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Lunedì 16 Novembre Ore 16:15 - 20:15 - 22:30
JIMMY'S HALL - UNA STORIA D'AMORE E LIBERTÀ
Jimmy’s hall
(Irlanda, 2014) di Ken Loach – dur. 109’
con Barry Ward, Simone Kirby, Jim Norton, Andrew Scott, Francis Magee.
Jimmy ritorna dopo dieci anni di esilio in America nella sua amata Irlanda. Era dovuto partire in quanto accusato di comunismo per avere aperto una sala in cui si danzava, si boxava, e si faceva attività culturale. I giovani del paese gli chiedono di riaprire la sua sala e lui, dopo varie titubanze, accetta. Chi gli era stato ostile all’epoca della prima apertura, lo attacca di nuovo.
Premi:
Vincitore di 1 premio internazionale (più 3 nomination). In concorso al Festival di Cannes.
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Così la critica:
Giancarlo Zappoli (Mymovies)
Ken Loach torna all’Irlanda che aveva messo al centro del suo cinema ne “Il vento che accarezza l’erba” e lo fa in modo apparentemente inusuale. Perché al centro di questa storia ci sono uomini e donne che difendono quello che un tempo avremo definito un dancing. La musica che accompagna le dure immagini della Depressione americana potrebbe aprire un film di Woody Allen ma il contesto è quello più amato dal regista inglese: la vita di uomini e donne che cercano nella condivisione di idee e di spazi quel senso della socialità che altri vorrebbero irregimentare per poterlo controllare il più possibile. Quello che Jimmy Granton (attivista socialista realmente esistito) edifica per due volte, è di fatto un centro sociale ante litteram in cui si possono condividere saperi ma anche la gioia dello stare insieme. Definire “peccaminose” le danze che vi si praticano è, per la Chiesa locale e per gli esponenti della destra, solo un pretesto per impedire la circolazione di idee ritenute pericolose.
Flavio De Bernardinis (Segnocinema)
Il cinema di Ken Loach non si smentisce: egli continua a ribadire che tutto è politica. Il tempo occupato come il tempo libero, il cuore come il cervello, il bastone come il fiore. Questa è la struttura, nella quale non ci sono pause. Anzi, chi vuole inserire una pausa nel dolore, come le attività svolte nella casa di Jimmy, è affrontato come il peggior nemico politico. Qui, l’autore sembra concedersi un pizzico di sentimentalismo, il ballo tra Jimmy e Oonagh nella sala vuota. Ma è ciò di cui si diceva: anche il sentimentalismo, nella realtà strutturale dei rapporti di forza, è una questione politica.
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KEN LOACH - Nuneaton (Inghilterra, Regno Unito), 1936
“Ken Loach è uno dei registi contemporanei più graffianti del panorama mondiale. L'impegno e la funzione sociale che i suoi film svolgono deriva tutta dall'attacco alla struttura e all'ideologia della società borghese-capitalistica che opprime chiunque sia da essa sfruttato. Tutti i personaggi tratteggiati da Loach sono carichi di tensione, di determinazione, di un riscatto che a volte avviene e a volte no, ma sempre e comunque dotati di una grandissima forza d'animo e di carattere che ne fanno degli individui attenti e responsabili verso gli altri, in netta contrapposizione con un mondo che diventa ogni giorno più egoista e indifferente. (...). Con il cinema di Ken Loach si entra nelle vite dei suoi personaggi, non spiandoli dalla finestra come molti registi fanno, ma entrando direttamente dall'ingresso, vivendo con loro, affrontando con loro il comune senso d'impotenza e la tanto bramata ricerca di una qualche utilità. Sono storie di uomini e donne impegnati, animati da una fede umana radicale e radicata nel cuore ancor prima che nell'ideologia, con un’onestà intellettuale che non si piega di certo alle regole del benestare e ai dettami della politica approfittatrice” (Secchi Frau).
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