Così la critica:
Natalino Bruzzone (Il secolo XIX):
Il sottotitolo “Basta apparire” già chiarisce il concetto etico di una narrazione che vuole mettere sotto accusa un'Italia votata ad un apparato politico-mediatico basato sullo strapotere della televisione e dei valori legati al successo, al denaro, al sesso. Insomma l'italo-svedese Erik Gandini mette l'occhio della sua macchina da presa su un paese a misura del berlusconismo.
Renato Venturelli (La Repubblica):
“Videocracy” non vuole essere un pamphlet su Berlusconi, quanto un ritratto dell'Italia televisiva e della sua cultura, una sorta di documentario antropologico realizzato da un bergamasco trasferitosi da anni in Svezia e portatore di uno sguardo “alieno” sull'Italia. C'è l'operaio che sogna di apparire in TV..., c'è Lele Mora tutto vestito di bianco che si dichiara mussoliniano..., c'è Fabrizio Corona che è invece tutto vestito di nero, si sente famoso come Scarface e si proclama un Robin Hood moderno..., c'è naturalmente lui, il Presidente, visto non tanto come cinico orchestratore di questo universo, quanto come persona assolutamente omologa, che vi rispecchia il proprio orizzonte culturale. Tutto presentato con modi asettici da entomologo: un'entropia del mostricciato Italia, nell'insieme un po' superficiale, ma nei momenti migliori interessato a raccontarci dei personaggi più che una morale.
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