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Lunedì 12 Novembre Ore 16:15 - 20:15 - 22:30
WAJIB - INVITO AL MATRIMONIO
Wajib
(Palestina 2017) di Annemarie Jacir – dur. 96’
con Mohammad Bakri, Saleh Bakri, Maria Zreik, Tarik Kopty, Monera Shehadeh.
Abu Shadi, 65 anni, divorziato, professore a Nazareth, prepara il matrimonio di sua figlia. Shadi, suo figlio, architetto a Roma da anni, rientra qualche giorno per aiutarlo a distribuire a mano, uno per uno, gli inviti del matrimonio come vuole la tradizione palestinese del "wajib". Tra una visita e l'altra, le vecchie tensioni tra padre e figlio ritornano a galla in una sfida costante tra due diverse visioni della vita.
Premi:
Vincitore di 21 premi internazionali più 10 nomination, tra i quali 6 premi al Festival di Locarno.
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Così la critica:
Roberto Nepoti (La Repubblica)
Presentato all'ultimo Festival di Locarno, “Wajib -Invito al matrimonio” è un film palestinese che non alza la voce per farsi notare: chi è disposto a scoprirlo, però, ci troverà un piccolo capolavoro di calore e tenerezza. Seguiamo le peregrinazioni per Nazareth di Abu Shadi, insegnante di mezza età, e di suo figlio Shadi, emigrato in Italia e di ritorno in Palestina per il matrimonio della sorella. Come da tradizione, i due uomini compiono un itinerario porta a porta tra parenti e amici per consegnare le partecipazioni alle nozze, scambiando qualche parola tra un tè e un caffè. È un'occasione per scoprire la città e tanti personaggi, rappresentati con tocchi di humour. Sotto i convenevoli, però, giacciono conflitti emblematici: Abu collabora con gli israeliani, Shadi è un oppositore e convive con la figlia di un membro dell'OLP. Che i due bravi protagonisti siano padre e figlio nella vita reale non è informazione secondaria.
Luigi Paini (Il Sole-24 Ore)
za di una minoranza. A Nazareth, i palestinesi cristiani sentono di vivere come se fossero "invisibili". È per questo che il protagonista, un giovane architetto, se ne è andato da tempo: ora abita a Roma (di cui parla con infinita, commovente ammirazione) insieme alla sua compagna, e se è tornato al Paese natale è solo perché la sorella si sta per sposare. Come da tradizione c'è da fare il giro, casa per casa, di tutti gli invitati, insieme all'anziano padre. Un giorno o poco più dura l'azione raccontata nel film. [...]
Gian Luca Pisacane(Film.it)
Si scontrano due generazioni, due modi diversi di guardare alla storia e al passato. Il capofamiglia rappresenta la vecchia guardia, quelli che hanno accettato le regole imposte da Israele. Potremmo chiamarli pragmatici, persone che hanno piegato la testa per portare a casa qualche soldo e avere un piatto caldo di minestra la sera. Hanno sacrificato l’animo militante, accettato il compromesso, per inseguire un’esistenza normale, lontana dai comizi e dalla OLP. Ma i giovani non hanno smesso di combattere: alcuni scelgono la via delle armi, altri restano idealisti, e si rifugiano in Europa per non doversi sottomettere.
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ANNEMARIE JACIR
Bethlehem, Palestina, 17 gennaio 1974
Sceneggiatrice, produttrice e regista palestinese. Dopo aver diretto 6 cortometraggi tra il 2001 e il 2006, nel 2008 esordisce nel lungometraggio con ‘Milh hadha al-bahr’ (Le sel de la mer): romantic drama su una donna della classe lavoratrice, è per Michael Moore (il celebrato documentarista) uno dei più bei film visti da anni. Nel 2012 dirige ‘Lamma shoftak’, premiato in molti festival internazionali (tra cui Berlino, Phoenix, Cairo).
‘’Wajib’ è il suo terzo lungometraggio.
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