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Lunedì 21 Dicembre Ore 16:15 - 20:15 - 22:30
TORNERANNO I PRATI
Torneranno i pirati
(Italia, 2014) di Ermanno Olmi - dur. 80'
con Claudio Santamaria, Alessandro Sperduti, Francesco Formichetti, Andrea Di Maria.
In un avamposto d’alta quota, verso la fine della prima guerra mondiale, un gruppo di militari combatte a pochi metri di distanza dalla trincea austriaca, “così vicina che pare di udire il loro respiro”. Intorno, solo neve e silenzio. Dentro, il freddo, la paura, la stanchezza, la rassegnazione. E gli ordini insensati che arrivano da qualche scrivania lontana, al caldo. Ordini telefonati che mandano i soldati al massacro...
Premi:
Vincitore di 1 premio internazionale (più 10 nomination): Nastro d’argento come Miglior produzione.
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Così la critica:
Chiara Ugolini (La Repubblica)
Ermanno Olmi ha scelto di girare in trincea a 1.100 e 1.800 metri il suo film per avere le vere facce da freddo e per ricostruire il senso di isolamento vissuto dai soldati della Prima Guerra Mondiale. Sull’Altipiano di Asiago, dove ha scelto di vivere, il regista bergamasco ha ricostruito il caposaldo italiano, il camminamento, il bunker e il ricovero dove si svolgono le poche ore del suo film girato tutto in una notte di luna.
Alessandra Levantesi Kezich (La Stampa)
Lungi dall’essere consolatorio, il titolo dell’ultimo film di Ermanno Olmi, “Torneranno i prati”, ha un senso amaro: allude all’ipocrisia della Storia riguardo le migliaia e migliaia di vittime sepolte sotto la neve durante la Grande Guerra, di cui tutti saranno pronti a dimenticarsi al primo riapparire dell’erba, ovvero in tempo di pace. E insieme a quei corpi sarà rimosso l’orrore assoluto di una guerra ingiusta e inaccettabile come qualsiasi altra guerra: questo il messaggio, forte e radicale, del maestro bergamasco. Il film non poteva che essere ambientato lassù sulle sue montagne, a un chiarore lunare che trascolora ogni cosa in una sorta di metafisico bianco e nero, questo accorato appello “contro”: contro le carneficine e il Potere, in nome degli uomini di buona volontà sotto ogni cielo.
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ERMANNO OLMI - Bergamo (Italia), 1931
Ermanno Olmi occupa un posto di grande rilievo nel panorama cinematografico italiano. Parallelamente ad una intensa attività per la televisione, dove si muove tra documentario e fiction, ha anche curato la regia di cinque opere liriche e lavorato nel cinema non solo come regista, ma anche come sceneggiatore, montatore e produttore.
Nato da una famiglia contadina e profondamente cattolica nella provincia di Bergamo, si trasferisce giovanissimo a Milano per iscriversi all’Accademia d’Arte Drammatica. Tra il ‘53 e il ‘61 realizza una trentina di documentari. Nel 1959 debutta nel lungometraggio con ‘Il tempo si è fermato’ e conquista i favori della critica con i successivi ‘Il posto’ (1962), ‘I fidanzati’ (1963) e ‘E venne un uomo’ (1965), in cui narra l’importanza delle piccole cose. Dopo un periodo contrassegnato da lavori non del tutto riusciti, Olmi firma nel 1977 il suo capolavoro, ‘L’albero degli zoccoli’, Palma d’oro a Cannes. Fondatore della scuola di cinema Ipotesi Cinema a Bassano del Grappa, torna a girare documentari per la Rai e qualche spot televisivo. Torna al cinema nel 1987 con ‘Lunga vita alla signora’ (Leone d’argento a Venezia), a cui segue ‘La leggenda del santo bevitore’ (Leone d’oro a Venezia). Dopo un paio di film poco riusciti, nel 2001 ottiene un notevole successo con ‘Il mestiere delle armi’ (2001), biografia di Giovanni delle Bande Nere. La sua successiva filmografia comprende il pacifista ‘Cantando dietro i paraventi’ (2003) e lo spirituale ‘Centochiodi’ del 2007. Nel 2008 il festival di Venezia gli tributa il Leone d'Oro alla Carriera.
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