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Lunedì 8 Aprile Ore 16:15 - 20:15 - 22:30
L'INTRUSA

(Italia, 2017) di Leonardo Di Costanzo – dur. 95’
con Raffaella Giordano, Valentina Vannino, Martina Abbate, Marcello Fonte, Anna Patierno.

Giovanna fonda una masseria nella periferia napoletana, dove le madri possono portare, per proteggerli, i figli della camorra. Un giorno arriva nella comunità Maria, moglie di un pregiudicato in prigione, con una bambina e un figlio piccolo, e ben presto l'equilibrio del centro precipita.

Premi:
Vincitore di 2 premi internazionali più 2 nomination, tra cui il Nastro d'Argento per il Miglior sonoro in presa diretta.

Locandina del film immagine tratta dal film
Così la critica:
Emiliano Morreale (L'Espresso)

Presentato all'ultima Quinzane des Réalisateurs di Cannes, “L'intrusa” è il film più importante che sia stato realizzato in Italia sul mondo del volontariato. Leonardo Di Costanzo, uno dei nostri migliori documentaristi, al suo secondo lungometraggio di finzione dopo “L'intervallo”, mette in scena la situazione senza nessun manicheismo, riuscendo a renderne la complessità. Le incertezze del film (le scene tra adulti, a volte troppo legnose: la scuola, il poliziotto, i genitori) derivano appunto dal difficile equilibrio tra necessità didattica e adesione completa al reale, senza mediazioni. Il finale è esemplare, chiaro nella sua morale problematica ma senza enunciarla, solo facendola percepire con musica e immagini. La forza maggiore del film è nella resa dello spazio: il cortile, realissimo, seppure reso fiabesco dai murales di Gabriella Giandelli, diventa terreno di un gioco di sguardi, corse, chiacchiere, spintoni, parate. I bambini abitano miracolosamente in questi luoghi, e le scene che li vedono protagonisti hanno una vera magia che riluce in certi episodi.

Adriano De Grandis (Segnocinema)
A cinque anni da “L'intervallo”, l'ischitano Leonardo Di Costanzo conferma il suo sguardo lucido, rispettoso e appassionato. Racconta la vita all'interno di uno spazio esiguo con una sincerità e una forza non comune nel cinema italiano, dimostrandosi ancora una volta abile a elevare lo spazio filmico a vero e proprio personaggio nelle storie umane che racconta. La camorra c'è ma resta fuori come nel film di finzione precedente, facendo semmai affiorare paure e tolleranze, solidarietà e astio tra persone che sono quasi obbligate a convivere, a ridosso di un mondo malavitoso e crudele. Una storia di modernità eroica, dove Napoli è anch'essa “oltre” con il suo ingombrante fuoricampo, lontana da ogni retorica melodrammatica, sospesa in un'atmosfera rarefatta di minaccia, non per questo meno spaventosa.
LEONARDO DI COSTANZO
Ischia, Napoli, 1° marzo 1958

Dopo essersi laureato all'Istituto Orientale di Napoli, si trasferisce in Francia per seguire i corsi di Regia di Cinema Documentario con Jean Rouch presso gli Ateliers Varan di Parigi. Nel 1991 partecipa con il corto 'In Nome del Papa' all'opera collettiva 'Premières Vues' e nel 1993 alla serie 'La Roue'. Lavora poi per la TV francese e nel 1994 fonda un centro di formazione per documentaristi a Phnom Penh, in Cambogia, e realizza il documentario 'Viva l'Italia'. Si specializza quindi in cinema reportage di carattere politico: in questo campo, notevoli sono 'Prove di stato' (1999), che affronta il tema della latitanza dello stato nel comune di Ercolano, e 'A scuola' (2003), frammenti di storie che raccontano lo scontro tra due culture: il dialetto, il quartiere, la famiglia e le leggi non scritte che regolano i rapporti sociali da una parte, e l'italiano e l'educazione alla cittadinanza dall'altra. Nel 2012 firma 'L'intervallo', premiato con il David di Donatello per il miglior regista esordiente e visto con interesse dai Soci del Cineforum Imperia in una passata stagione. Nel 2014 partecipa al film collettivo 'Les ponts de Sarajevo', in cui tredici registi di diversa estrazione provano a fare, in nove minuti ciascuno, una riflessione sulla città slava. 'L'intrusa' è il suo secondo lungometraggio.
Foto del regista
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