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Lunedì 10 marzo Ore 16:15 - 20:15 - 22:30
LA BICICLETTA VERDE
(Arabia Saudita, Germania 2012) di Haifaa Al-Mansour – dur. 98'
Con Reem Abdullah, Waad Mohammed, Abdullrahman Algohani

Arabia Saudita, in una scuola rigorosamente solo femminile, Wadjda lotta per non soffocare i propri desideri di libertà. In particolare uno di questi riguarda l'acquisto di una bicicletta verde, con la quale potrà essere alla pari del bambino con cui gioca dopo la scuola. La sua famiglia non può permettersela e di certo non vuole che si faccia vedere su un oggetto tradizionalmente riservato agli uomini; così Wadjda comincia a cercare i soldi per conto proprio: l'unica è partecipare ad una gara di Corano della scuola, il cui primo premio è in denaro.

Premi:
Vincitore di 16 premi internazionali (più 5 nomination) tra cui i Premi CinemAvvenire, CICAE e InterFilm alla Mostra del Cinema di Venezia.

Così la critica:
Giulio Sangiorgio (FilmTV)
“Una ragazza non possiede altro che il suo velo e la sua tomba” dice un proverbio saudita. Il fatto, però, è che a Wadjda quel velo e quella tomba non bastano, Questa 12enne vuole possedere qualcos'altro: la bicicletta verde. Primo film girato integralmente in Arabia Saudita e, inoltre, primo a essere diretto da una donna (con walkie-talkie dal retro di un camioncino quando necessario per sfuggire alle denunce), “La bicicletta verde” è una piccola grande opera di dolce e penetrante realismo, ispirato dalle forme che da De Sica portano a Kiarostami, forme che qui, in questa terra dove i cinema non esistono, non divengono più aspre, ma sorprendentemente si ammorbidiscono.

Alessandra Levantesi (La Stampa)
Considerate le gravi forme di discriminazione alle quali è soggetta la donna nei paesi arabi wahhabiti, un film girato a Riyad a firma di una regista è già di per sé una notizia; se poi aggiungiamo che si tratta di una piccola storia di emancipazione femminile, l'interesse aumenta. E, tuttavia, ancor più importante è che la saudita Haifaa Al-Mansour abbia esordito con una commedia assai graziosa e accattivante.

HAIFAA AL-MANSOURI - (Arabia Saudita), 1974
Haifaa Al Mansour è uno dei più importanti personaggi del panorama cinematografico del Regno. Figlia del poeta Abdul Rahman Mansour, ottiene la laurea in letteratura alla American University del Cairo e in seguito frequenta un Master in Directing and Film Studies a Sydney. Sposata con un diplomatico statunitense, vive nel Bahrein. I suoi tre cortometraggi (‘Who?’, ‘The Bitter Journey’ e ‘The Only Way Out’), così come i numerosi riconoscimenti internazionali ottenuti dal suo documentario sulla condizione delle donne nel Golfo Persico ‘Women Without Shadows’ (2005), non solo hanno influenzato una nuova ondata di registi sauditi, ma anche scatenato opinioni discordanti in patria, soprattutto per gli argomenti trattati, spesso fonte di discussione perché considerati tabù: la tolleranza, i pericoli dell'ortodossia e la necessità dei Sauditi di osservare con occhio critico la loro cultura tradizionale e restrittiva. Attraverso le sue opere per il grande e piccolo schermo o il materiale dato alle stampe, Al Mansour è divenuta celebre per essere riuscita a penetrare il muro di silenzio che circonda la vita reclusa delle donne saudite, dando finalmente spazio alle loro voci inascoltate. Con 'La bicicletta verde' è diventata la prima donna ad aver realizzato un lungometraggio nel regno saudita, dove far riprese non permesso.

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