Così la critica:
Maurizio Porro (Il Corriere della Sera)
Questo film on the road dell’argentino Pablo Giorgelli, che arriva dopo molto girovagar per festival, ha le virtù che aveva il cinema degli “affetti speciali”: pause, silenzi, occhiate, confusione interiore, storia a tappe non forzate della nascita d’un affetto, incrocio di due solitudini a lunga gittata.
Silvana Silvestri (Il Manifesto)
Inaspettata storia del risveglio di sentimenti per le strade della pampa percorsa dai camion che trasportano tronchi (le acacie del titolo), un film talmente minimalista che ha bisogno di essere reinventato anche dallo spettatore. Dal Paraguay Rubén che ha fatto il carico al suo camion dà un passaggio a Jacinta fino a Buenos Aires. Cosa succede durante tutto il viaggio? Apparentemente niente, ovvero niente di quello che accadrebbe in un film nordamericano. Nessun agguato, nessuna fuga, nessuna aggressione, né sbandamenti.
Fabio Ferzetti (Il Messaggero)
Esce finalmente, sottotitolato, il vincitore della “Caméra d'or” a Cannes 2011. Un esercizio di rigore che accumula tensione emotiva, lavorando sulla durata, per sciogliersi nel finale struggente. Con un piede nel reportage antropologico (tutto è stato ripreso dal vero, il “Gauchito” dell'altarino è una divinità locale, un bandito protettore dei camionisti) e un altro nelle radici cristiane.
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