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Lunedì 31 gennaio Ore 16:15 – 20:15 – 22:30
DEPARTURES
(Giappone 2008) di Yojiro Takita – dur. 130’
Con Masahiro Motoki, Ryoko Hirosue, Tsutomu Yamazaki, Kazuko Yoshiyuki
Dopo aver miseramente fallito nel suo esordio come violoncellista nell'orchestra di Tokyo, Daigo si ritira con l'adorata moglie Mika nel suo pittoresco villaggio natale. Alla ricerca di un nuovo lavoro, Daigo risponde a un annuncio per un impiego "di aiuto alla partenza" convinto che si tratti di un'agenzia di viaggi. In realtà si accorge che ha a che fare con un'agenzia di pompe funebri…

Premi:
Vincitore di 33 premi internazionali (+6 nomination), tra cui il Premio Oscar come Miglior film straniero.


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Così la critica:
Paolo Mereghetti (Il Corriere della Sera):
In Giappone la funzione del tanatoestetista, cioè del «maestro di deposizione nella bara» è una professione fondamentale, perché «ricompone» i cadaveri per far loro compiere nel migliore dei modi possibili l’ultimo viaggio verso la cremazione. Una professione, che nelle grandi città come Tokyo è caduta in disuso e dimenticata ma che nei paesi di provincia conserva il suo ruolo sociale e sacrale. Costruito come una specie di «percorso di formazione» capace di alternare momenti riflessivi ad altri più leggeri e umoristici, campione d’incassi in patria nonostante l’argomento non proprio popolaresco, questo “Departures” (...) affronta il tema della ritualità tipico della cultura nipponica cercando di recuperarne il senso profondo e «sacrale» senza per altro scivolare verso nessuna deriva spiritualista o superficialmente consolatoria.

Natalia Aspesi (La Repubblica):
È uno strano spettacolo di grazia struggente, di amorevole cura e rispetto, di gesti rapidi, esperti e affettuosi, che danno alla morte, sempre chiamata viaggio, non l' idea di fine ma di passaggio, di continuità con la vita. Non ha nulla del funerale religioso ed avviene in luoghi pieni di luce, di fiori e broccati bianchi. L'abilità dell' "accompagnatore" è quella di svestire, lavare, comporre, rivestire con un ricco kimono il corpo, senza mostrarne a chi assiste neppure un centimetro di pelle. (…) si resta incantati e commossi da questa visione poetica e lieve della morte, dal rispetto delle tradizioni che rendono sontuosa la modernità, e dai tanti inchini e modi cortesi che sono stati cancellati dal nostro modo di vivere.

YOJIRO TAKITA - Prefettura di Toyama (Giappone), 1955
Dopo essere cresciuto fra i ranghi dell'industria del cinema erotico giapponese, Yojiro si dedica al genere horror diventando molto noto in Giappone e fin dal suo esordio (“Niente più fumetti”, 1985) si fa notare dalla critica. Nel corso della sua carriera si è però anche cimentato in altri generi, dal fantasy in costume al cappa e spada sui samurai, al dramma giovanile. Con “The Yen Family” (incentrato su una famiglia di avari) Yojiro ottiene il suo primo grande successo, mettendo abilmente al bando gli eccessi dell'epoca della bolla economica in Giappone. Tra i suoi successivi lungometraggi meritano di essere segnalati “Slepless Predator Shinjuku” (premiato in Giappone per la migliore regia dell’anno), “Himitsu” (Secret, 1999, un grande successo al botteghino giapponese) e il fantasy-melo “The Yin Yang Master” (2001). Dopo “DeparturesYojiro cambia genere e con “Sanpei il ragazzo pescatore” (2008) realizza la versione live di una famosa serie animata: nel film come nell’anime, il protagonista si dedica con passione alla pesca, che per lui, un adolescente che vive col nonno, diviene il mezzo per mettere alla prova la sua capacità di affrontare e risolvere sempre nuove difficoltà.
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