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Lunedì 26 marzo Ore 16:15 - 20:15 - 22:30
TAMARA DREWE – TRADIMENTI ALL'INGLESE (Tamara Drewe)
(Gran Bretagna 2010) di Stephen Frears – dur. 111’
con Gemma Arterton, Roger Allam, Luke Evans, Tamsin Greig, Bill Camp
Seducente, attraente, ambiziosa e rampante, Tamara Drewe è l'amazzone londinese del XXI secolo. Il suo ritorno al paese dove viveva la madre è un vero choc per la piccola comunità e tutti sono attratti da lei e dalla sua bellezza incendiaria. Un invaghimento collettivo che risveglierà oscure passioni, provocando una serie di circostanze piuttosto assurde. (FilmTV)

Premi:
Vincitore di 1 premio internazionale, più 3 nomination.


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Così la critica:
Marianna Cappi (MYmovies):
A conti fatti, sono almeno una decina d'anni che Stephen Frears non sbaglia un film […]. Ecco dunque la graphic novel di Posy Simmonds, liberamente e irriverentemente ispirata a Via dalla pazza folla di Thomas Hardy. Usando le tavole originali come un vero e proprio storyboard e i personaggi di carta come modello per la scelta degli attori, Frears e Moira Buffini (alla sceneggiatura) si cimentano con risultati brillanti nell'operazione di aggiungere realismo senza perdere di humor. La quotidianità dell'assurdo e le piccole malignità che assicurano l'umana sopravvivenza, insieme allo smantellamento del mito della genuinità e della pietà rurale, sono i registri azzeccati su cui si muove questa commedia mezza rosa e mezza nera, che ha nel cuore un ricordo inconfessato (e irraggiungibile) di Shakespeare a colazione, nel motore una marcia in più di tutta l'ultima produzione di Woody Allen e un debito innegabile verso un cast in formissima.

Stefano Camaioni (MoviEye):
Tra gag brillanti e frangenti romantici (ma mai melensi) il film si dipana all'interno una trama lineare che si sposa perfettamente con le atmosfere partorite da Frears […]. Il film affronta la provincialità, le banalità e l'invidia tipica delle comunità più isolate […]. La regia lucida, l'ottima direzione degli attori e la solidità della sceneggiatura fanno di Tamara Drewe una pellicola divertente, forte di una natura critica ma allo stesso tempo di una disarmante semplicità, troppo spesso ripudiata dagli autori contemporanei, quasi sempre chiave, invece, della riuscita assoluta di qualunque produzione artistica.

STEPHEN FREARS - Leicester (Gran Bretagna), 1941
Dopo la laurea in Legge a Cambridge, Stephen Frears lavora come assistente di Lindsay Anderson al Royal Court Theater di Londra. Collaboratore di Karel Reisz dal 1966 al 1972, nel 1967 dirige Burning, sulla situazione del razzismo in Sud Africa. Nel 1972 firma il suo primo lungometraggio, Sequestro pericoloso, e inizia a lavorare in televisione. Il successo internazionale ottenuto nel 1985 con My Beautiful Laundrette, gli apre le porte di Hollywood, dove dirige Le relazioni pericolose, che gli vale una nomination all’Oscar e il César come miglior film straniero. Con Rischiose abitudini (1990, nomination all’Oscar per la regia), Frears riesce nell'intento di rendere giustizia all'universo letterario di un autore di culto (Jim Thompson), offrendo nel contempo una superba variazione attorno ai temi del suo cinema: il potere del denaro, della seduzione e della manipolazione regge le fila dei legami pericolosi di tre piccoli truffatori condannati al fallimento dalla loro stessa incapacità” (Barbera, Cineforum). Il tema di Eroe per caso (1993) è che ai giornalisti oggi non importa niente della verità; e se un tempo la categoria difendeva l'uomo della strada, oggi lo sfrutta. Ma il tema è trattato con tanto caustico garbo da strappare gli applausi ai giornalisti della Berlinale. Dopo l’incubo di Mary Reilly, Frears si tuffa nella trilogia di Roddy Doyle e in The Van (1996) esalta l’arte di arrangiarsi dei dublinesi, “disegnando un percorso che è simbolo di libera, anarchica scelta individuale” (Pugliese). Nel 1998 realizza (su un vecchio soggetto di Peckinpah) The Hi-Lo Country, un esercizio nel genere western moderno, al tempo stesso commovente e stilizzato (Crespi). Dirige quindi Alta fedeltà (1999, da un romanzo di Nick Hornby), Liam (2000, disagi e la disgregazione di una famiglia di Liverpool durante la crisi degli anni ’30), Piccoli affari sporchi (2002, mercato nero degli organi umani), Lady Henderson presenta (2005, una incursione nel teatro di rivista londinese degli anni Trenta) e Chéri (2008, da un romanzo di Colette).
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