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Lunedì 19 Novembre Ore 16:15 - 20:15 - 22:30
A QUIET PASSION
(UK/Belgio, 2016) di Terence Davies – dur. 126’
con Cynthia Nixon, Jennifer Ehle, Keith Carradine, Catherine Bailey, Jodhi May.
La vita di quella che è considerata la più grande poetessa statunitense, Emily Dickinson, in pieno Ottocento. Un'anima dotata di una grazia particolare, capace di leggere il presente e anche il futuro del suo paese, dagli anni della trasgressiva giovinezza alla sua auto reclusione da adulta, i suoi sogni, i suoi rapporti con i familiari e gli amici, la sua passione per la scrittura e la poesia.
Premi:
Vincitore di 3 premi internazionali più 22 nomination.
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Così la critica:
Flavio De Bernardinis (Segnocinema)
vita della poetessa americana Emily Dickinson, in pieno Ottocento, rinchiusa dentro i confini della famiglia, unico luogo dove, dalle tre alle otto del mattino, poter intercettare la libertà della versificazione, e nel tempo rimanente le delizie e il gusto amaro dell'anticonformismo radicale. Dall'ostinato rifiuto della consolazione religiosa fino alla ingessata condizione subalterna della donna. Nell'ambiente claustrofobico di casa Dickinson, la cinepresa compie rotonde traiettorie a disegnare il circolo vizioso/virtuoso della borghesia puritana americana, ma con l'Inghilterra ancora nelle narici. La titanica Emily, insieme a madre, padre, fratello, sorella e selezionati ospiti/amici, è il centro catalizzatore di una messa in scena permanente di aforismi, duetti, tirate, cavatine, recitativi (...). Lezione di cinema di Terence Davies. Film magistrale di un autore ora sopraggiunto alla condizione di “maestro”.
Roberto Manassero (Film TV)
(...) Spirito libero e indipendente, figlia devota di genitori osservanti e inflessibili,; animo gentile condannato all'infelicità da un'intransigenza morale al limite dell'autolesionismo; artista reclusa liberata dalla poesia. Terence Davies, in questo biopic che arriva in sala con due anni di ritardo, ne racconta la vita dalla giovinezza alla morte, cercando di replicare la semplicità della sua scrittura con una messa in scena rigorosa. Gli interni della casa dove Emily si rinchiuse man mano che invecchiava (...) sono ripresi con la sobrietà di primi piani, piani fissi, lunghe carrellate e densissime scene di conversazione che restituiscono la lotta interiore della protagonista fra la passione e l'ironia da un lato e la fede e il rigore dall'altro.... Un film che usa il cinema, con la sua lingua piana e complessa, per illustrare l'invisibile bellezza di una donna che scelse di nascondersi al mondo, regalandogli però la sua anima.
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TERENCE DAVIES
Liverpool, Regno Unito, 10 novembre 1945
Cresciuto in un quartiere operaio di Liverpool, studia in una scuola secondaria cattolica ma abbandona gli studi all'età di quindici anni. Prima di lanciarsi nel cinema lavora 12 anni come contabile, approfittando del tempo libero per scrivere e fare teatro come attore. Lavora anche alla radio.
Negli anni Settanta esordisce alla regia con la ricostruzione in tre cortometraggi della storia di Robert Tucker, successivamente riuniti in un unico film ('Trilogy') premiato a Locarno nel 1984. Con questo film dolorosamente autobiografico, il regista disegna il calvario di un omosessuale cattolico "in aperta schizofrenia fra morale religiosa e comportamento privato, organizzato come una sorta di liturgia che ricalca la Passione" (Stefanoni). Se 'Voci lontane, sempre presenti' (1988) sembra per un attimo lanciare Davies nel firmamento dei registi di successo, i sei film successivi - bellissimi, ma troppo rinchiusi nel proprio elegantissimo stile - lo rilegheranno di nuovo nella categoria degli autori di nicchia. Di questi sei, i soli 'Il lungo giorno finisce' (1992, una storia di formazione adolescenziale che sembra un tentativo non del tutto riuscito di emulare il precedente) e 'La casa della gioia' (2000, la storia, con atmosfere alla Ivory, di una giovane donna ossessionata da un conformismo crudele) hanno trovato una distribuzione in Italia. 'A quiet passion' è il suo nono lungometraggio.
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