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GENNAIO
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03 Un affare di famiglia
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MARZO
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23 Cafarno - Caos e miracoli
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APRILE
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18 La mafia non è più quella di una volta
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Lunedì 00 Mese Ore 16:15 - 20:15 - 22:30 - Film in lingua originale con sottotitoli in italiano
ORO VERDE - C’ERA UNA VOLTA IN COLOMBIA
Pájaros de verano
(Messico/Colombia/Danimarca, 2018) di Cristina Gallego, Ciro Guerra – dur. 125’
Con Natalia Reyes, José Vicente, José Acosta, Jhon Narváez, Greider Meza, Carmiña Martínez

Le origini del narcotraffico colombiano, attraverso la storia epica di una famiglia indigena wayuu. Un clan famigliare, con a capo una donna, Ursula, che si trova coinvolto nel boom del successo del commercio di marijuana ai giovani americani negli anni '70. Quando avidità, passione e onore si scontrano, si scatena una guerra fratricida che metterà in gioco le loro vite, la loro cultura e le loro ancestrali tradizioni.

Premi:
Vincitore di 19 premi internazionali più altre 30 candidature.

Locandina del film immagine tratta dal film
Così la critica:
Gian Luca Pisacane (Cinematografo.it)
I registi Ciro Guerra e Cristina Gallego si concentrano sulle origini di un popolo, in un viaggio antropologico di raro splendore. Il taglio documentaristico descrive le usanze, le consuetudini di chi non è ancora stato corrotto. Ma il denaro distrugge le bellezze di quei luoghi: faide, fratelli che scatenano guerre, l’umanità che implode. Panorami mozzafiato che si alternano a mattanze, l’Amazzonia lussureggiante che fa da testimone. (…) Un grande cinema: dilatato nel tempo, ellittico. Dal giallo di una capanna nel deserto a una villa distrutta in mezzo al nulla. Il fumo nero, il tramonto, le mura bianche che crollano in un’inquadratura simmetrica. È un’arte alla ricerca delle proporzioni, delle armonie perdute. Testimone di una realtà oscura.

Silvio Danese, (Il Giorno)
Nello sguardo imparziale del regista candidato all'Oscar per “El abrazo del serpente” prima del “Padrino”, dei narcos e di “Escobar” c'è un territorio antropologico originario che, al cinema, passa dai generi, in questo caso una sorprendente e motivata combinazione di film gangster e western che ha fondamenta nel documento etnografico. Non solo. Colpirà ogni paziente spettatore come Guerra ricavi un potente palcoscenico tragico classico (e shakespeariano) spostando i suoi personaggi, ancora sedotti dal potere dei sogni, dal quotidiano al simbolico, dal transitorio all'eterno. Da vedere.
CRISTINA GALLEGO
Bogotà (Colombia), 1978

Figlia di contadini emigrati a Bogotà in cerca di lavoro, è l’ultima nata di dieci figli. Nel 1999 si laurea al Politécnico Grancolombiano in Publicidad y Mercadeo e in seguito frequenta i corsi di Cine y Televisión presso la Universidad Nacional de Colombia. Qui conosce Ciro Guerra, suo futuro marito. Finiti gli studi lavora per quattro anni come produttrice di programmi culturali per la televisione. Quindi si occupa del progetto Canal Universitario. Dal 2008 al 2011 lavora come docente presso la Universidad del Magdalena. Ha prodotto tutti i lungometraggi di Guerra.‘Oro Verde’ è il suo esordio registico.




CIRO GUERRA
Rio de Oro, (Colombia), 1981

Guerra è il più famoso regista colombiano. Dopo aver studiato Cine y Televisión alla Universidad Nacional de Colombia, dirige pluripremiati cortometraggi. Nel 2004 esordisce nel lungo con 'La sombra del caminante', in cui mette in scena uno strano rapporto fra due emarginati (tra povertà, delinquenza, corruzione, con riferimenti precisi a disordini di ordine politico) in maniera originale. Il successivo 'Los Viajes del viento' (2009) è un road movie sulle orme di un musicista girovago che “raggiunge rari livelli di intensità emotiva e di poesia" (Fossati). Con 'El abrazo de la serpiente' (2015) ottiene la candidatura agli Oscar. In un continuo alternarsi di due piani narrativi, il film racconta di due spedizioni che a distanza di 40 anni portano i protagonisti a contatto con un mondo selvaggio e impenetrabile. ‘Oro Verde’ è il suo quarto lungometraggio.
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