|
|
Lunedì 16 Gennaio Ore 16:15 - 20:15 - 22:30
LA MEMORIA DELL'ACQUA
I Wonder Pictures
(Cile/Francia/Spagna, 2015) di Patricio Guzmán – dur. 82’
Documentario.
Patricio Guzmán ci propone con questo suo documentario una lettura che prende le mosse da uno dei quattro elementi primigeni analizzato nella sua fondamentale rilevanza per la formazione delle culture. Ciò che più gli sta a cuore è rileggere la Storia della sua terra, il Cile. Per farlo parte da lontano, dalla preistoria addirittura e da una scienza che proprio in Patagonia trova il terreno fertile di esplorazione: l'astrofisica. Ma ciò che finisce con il costituire il motore di questo intrigante documentario è ancora una volta il bisogno di non cancellare il ricordo di un eccidio più recente: quello del regime di Pinochet perpetrato nei confronti di cittadini inermi colpevoli solo di essere considerati 'comunisti' perché oppositori di un dittatore.
Premi:
Vincitore di 11 premi internazionali più 9 nomination, tra i quali il Premio della Giuria ecumenica e l'Orso d'argento per la Miglior sceneggiatura al Festival Berlino.
|
|
|
|
|
Così la critica:
Fulvia Caprara (La Stampa)
In fondo all’oceano, incrostato nella ruggine di una rotaia, un bottone di madreperla, o probabilmente appartenente a una camicia, parla del dramma dei desaparecidos, rievoca le torture attuate sotto la dittatura di Pinochet, nel centro di detenzione di Villa Grimaldi, tristemente noto per gli orrori di cui fu teatro. Seguendo il richiamo di quell’oggetto, il regista Guzman, nato a Santiago nel 1941, prigioniero dello Stadio Nazionale della sua città subito dopo il golpe che rovesciò il governo di Salvador Allende, ricostruisce due storie che si intrecciano. Quella da lui vissuta in prima persona e quella dei Selknams, la popolazione di nativi sudamericani trucidata durante la colonizzazione.
Fabio Ferzetti (Il Messaggero)
“La memoria dell'acqua” (...) non è solo un documentario lirico e travolgente. È un poema cosmico per immagini e parole (...), un film semplicemente unico.
|
PATRICIO GUZMÀN
Santiago del Cile (Cile), 11 agosto 1941
"Cercando di risanare quella ferita aperta nell’atto dell’esilio, i film di Guzmán si appropriano di una storia, di un territorio, di un insieme di figure che la dittatura cilena ha distrutto, o separato. (...) Il senso del suo mestiere è essere testimone ostinato di un’esperienza che non si riduce solo al caso cileno" (Chatrian, Cineforum, 2004). Guzmán studia alla Catholic University of Chile (PUC) e alla Escuela Oficial de Cinematografía di Madrid. Giovane sostenitore di Unidad Popolar, cineasta al seguito della rivoluzione socialista, nel 1971 esordisce con un documentario sul primo anno del governo Allende. Imprigionato dopo il colpo di stato di Pinochet, si rifugia in Francia, da dove continua a realizzare documentari che indagano la situazione storica e politica del suo paese nei primi anni Settanta e le loro conseguenze. Professore in diverse scuole di cinema in Europa e America Latina, nel 2013 è invitato a far parte dell’Academy di Hollywood. La sua trilogia‘La batalla de Chile’(La Battaglia del Cile) è considerata tra i migliori documentari mai girati.
|
|
|
|
|
|