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Lunedì 1 marzo Gli imperdibili
IL MIO VICINO TOTORO
(Giappone 1988) di Hayao Miyazaki dur. 86’
Animazione
Per stare il più vicino possibile all'ospedale dove é ricoverata la madre, due sorelline, Mei e Satsuki, ed il loro papà, si trasferiscono in una casa di campagna. Una leggenda dice che il bosco dietro la casa sia abitato da strane creature... Quando le due bambine le vedranno con i loro occhi scopriranno un mondo magico e vivranno momenti indimenticabili insieme ai loro nuovi "amici"... (FilmUp.it)
Premi:
Vincitore di 5 premi internazionali (+1 nominations)
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Così la critica:
Andrea Chirichelli (mymovies.it):
In Totoro l'inventiva e la creatività di Miyazaki sono ai massimi livelli (…), l'incredibile intelligenza e poesia di alcune sequenze dimostrano il valore assoluto della pellicola. Una fiaba moderna, un film dichiaratamente per bambini ma dal quale, come in tutte le pellicole di Miyazaki del resto, anche gli adulti possono e dovrebbero trarre insegnamento. Qui è racchiusa l'intera poetica miyazakiana: c'è l'amore per l'ambiente, per i bambini, il rimpianto per un passato in cui la società era più garbata e gentile verso il prossimo. Ciò che stupisce, ma non troppo, del film, è la sua innata freschezza a vent'anni di distanza dal suo esordio nei cinema nipponici. Un'opera indispensabile.
Andrea Fornasiero (FilmTv):
La convivenza di creature mitiche e vita rurale è di una magia semplice ma irresistibile, come la morbidezza del tratto di Miyazaki, dai colori caldi e accompagnato dalle memorabili melodie del fidato Joe Hisaishi. Un capitolo fondamentale della Storia del Cinema non solo d’animazione, incluso tra i 100 migliori film di tutti di tempi da Akira Kurosawa, e finora ignobilmente misconosciuto in Italia. Meglio tardi che mai.
Fabio Ferzetti (Il Messaggero):
Tutto in questo film procede di sorpresa in sorpresa, con impennate poetiche e gag irresistibili che non ci azzarderemo a raccontare per non guastare il piacere di scoprire di persona i colori, le forme, i suoni (musica al minimo, molti rumori d’ambiente) grazie a cui Miyazaki ci porta in un mondo mai visto. Con una capacità di reinventare a colpi di creature fantastiche e di paesaggi più veri del vero la Natura e i suoi prodigi che lascia davvero senza fiato. A tutte le età.
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MIYAZAKI, Hayao Tokyo (Giappone), 1941
È il più famoso regista di animazione giapponese. “Uno dei temi chiavi dell'intera sua opera è la necessità di considerare in modo contiguo, senza soluzione di continuità, l'universo della realtà e quello della fantasia. Il suo cinema riflette sulla possibilità di capire il mondo che ci circonda solo se si è capaci di viaggiare bei propri e altrui desideri, ricordi, sogni, incubi” (Marangi, Cineforum). “Un cinema eminentemente etico. Intriso d’umanesimo, ma che al contempo non scade mai nella retorica e, anzi, sembra assolutamente privo di timore nel rappresentare il male e la sua capacità di seduzione. Senza edulcorare il reale (alla Disney, per intenderci) ma sapendolo trasfigurare in una dimensione fantastica. Una trasfigurazione che è rivelatrice di una dimensione immaginifica straordinaria, che a sua volta veicola raffinate epifanie poetiche. E che dietro una coltre metaforica esprime verità profonde sull’esistenza umana”. Un autore, marxista e pacifista, letteralmente dominato da un rapporto spirituale, se non metafisico, con la natura. E di una potenza drammaturgica ed evocativa davvero unica, perché, come scrive Raffaelli “Miyazaki ha dentro di sé delle forze che scatena, che libera raccontando attraverso i film. È un uragano di invenzioni che sa ricreare il respiro della realtà”.
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