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Lunedì 14 dicembre Evento speciale
ore 16,15 - 20,15
TUTTA COLPA DI GIUDA
(Italia 2009) di Davide Ferrario dur. 102'
Con Kasia Smutniak, Fabio Troiano, Gianluca Gobbi, Luciana Littizzetto.
La regista Irena Mircovich entra nel carcere “Le Vallette” di Torino per tenere un corso di teatro con i detenuti della sezione sperimentale “Prometeo”. Il cappellano del carcere don Iridio le impone di realizzare una Passione di Cristo, ma nessuno fra i detenuti vuole interpretare il ruolo del traditore Giuda. Irena allora concepisce la sacra rappresentazione sotto forma di un musical surreale.
Interverrà alla proiezione il regista Davide Ferrario.
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Così la critica:
Stefano Lusardi (Ciak):
"Tutta colpa di Giuda" nasce dalla verità allo stato puro. Vero il carcere di Torino, veri i detenuti trasformati in attori, veri perfino i personaggi di finzione. Vera soprattutto l’esperienza come insegnante nelle carceri di Ferrario che, partendo da una semplice idea-canovaccio (…) ha lavorato sei mesi al progetto e girato in cinque settimane senza la rete di una sceneggiatura e con parecchia fede nel caso e nella fantasia. Ed è proprio questa contaminazione, questa battaglia segreta fra le sbarre e il cielo a rendere il film poeticamente unico. Così come la storia supera il dibattito artistico/teologico e rifiuta di essere solo una riflessione sull’inutilità della carcerazione, anche i corpi dei detenuti prima impacciati dalle parole e dalla immobilità, si animano nella danza e nella musica, i due elementi geniali del film. La vera libertà, non metaforica. Ma leggera, aerea, magica.
Maurizio Porro (Il Corriere della Sera):
Opera sorprendente, di straordinaria libertà visiva e intellettuale, un ibrido di generi. Film carcerario, ma anche musical alla Jesus Christ, storia di training teatrale autogeno, in cui una miscredente regista off off (brava, tosta e bella Kasia Smutniak) prova ad allestire con i carcerati attori, ed è vero, una Passione (ecco la concomitanza) danzando perfino aerea sulla croce.
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FERRARIO, Davide Casalmaggiore (CR), 1956
E' laureato in letteratura angloamericana. Nei primi anni ‘80 collabora con periodici cinematografici e organizza rassegne, eventi e festival di cinema. Autore di saggi sul cinema, di romanzi e di varie sceneggiature, è attivo anche nella distribuzione con la Lab80 di Bergamo. Alla sua piccola casa di distribuzione si deve, in quegli anni, la distribuzione in Italia di autori quali Fassbinder, Wenders e Wajda. Nel 1989, dopo aver già realizzato cortometraggi e documentari debutta nel lungometraggio con “La fine della notte”, piccolo road-movie sulla tragica notte brava di due ragazzi di provincia. In seguito realizza “Anime fiammeggianti” (1994), il documenatrio “Materiale resistente” (1995), “Tutti giù per terra” (1997, un “intelligente, ironico, movimentato ritratto di un 23enne nullafacente ma moltopensante di oggi”), “Guardami” (1999, ispirato alla vita della pornostar Moana Pozzi). Nei quasi 4 anni successivi “ho fatto molte cose. Ho girato un documentario su Pasolini, realizzato un lavoro semiteatrale sulla Bosnia con gli ex-CSI, prodotto un documento per la commissione parlamentare sul G8 di Genova (“Le strade di Genova”), diretto uno spettacolo teatrale e la serie televisiva Report con Marco Paolini. In più ho lavorato a un laboratorio di audiovisivi con i detenuti di San Vittore e realizzato la ripresa cinematografica del monologo su Ustica di Paolini . Tutta cose impegnate”. Il suo documentario “La strada di Levi” (2006) è stato inserito nella stagione 2007/08 del Cineforum Imperia.
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