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NOVEMBRE

Cineforum> 2014-2015> All’Ovest niente di nuovo ||Stagioni precedenti
Lunedì 30 marzo La Grande Guerra Ore 16:15 - 20:15
ALL'OVEST NIENTE DI NUOVO
(USA, 1930) di Lewis Milestone - dur. 116’
con Lew Ayres, Louis Wolheim, John Wray, Slim Summerville
Tratto dal celebre romanzo di Erich Maria Remarque racconta gli orrori nelle trincee del fronte franco-tedesco durante la Prima guerra mondiale.

Premi:
Vincitore di 7 premi internazionali (più 2 nomination) tra cui il Premio Oscar per il Miglior Film e per la Migliore Regia, oltre alle nomination all'Oscar per la Migliore Sceneggiatura e Migliore Fotografia; iscritto nel National Film Registry.

Così la critica:
Paolo Mereghetti (Dizionario del cinema)
La violenza e la morte sono viste attraverso gli occhi di alcuni giovani soldati tedeschi, arruolatisi anche per i discorsi esaltati di un loro professore. Uno dei film hollywoodiani che ha saputo esprimere con maggior forza ed efficacia un messaggio pacifista e antimilitarista: gli anni non hanno tolto forza all’opera e anche i tagli imposti dalla produzione (in origine il film durava 152’) non fanno che accrescere l’impatto visivo delle violentissime e molto realistiche scene di battaglia - riprese con bellissime carrellate laterali - tanto da dar l’impressione che Milestone metta «più energia a far morire i suoi personaggi che a farli vivere». Vietato sotto il fascismo, fu proiettato in Italia solo negli anni cinquanta.

Fernando Di Giammatteo (Nuovo dizionario universale del cinema)
Considerato universalmente come un classico dell’antimilitarismo “All’ovest niente di nuovo” è una spettacolare denuncia delle atrocità della guerra che si colloca, innovandone gli schemi, nel già ricco filone del cinema d’argomento bellico. Il film fu uno dei primi kolossal del sonoro: per la sua realizzazione, che costò la vita ad un uomo, vennero allestiti trentacinque set ed impiegate dieci tonnellate di polvere da sparo, sei tonnellate di dinamite e seimila bombe. Valorizzando in egual misura il realismo della messa in scena e il lirismo dei dialoghi.

LEWIS MILESTONE - Chișinău (ex Impero Russo, oggi Moldavia), 1895 - Los Angeles (California, USA), 1980
Lewis Milestone, pseudonimo di Lev Milstein, è stato un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico russo naturalizzato statunitense nel 1919. Iniziò giovanissimo a lavorare nel cinema come montatore e sceneggiatore per Sennett e King. Iniziò l'attività di regista nel 1925 e, già nel 1927, con “Notte d'Arabia” conquistò l'Oscar per la regia. Sostenuto da un'ideologia progressista e antimilitarista guadagnò una vasta fama in particolare per i suoi film di guerra e per i suoi pamphlet civili. Ai secondi appartengono film come “The Racket” (1928), uno dei migliori film muti sul gangsterismo; “The Front Page” (1931), da Hecht, sulle piaghe del giornalismo senza scrupoli; “Lo strano amore di Marta Ivers” (1946), sulla borghesia di provincia; “Uomini e topi” (1939) cupa riduzione del romanzo di Steinbeck da questi molto apprezzata. Al filone guerresco-pacifista appartengono il celeberrimo “All'Ovest niente di nuovo” (1930) tratto dal romanzo di Remarque e divenuto il vessillo del cinema antimilitarista; “Il generale morì all'alba” (1936), film di spionaggio; “Fuoco a Oriente” (1943) sulla guerra sul fronte russo e “Passeggiata al sole - Salerno ora X” (1946) sul fronte italiano. Nei decenni successivi, sfuggito alle persecuzioni del maccartismo, si specializzò nel genere della commedia leggero-musicale dirigendo Bing Crosby, Ginger Rogers e Frank Sinatra con puntate nel suo genere preferito, quello bellico. Nel 1962 girò il suo ultimo importante film “Gli ammutinati del Bounty” con Marlon Brando e Trevor Howard, divenuto un cult dei fan di Brando.
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