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Lunedì 18 aprile Ore 16:15 20:15 22:30
VENDICAMI
(Hong Kong, Francia 2009) di Johnnie To dur. 108’
Con Johnny Hallyday, Sylvie Testud, Anthony Wong Chau-Sang
Una donna, un uomo, due bambini. Lei di origine francese, lui cinese. All'improvviso la morte che entra in casa per mano di sicari che compiono una strage. Solo la donna si salva. Suo padre, Costello, raggiunge l'Estremo Oriente con un proposito preciso: vendicare la morte del genero e dei nipoti. [MYmovies]
In concorso al 62° Festival di Cannes.
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Così la critica:
Zancarlo Zappoli (MYmovies):
Johnnie To si è finalmente scrollato di dosso i vincoli narrativi che almeno fino ad “Election” ne avevano in qualche misura ostacolato la genialità visiva. (…) Qui, a partire dall'esplicito omaggio a Melville sottolineato nel cognome del protagonista, è un susseguirsi di luoghi del cinema pronti a sottoporsi a reinvenzione. (…) Johnny Hallyday è praticamente perfetto. (…) Con un interprete così To è libero di giocare con le immagini raggiungendo un livello di astrazione che fonde magistralmente cinefilia e spettacolo.
Federico Pontiggia (Il Fatto Quotidiano):
Il volto è quello ineluttabile e pietrificato del rocker francese Johnny Hallyday, che si ritaglia un'altra grande prova dopo “L'uomo del treno” di Leconte. Alla sua altezza pure il film, il migliore tra quelli del Johnnie To ultimo scorso: gusto mitologico, archetipi western tra Ford e Peckinpah, la miscela è quella sapiente e rapsodica di action hongkonghese e lirismo d'autore, che mastica luoghi comuni e sputa pirotecniche reinvenzioni.
Maurizio Cabona (Il Giornale):
Gualcito quasi settantenne, Johnny Holliday è un credibile nonno giustiziere in Vendicami di Johnnie To, che schiera attorno al cantante e attore francese la consueta squadra di attori di Hong Kong. Fra i registi da festival, To è uno dei rari che non annoiano. Il suo talento è alterno, ma sempre To innova i generi che frequenta (commedia, giallo, fantastico).
Jean-Marc Lalanne (Les Inrockuptibles):
To è diventato il numero uno, l'unico vero maestro del cinema d'azione asiatico.
Giona A. Nazzaro (Film Tv):
Johnnie To si conferma cineasta spericolato in continua tensione di rinnovamento.
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JOHNNIE TO - Hong Kong, 1955
Comincia a lavorare per la televisione nel 1972, prima come produttore e poi come regista. Nel 1983 passa alla regia cinematografica ed ha diretto a tutt’oggi una cinquantina di lungometraggi. In tutti questi anni To ha avuto tutto il tempo di mettere a punto il proprio cinema, passando attraverso tutti i generi e attraverso tutte le fasi di un apprendistato che può garantire un cinema popolare. In questo senso, si è nutrito dell'eclettismo tipico della produzione di Hong Kong. Un solido gusto per lo spettacolo, un polso che si è formato affrontando e combattendo con divi super impegnati, una familiarità con le leggi dei generi e la frequentazione dei maggiori produttori locali. Attraverso il suo folle stacanovismo, da un lato ha consolidato la propria posizione sul mercato interno realizzando commedie di notevole successo popolare e dall'altro, con la sua casa di produzione, ha forzato la soglia di tolleranza del polar made in Hong Kong. Da non sottovalutare in questa operazione l'apporto fornito da Wai Ka-fai, talento anarcoide con cui ha diretto in tandem numerosi film e messo a punto il funzionamento di una factory che in poco tempo si è fatta carico delle sorti del cinema dell'ex colonia britannica, ampliandone i margini di manovrabilità.
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