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Lunedì 2 Maggio Ore 16:15 - 20:15 - 22:30
DUE GIORNI, UNA NOTTE
Deux jours, une nuit

(Belgio/Francia/Italia, 2014) di Jean-Pierre e Luc Dardenne - dur. 95' con Marion Cotillard, Fabrizio Rongione, Catherine Salée, Batiste Sornin.
Sandra, una giovane madre belga, ha solo un fine settimana per riuscire a convincere i suoi colleghi - con l'aiuto del marito - a sacrificare i loro bonus in modo che lei possa mantenere il suo posto di lavoro.

Premi:
Vincitore di 37 premi internazionali (più 68 nomination) tra cui la nomination ai premi Oscar come Migliore attrice protagonista e Migliore Attrice agli European Film Awards. In concorso al Festival di Cannes.

Locandina del film immagine tratta dal film
Così la critica:
Leonardo Gandini (CineforumWeb)
Per fare suspense e avvincere lo spettatore i Dardenne non hanno bisogno di serial killer, viaggi intergalattici, zombie e vampiri. No, basta e avanza la crisi economica: avere un posto di lavoro e un piatto di minestra calda è roba da supereroi. Sandra non ha superpoteri, ma due figli da mantenere e l’energia dei disperati. (...) Sul fronte opposto c’è invece la solidarietà, lusso che possono permettersi in pochissimi. (...) “Due giorni, una notte” è l’Hunger Game della nostra derelitta società: miserabile e fragile come le vite che racconta, costrette ad equilibrismi sul filo di uno stipendio che oggi c’è e domani chissà. Con un finale che ti rimane dentro e non se ne va, perché Sandra a furia di correre ne ha fatta di strada, anche e soprattutto dentro di sé.

Roberto Nepoti (La Repubblica)
Riusciremo, abituati a trepidare per le sorti di supereroi vestiti da clown che si battono contro mostri di effetti speciali, ad appassionarci alla vicenda di Sandra? C’è da augurarsi di sì, perché lei è un’eroina vera. Per Sandra la rinuncia al lavoro rappresenta anche una perdita d’identità, di dignità; la fa sentire inadeguata, fino a spingerla sulla via della depressione (...). Film dopo film, Jean-Pierre e Luc Dardenne hanno portato sullo schermo un’epica proletaria (sono rimasti in pochi a farlo: Loach, Guédiguian...) piena di pudore e di forza: quella che si ricava, non meno che dalle proprie convinzioni, dallo stile.

JEAN-PIERRE DARDENNE (Engis Belgio - 1951) e
LUC DARDENNE (Awirs Belgio - 1954)

“Mostrare la realtà senza mai giudicarla. Piuttosto mettendola in scena con un rigore assoluto, bressoniano, con uno sguardo entomologico su ciò che ci circonda. I Dardenne si impongono per un cinema che affronta la crisi sociale, le sue urgenze e i suoi drammi lasciandosi alle spalle tutte le sovrastrutture di tipo post-marxista che influenzano o sono alla radice del cosiddetto cinema di impegno. Al pari di due entomologi registrano i fatti del reale senza orpelli, senza aggiungere nulla, incollati ai loro sfortunati protagonisti. Ai Dardenne è sufficiente la forza di ciò che si mette in scena per creare denuncia, anche la più scomoda, la più dura e intransigente” (Termenini).
I Dardenne “continuano a togliere, ad asciugare trama, dialoghi e décor. E più tolgono, più il risultato è potente” (Tassi). “Cinema lucido, concreto, preciso nei particolari, fatto di sguardi, con un uso della cinepresa a spalla che raramente è stato così fluido, funzionale, espressivo” (Morandini). “Dei Dardenne non se ne può davvero più” (Gomarasca, Nocturno).
Luc si laurea in filosofia, Jean-Pierre studia recitazione. Insieme fondano nel 1975 la casa di produzione Dérives e da allora non hanno mai smesso di occuparsi di cinema insieme, dai primi documentari prodotti a quelli personalmente diretti, alle successive regie cinematografiche. Caratteri distintivi del loro cinema sono il basso costo della produzione, il crudo realismo della narrazione, gli attori spesso e volentieri non professionisti.
Di seguito l’elenco dei loro premiatissimi lavori, tutti proiettati dal Cineforum Imperia: ‘La promesse’ (1996), ‘Rosetta’ (1999, Palma d’oro Cannes), ‘Il figlio’ (2002), ‘L'enfant’ (2004, Palma d’oro), ‘Il matrimonio di Lorna’ (2008). ‘Il ragazzo con la bicicletta’ (2011), ‘Due giorni, una notte’ (2014).
Foto del regista
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