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Lunedì 18 Marzo Ore 16:15 - 20:15 - 22:30 - FILM IN LINGUA ORIGINALE
EASY RIDER – LIBERTÀ E PAURA
Easy Rider
(USA 1969) di Dennis Hopper – dur. 94'
Con Peter Fonda, Dennis Hopper, Jack Nicholson
Due hippy partono in chopper per New Orleans : il viaggio si trasforma in un'odissea nell’intolleranza americana.
FILM IN LINGUA ORIGINALE, CON SOTTOTITOLI IN ITALIANO
Premi:
Vincitore di 8 premi internazionali più altre 14 candidature, tra i quali 2 candidature ai Premi Oscar (Attore non protagonista, Sceneggiatura originale), 1 candidatura ai Golden Globes (Attore non protagonista), 1 premio (Opera prima) al Festival di Cannes, 1 candidatura ai Bafta. È tra i film conservati nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Inserito nella lista dei “migliori 100 film statunitensi di tutti i tempi” stilata dall’American Film Institute.
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Così la critica:
Mauro Gervasini (Film TV)
Viene realizzato e distribuito nel 1969 dando inizio al cinema d'autore come genere, quello che tanti si sono ostinati a considerare indipendente quando rientrava perfettamente nelle logiche commerciali delle major (nella fattispecie, Columbia Pictures). Un cinema che aveva un pubblico e quindi, secondo le logiche hollywoodiane, pieno diritto di esistere. (…) Ma ai tempi di “Easy Rider” l'illusione che un mondo migliore fosse possibile era ancora più che viva, da qui la lotta per un cinema davvero libero. “Libertà e paura” era il sottotitolo con il quale venne distribuito nelle sale italiane dopo avere vinto la Camera d'or (il premio alla migliore opera prima) al Festival di Cannes.
Emanuela Martini (Film TV)
In cinquant’anni, “Easy Rider”, che non è mai stato un capolavoro, è diventato un cult movie. Allora non fu il primo film del “rinnovamento”, ma certamente fu il più esplicito e trascinante, il vero spartiacque tra due momenti della storia del cinema statunitense, la miccia che fece esplodere la diga e fece dilagare sullo schermo tutti i fermenti della controcultura che ribollivano da tempo.
Marianna Cappi (MyMovies)
Il film di Hopper, girato quasi senza sceneggiatura, si autodichiara un western moderno, con i chopper al posto dei cavalli (…), il richiamo ideologico agli indiani, ai leggendari personaggi di Billy the kid e Wyatt Earp, e la messa in primo piano di una poetica del viaggio inteso anche come esperienza esistenziale ma anche lisergica.
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DENNIS HOPPER
Dodge City (Kansas, USA), 1936
Los Angeles (California, USA), 2010
Attore e regista, figura tra le più eccentriche della cinematografia americana a causa dei suoi atteggiamenti anticonformisti e delle sue battaglie per l'indipendenza delle piccole case di produzione, simbolo della ribellione contro il mainstream hollywoodiano. Nella sua carriera di attore ha attraversato mezzo secolo di cinema esordendo negli anni Cinquanta in ruoli che riproponevano le inquietudini giovanili rivelate dai personaggi di James Dean, e imponendosi poi, negli anni Sessanta, come uno dei più importanti interpreti della contro-cultura hippy. Dopo alcuni anni di attività discontinua è stato rilanciato come attore da Wim Wenders, Francis Ford Coppola e David Lynch. ‘Easy Rider’ è il suo film di esordio come regista. Il successo gli aprì molte porte, ma i film seguenti (‘The last movie’, 1971, e ‘Out of the blue’, 1980) si rivelano operazioni fallimentari. Il ritorno al successo come attore gli offre però nuove opportunità di regia: ‘Colors – Colori di guerra’ (1988), ‘Ore contate’ (1989) e ‘Hot spot – Il posto caldo’ (1990) sono “una rilettura molto personale del poliziesco, con scelte scenografiche d'avanguardia, sfumature da commedia nera e surreale, e personaggi fuori dall'ordinario” (Marocco, Treccani).
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