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Lunedì 13 dicembre Ore 16:15 20:15 22:30
LOURDES
(Austria-Francia-Germania 2009) di Jessica Hausner dur. 96’
con Sylvie Testud, Léa Seydoux, Bruno Todeschini, Elina Lowensohn
Christine, da anni bloccata su di una sedia a rotelle, ha deciso di andare a Lourdes per compiere un viaggio della speranza. E la sua fiducia nel miracolo viene ripagata poiché, incredibilmente, una mattina si sveglia ed è in grado di stare in piedi. Christine assapora appieno questa occasione di felicità e la sua guarigione suscita tanta ammirazione ma, purtroppo, anche tanta invidia. Tuttavia, la malattia è sempre in agguato...
Premi:
Vincitore di 6 premi internazionali (+1 nomination), tra cui i premi Brian, FIPRESCI, Signis e Sergio Trasatti alla Mostre del Cinema di Venezia 2009.
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Così la critica:
Curzio Maltese (La Repubblica):
Girare un film nel santuario dei miracoli, in particolare Lourdes, non è un’impresa facile. La Chiesa esercita un feroce controllo dell’immagine legato ai viaggi della speranza e il mercato pullula di fiction e documentari celebrativi. La regista ha impiegato un anno per convincere le autorità ecclesiastiche a concedere i permessi per filmare i luoghi sacri. Ci è riuscita sulla base di una sceneggiatura in apparenza devota (…) Lourdes non è un film dichiaratamente ateo e anticlericale: lo è nel profondo e in maniera definitiva.
Davide Turrini (Liberazione):
Caratteristica peculiare di Lourdes è il distacco nello sguardo adottato da Hausner (...): “Ho cercato di creare distanza da quel che racconto, immaginando di essere un viaggiatore giapponese che guarda quello che succede: i diversi aspetti della guarigione miracolosa, le preghiere a Dio, la speranza che il miracolo sfiori qualcuno, quando invece i piani di Dio sono incomprensibili e ti accorgi di essere solo nell'universo. Spero che l'ambivalenza del miracolo, il fatto che non si possa sapere per quale motivo avviene e se durerà, possa suscitare nel mondo cattolico un dibattito aperto”.
Fabio Ferzetti (Il Messaggero):
Se un buon film si riconosce dalla chiarezza dei mezzi espressivi e dalla precisione con cui li usa, “Lourdes” è addirittura esemplare. (…) a Venezia l'eleganza crudele di “Lourdes” ha convinto sia i cattolici del premio Signis sia gli atei del premio Brian. Un paradosso che la dice lunga sull'arte della Hausner, così preziosa oggi che tanti film somigliano alle fiction e alle loro false certezze.
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JESSICA HAUSNER - Vienna (Austria), 1972
Studia regia cinematografica all’Accademia del Cinema (Filmakademie) di Vienna. In questi anni realizza il cortometraggio “Flora” (1996, premiato a Locarno) e il mediometraggio “Inter-view” (1999), il film con il quale si diploma. Anche questo riceve significativi riconoscimenti, tra i quali il Premio speciale della Giuria Cinefondation a Cannes. Nel 2000 dirige il suo lungometraggio d'esordio, “Lovely Rita”. Presentato a Cannes è ben accolto dalla critica. Nel successivo “Hotel” (2004) la Hausner "mette in scena un altro ritratto di donna che, nonostante si sforzi, riesce solamente ad ottenere un isolamento doloroso rispetto all’ambiente che la circonda" (Liberti, Cineforum). Protagonista è una giovane donna che trova lavoro in un hotel alpino prendendo il posto di una coetanea scomparsa misteriosamente: silenzi, misteri e strani accadimenti la spingono a cercare tracce della scomparsa, fino ad un epilogo inaspettato.
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