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Lunedì 16 aprile Due soli spettacoli: Ore 16:15 – 20:15 In collaborazione con il DAMS
L’INVASIONE DEGLI ULTRACORPI
(Invasion of the Body Snatchers)
(USA 1956) di Don Siegel – dur. 80’
con Kevin McCarthy, Dana Wynter, Larry Gates, King Donovan, Carolyn Jones
Un medico californiano, il dottor Miles Bennel (McCarthy), scopre che la sua cittadina è stata invasa da baccelli alieni che s’insinuano nel corpo umano durante il sonno come parassiti invisibili e piano piano si sostituiscono ai loro ignari ospiti.

Premi:
Inserito nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.


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Così la critica:
Paolo Mereghetti (Dizionario dei film):
Uno dei migliori esempi della fantascienza anni Cinquanta (e non solo), sceneggiato da Daniel Mainwaring da un romanzo di Jack Finney, dove le angosce dell’epoca non sono semplicemente riflesse, ma anche interrogate e sondate in profondità. Letto con opposti consensi dell’autore, sia in chiave anticomunista che antimaccartista, in realtà è meno sociopolitico di quanto possa sembrare, concentrato com’è sull’incubo di una folle e inavvertita “disumanizzazione” che ha carattere marcatamente individuale, sebbene colta all’interno di una comunità. […] S’impone per l’abilità nel creare una forte suspense basandosi esclusivamente sul contrasto tra la paranoia del medico e l’indifferente risposta della sonnacchiosa cittadina di Santa Mira.

Fernaldo Di Giammatteo:
Fra i più celebri film di fantascienza degli anni ’50 – insieme a “The War of the Worlds” (“La guerra dei mondi”, 1953) di Byron Haskin e “The Thing” (“La cosa da un altro mondo”, 1950) di Christian Nyby e Howard Hawks“Invasion of the Body Snatchers” si segnala per la mancanza pressoché completa degli effetti speciali e, a parte la presenza risibile dei giganteschi baccelli, per la costruzione del suspense ottenuto sfruttando solo le apparenze tranquille e sonnolente della vita di provincia. Nella versione definitiva, elaborata dalla Allied Artist, furono però inseriti un prologo, che attutisce il senso generale di angoscia, e un epilogo a lieto fine, assolutamente estraneo alle intenzioni di Siegel. Per parte sua, il regista aveva inteso realizzare, all’insegna del suo nero pessimismo, un film incubo, esplicitamente paranoico, allo scopo di difendere i diritti della fantasia e dei sentimenti, in polemica con il livellamento imposto dalla società industriale.

DONALD (DON) SIEGEL
Chicago (USA), 1912 - Nipomo (USA), 1991
È stato un regista, attore e montatore statunitense, considerato uno dei maestri del cinema poliziesco e d’azione. Entrato nel mondo del cinema come assistente al montaggio, quindi come montatore, curò, tra l’altro, il montaggio di “Casablanca” e di “Agguato ai tropici”. Lavorò come regista di seconda unità per una quarantina di film, fino al 1945 quando girò un cortometraggio intitolato “Star in the night”, moderna parabola sulla nascita di Gesù Cristo. Lo stesso anno girò un corto, “Hitler lives?”. Questi due lavori vinsero l’Oscar 1945 come miglior corto e miglior documentario. I suoi migliori film: “Il tesoro di Vera Cruz”, “Rivolta al blocco 11”, “Faccia d'angelo”, “Contratto per uccidere”, “Squadra omicidi sparate a vista”, “L'uomo con la cravatta di cuoio”, “La notte brava del soldato Jonathan”, “Ispettore Callaghan: il caso Scorpio é tuo”, “Il caso Drabble”, “Fuga da Alcatraz”.
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