film di Murnau liberamente ispirato al Dracula di Stoker pur giustificando tali interpretazioni nella complessità della sua scrittura sembra meglio iscritto nella dimensione psicanalitica: il viaggio di Hutter che, insoddisfatto dalle convenzioni borghesi, si avventura in un mondo vietato e libera col suo atto trasgressivo le potenze delle tenebre è un vero itinerario iniziatico al centro dell'inconscio, un perturbante appuntamento col proprio doppio demoniaco. Girato in ambienti naturali (molte riprese furono effettuate negli Alti Tatra e nelle città del Baltico, il castello è quello di Oravsky Podzamok), Nosferatu realizza la tendenza di fondo dell'espressionismo (cogliere effetti che si pongono al di là del fotografabile, svelare il volto nascosto del reale), non attraverso la manipolazione sistematica del materiale profilmico, ma attraverso mezzi più specificatamente cinematografici (angolazioni particolari, scene in negativo, passo uno) e una fitta rete di richiami metaforici (la jena, le porte ogivali, la tela di ragno della sartie della nave: tutto richiama la presenza del vampiro) e simbolici (il castello come traduzione in termini spaziali dell'io freudiano, il ponte come soglia della trasgressione, l'acqua come veicolo della tematica degli istinti).
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FRIEDRICH WILHELM MURNAU - Bielefeld (Germania), 1888 Santa Barbara (USA), 1931
Friedrich Wilhelm Murnau è stato un regista e sceneggiatore tedesco, il cui vero nome era Friedrich Wilhelm Plumpe, noto talvolta con lo pseudonimo Murglie. Murnau fu tra i massimi esponenti dell'espressionismo e del kammerspiel, che si svilupparono in Germania negli anni venti. Dei suoi film solo pochi sono stati conservati e sono oggi reperibili; buona parte sono andati perduti, ma le pellicole sopravvissute sono ora considerate da critici e studiosi di storia del cinema come dei capolavori assoluti. Nato in una famiglia di origine svedese, da un padre commerciante di telerie e una madre insegnante, il futuro regista dimostra fin da bambino un'attitudine per la recitazione: a sette anni organizza piccole scenette familiari con la sorellastra, a dodici adatta a suo modo Shakespeare e Ibsen. Dopo la scuola secondaria si iscrive all'Università di Heidelberg: durante una rappresentazione nel teatro della cittadina tedesca viene notato da Max Reinhardt che lo invita ad accompagnarlo in tournée. Il giovane abbandona così gli studi per intraprendere la carriera da attore e regista. Terminata la guerra, torna a Berlino dove, per conto del suo amico e noto attore tedesco dell'epoca Ernst Hofmann, dirige nel 1919 i suoi primi due film: Il ragazzo in blu e Satana. Con il film Il gobbo e la ballerina (1920) cominciò una fruttuosa collaborazione con lo scrittore Carl Mayer, che scrisse in seguito le sceneggiature per altri sei film del regista. In seguito girò altri film, persi come i precedenti: La testa di Giano (1920), Sera... notte... mattino (1920), Nostalgia (1921). Sopravvivono in copie monche senza sottotitoli: Il cammino della notte (1921), e Il castello di Vogelod (1922). Nel 1922 dirige quello che è considerato il suo capolavoro assoluto, Nosferatu il vampiro, ispirato liberamente al romanzo Dracula (1897) di Bram Stoker. Murnau dovette modificare il titolo, i nomi dei personaggi (il conte Dracula diventa il conte Orlok, interpretato da Max Schreck) e i luoghi (dalla Transilvania ai Carpazi) per problemi legati ai diritti legali dell'opera. Il regista fu comunque denunciato dagli eredi di Stoker per violazione del copyright e perse la causa. Gli fu quindi ordinato di distruggere tutte le copie della pellicola, ma fortunatamente una copia "clandestina" fu salvata dallo stesso Murnau. Nel 1979 Werner Herzog ne trasse ispirazione per un remake, Nosferatu, principe della notte, con Klaus Kinski. Il successo gli permise di firmare un contratto vantaggioso con la Ufa, per la quale girò il primo film nel 1924, L'ultima risata, scritto da Mayer ed interpretato da Emil Jannings, che impersona un portiere d’albergo. Nelle riprese di questo film, Murnau e il cameraman Karl Freund utilizzarono la cosiddetta "macchina da presa volante", liberandola dalla staticità, che permise loro nuove tecniche di montaggio e di racconto.I suoi successi in Germania attirarono l'attenzione di Hollywood. Murnau, dopo il Faust, firmò un contratto con la società di produzione 20th Century Fox. Il suo primo film statunitense fu Aurora, per il quale ottenne dallo studio la massima libertà, e che gli valse tre premi Oscar alla prima cerimonia di premiazione nel 1927, ma che tuttavia non realizzò le aspettative di incasso previste, per cui nella realizzazione dei successivi film l’ingerenza della società di produzione fu maggiore. Le due pellicole successive, I quattro diavoli (1928), del quale oggi non esiste più nessuna copia, e Il nostro pane quotidiano (1930), furono modificate per adattarle alla nuova tecnologia dell'era del sonoro, ma anch'esse non ottennero il successo sperato; deluso, Murnau rescisse il contratto con la Fox nel 1929 e intraprese un viaggio nel sud del Pacifico. Voleva realizzare dei film secondo le sue idee; a questo scopo si comperò uno yacht e, insieme al noto regista di documentari Robert J. Flaherty, si recò in Polinesia, a Bora Bora, per girare quello che sarebbe stato il suo ultimo film, Tabù, una mescolanza di documentario e melodramma. Durante le riprese, tuttavia, Murnau e Flaherty si separarono per alcune dispute artistiche, ed il regista tedesco terminò il film da solo; i suoi interi risparmi erano stati investiti nell’impresa, anche ricoprendosi di debiti pur di finire l'opera. Il film venne censurato negli Stati Uniti per la presenza di donne native polinesiane a seno scoperto. La prima del film fu il 1º agosto 1931, ma Murnau era già morto l'11 marzo precedente. Murnau morì in un incidente d'auto a Santa Barbara l'11 marzo 1931. (Wikipedia)
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LUIGI GIACHINO
Diplomato in pianoforte e composizione con il massimo dei voti al Conservatorio di Torino, ha conseguito un attestato di specializzazione CEE in composizione, arrangiamento e direzione d'orchestra di musica extracolta. I suoi lavori cameristici, sinfonici e lirici, sono eseguiti periodicamente in concerti e registrazione. Tra i premi, nel 1993 ha vinto una borsa di studio della Direzione Generale SIAE per studiare con Carlo Savina e ne è diventato assistente. È autore di balletti, musiche di scena e schermiche per vari committenti fra i quali Raidue e Raitre. Dal 2004 al 2007 è stato docente presso l'Università di Torino. Ha svolto attività musicale in Francia, Belgio, Spagna, Austria, Siria, Slovenia, Romania, Svizzera. E’ docente di Composizione presso il Conservatorio di Torino e in corsi postlaurea dell’Università di Genova.
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