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Lunedì 6 dicembre Ore 16:15 – 20:15 – 22:30
LONDON RIVER
(Gran Bretagna 2009) di Rachid Bouchareb – dur. 87’
Con Brenda Blethyn, Sotiqui Kouyaté, Francis Magee, Sami BouaJale, Roschdy Zen
7 luglio 2005. A Londra quattro terroristi pakistani si fanno saltare in aria nella metropolitana e su un autobus. Mrs. Sommers, contadina che vive nell’isola inglese di Guemsey, apprende la notizia per televisione e telefona alla figlia che studia a Londra non ricevendo risposta. Contemporaneamente anche Ousmane, un africano di fede musulmana, non riesce a mettersi in comunicazione con il figlio. I due genitori partono per la capitale britannica, si incontrano e scoprono che i loro ragazzi si amano. Ma dove sono ora?

Premi:
Menzione speciale al Premio della Giuria Ecumenica e Orso d’Argento al Miglior attore al Festival di Berlino 2009.


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Così la critica:
Giancarlo Zappoli (MYmovies):
Rachid Bouchareb
continua a perseguire un’idea di cinema che proponga il dialogo tra culture diverse. Lo fa, in questa occasione, con un film alla Loach non tanto per l’ambientazione quanto per il modo di guardare alle persone comuni. Mrs. Sommers e Ousmane sono due genitori come tanti, con la loro quotidianità scandita da un lavoro fatto con passione. Le fedi differenti (lei protestante lui musulmano) potrebbero dividerli, secondo quanti predicano (da una parte e dall’altra) l’odio e la divisione. Si incontrano casualmente proprio perché l’odio seminato a piene mani tra la folla potrebbe aver reclamato i loro figli come vittime. (...) Giorgio Gaber nel suo ultimo spettacolo, in un monologo, diceva che se riuscissimo ad ammettere con noi stessi la diffidenza iniziale e quasi istintiva, piccola o grande, che proviamo nei confronti di chi non è come noi (per colore della pelle, cultura, religione) avremmo fatto un primo reale passo per abolire il razzismo. È quello che fanno i protagonisti di questo bel film: partono dalla distanza (soprattutto Mrs. Sommers) per giungere alla conoscenza e alle comprensioni reciproche. Non è facile ma è possibile e necessario.

Alessandra De Luca (Ciak):
Brenda Bletyn
, grande signora del cinema britannico, e Sotigui Kouyaté (miglior attore a Berlino 2009), struggente come un albero ferito e senza foglie, sullo schermo fanno scintille. L’incontro tra persone di diversi paesi, culture e religioni è il cuore del cinema di Bouchareb.

RACHID BOUCHAREB - Parigi (Francia), 1953
Nato nei dintorni di Parigi da genitori algerini, Rachid Bouchareb si forma in ambito televisivo. Parallelamente a un’attività di assistente e tecnico di studio, TF1 gli consente di realizzare cortometraggi audaci come “La pièce” (1976), “Le banc” (1983), “Peut-être la mer” (1983) o “Exil Algérie” (1983). Nel 1985 realizza il suo primo lungometraggio, “Bâton rouge”, storia di tre disoccupati francesi che vanno alla conquista del sogno americano. Nel 1998 fonda con Jean Bréhat la casa di produzione 3B (con cui produrrà film come “L’humanité” e “Flandres”) e nello stesso anno dirige “Raï”, un documentario che coniuga musica tradizionale araba e sonorità moderne. Nel 1997 Bouchareb firma “L'honneur de la famille”, film che descrive in chiave comica lo shock tra modernità e tradizione. Il successivo “Little Senegal” (2000) propone un interessante confronto tra le condizioni di vita dei neri africani e di quelli americani di oggi. “Indigènes” (2006) è la rievocazione dell’apporto dei soldati maghrebini all'esercito francese durante la campagna di liberazione. Il suo lungometraggio più recente – “Hors-la-loi” (2010) - è dedicato alla lotta, in Francia, degli uomini del Fronte di Liberazione Nazionale (FLN) durante la guerra per l'indipendenza dell'Algeria (1954-62).
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