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Lunedì 27 Febbraio Ore 16:15 - 20:15 - 22:30
FUOCOAMMARE
Fuocoammare
(Italia/Francia, 2015) di Gianfranco Rosi– dur. 108’
Documentario
con Samuele Pucillo, Mattias Cucina, Samuele Caruana, Pietro Bartolo, Giuseppe Fragapane.
Gianfranco Rosi racconta Lampedusa attraverso la storia di Samuele, un ragazzino che va a scuola, ama tirare sassi con la fionda che si è costruito e andare a caccia di uccelli. Preferisce giocare sulla terraferma anche se tutto, attorno a lui, parla di mare e di quelle migliaia di donne, uomini e bambini che quel mare, negli ultimi vent'anni, hanno cercato di attraversarlo alla ricerca di una vita degna di questo nome trovandovi spesso, troppo spesso, la morte.
Premi:
Vincitore di 6 premi internazionali più 5 nomination, tra i quali l'Orso d'Oro e il Premio della Giuria ecumenica al Festival di Berlino e il Nastro d'argento speciale come documentario.
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Così la critica:
Federico Gironi (Coming Soon)
Raccontare quella che, probabilmente, è la più grande emergenza e la più grande sfida che l'Occidente europeo deve affrontare - l'emergenza dei rifugiati e dei profughi che ogni giorno sfidano il mare per sbarcare sulle coste della Grecia, della Spagna e soprattutto dell'Italia, alla ricerca di una vita (non migliore, proprio di una vita) - è qualcosa di certamente complesso, arduo, scivoloso. La retorica, il sensazionalismo, la banalizzazione sono sabbie mobili che non tutti sono in grado di evitare. Gianfranco Rosi lo è stato. Perché “Fuocoammare” racconta non solo la tragedia umanitaria, i morti in mare o nelle stive, la disperazione di chi approda senza altro possedimento se non quello di ciò che indossa, o degli affetti che è riuscito a portare con sé, ma (anche e soprattutto) racconta nella sua complessità quel luogo che degli sbarchi e di un incontro difficile e disperato è un simbolo fatto di terra, rocce, mare e scogli. L'isola di Lampedusa.
Valeria Brigida (Il Fatto Quotidiano)
“Fuocoammare”, da cui il film di Gianfranco Rosi ha preso il titolo è una musica che ti rimane addosso e che continua a risuonare nella testa anche dopo ore che esci dalla sala. Una di quelle musiche che ti si infila nelle orecchie e che ti tormenta fin quando non la riascolti. “Chi focu a mmari ca c’è stasira. Che fuoco a mare che c’è stasera!” era la frase che ripetevano i lampedusani quando, in quel lontano ’43, la nave italiana “Maddalena” fu bombardata e prese fuoco nel porto. Una frase ripetuta talmente tante volte che alla fine è diventata canzone popolare. E di cui oggi, dopo 73 anni, sopravvivono solo poche parole. “Chi focu a mmari ca c’è stasira”.
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GIANFRANCO ROSI
Asmara (Eritrea), 1964
Di nazionalità italiana e statunitense, studia alla Scuola di Cinema della NewYorkUniversity.Ilsuoprimolavoro,ilmediometraggio‘Boatman’,risale al 1993. In seguito firma‘Afterwords’(2001),‘Below Sea Level’(2008, premio Doc/it a Venezia) e ‘El sicario – Room 164’ (2010, film-intervista ad un sicario messicano, vincitore delle sezioni Doc a Venezia, Lisbona e Tel Aviv). Il successo – di critica ma non di pubblico – arriva nel 2013 quando il suo documentario ‘Sacro GRA’ vince il Leone d’oro alla Mostra di Venezia. ‘Fuocoammare’è il quarto lungometraggio.
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