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Lunedì 20 Febbraio Ore 16:15 - 20:15 - 22:30 - Retrospettiva "I Grandi capolavori di registi tedeschi"
VOGLIAMO VIVERE!
To Be or Not To Be
(Usa, 1942) di Ernst Lubitsch – dur. 99’
con Robert Stack, Carole Lombard, Jack Benny, Felix Bressart, Henry Victor.
Guerra e teatro, nazismo e finzioni di attori. A Varsavia la compagnia di Josef Tura e di sua moglie Maria prepara la messinscena del dramma Gestapo . I Tedeschi che occupano la Polonia, prontamente lo censurano, ma la compagnia non si arrende...
Premi:
Vincitore di 2 premi internazionali più 2 nomination, tra i quali 1 nomination agli Oscar per la Miglior colonna sonora.
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Così la critica:
Fernaldo Di Giammatteo (Nuovo dizionario universale del cinema)
Il tono di commedia lieve e spiritosa, al cui genere Lubitsch sempre si attiene, si applica qui a un argomento serio e può suonare sconveniente. Fu spesso attaccato e lo stesso Lubitsch dovette difenderlo: secondo me, è stato ingiustamente attaccato: era solo una satira degli attori e dello spirito nazista, del comportamento da pazzi di nazisti . Il tema del doppio - vita e realtà, teatro nel teatro, realtà e fantasia - si mescola quindi alle tematiche di guerra: è l unico film di un esule che non si rifugi in paesi immaginari e in ambientazioni da operetta ma che si collochi addirittura nella Polonia occupata. Carole Lombard qui, nella sua più grande interpretazione, non finì la lavorazione del film in quanto morì in un incidente aereo.
Paolo Mereghetti (Dizionario dei film):
I giochi di equivoci, travestimenti, incroci tra realtà e palcoscenico sono architettati con perizia sopraffina da Lubitsch che resistette alla censura di alcune scene per cui si può allineare al film di Chaplin Il grande dittatore. Allora destò molte perplessità la scelta di trattare un argomento tragico in chiave di commedia, ma Lubitsch andò dritto sulla sua strada creando un capolavoro.
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ERNST LUBITSCH
Berlino (Germania), 28 gennaio 1892
Los Angeles, (California, USA), 30 novembre 1947
Tedesco naturalizzato statunitense, è stato tra i primi registi ad avere l'onore di vedere il suo nome posizionato prima del titolo sui manifesti. Per molti anni incompreso o sottovalutato dalla critica ufficiale, Lubitsch occupa in realtà un posto di rilievo nella storia del cinema come autore di alcune fra le più ammirevoli commedie cinematografiche mai realizzate, basate su uno humour allusivo, un ritmo perfetto e una rassegnata consapevolezza senza dubbio legata alla sua origine ebraica e mitteleuropea dei limiti e della natura transitoria di ogni umana esperienza. Celebre è divenuta l'espressione Lubitsch touch , a indicare un tocco unico e inimitabile, che si può definire soltanto attraverso l'insieme e, al tempo stesso, le singole tappe di una filmografia fra le più rigorose e coerenti della storia del cinema. Nonostante fosse uno dei registi di punta di Hollywood, solo nel 1947 ricevette un Oscar alla carriera. Tra i suoi numerosi lungometraggi, vale la pena ricordare “Mancia competente” (1932), “Ninotchka” (1939, l’unica commedia interpretata dalla Garbo), “Scrivimi fermo posta” (1940) e l’inarrivabile“Il cielo può attendere”(1943).
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