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Lunedì 27 Aprile Uno sguardo sul genere
DR. PLONK
(Australia 2008) di Rolf De Heer - dur. 83’
con Nigel Lunghi, Paul Blackwell, Magda Szubanski

Anno Domini 1907, lo scienziato pazzo conosciuto col nome di Dr.Plonk è giunto, dopo doviziose ricerche, a una inappellabile sentenza: l'apocalisse è vicina, gli esseri umani svaniranno nel nulla cento anni dopo, più precisamente nel 2008. Dopo la reazione scomposta e divertita dei suoi "contemporanei", il dr. Plonk mette a punto una macchina che lo farà viaggiare nel tempo e nello spazio alla ricerca della prova che stupirà il mondo intero. (MyMovies 2008)


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Altre risorse:
Uno sguardo sul genere - Comiche
di Marco Frassinelli.
Così la critica:
Pierpaolo Simone (MyMovies 2008):
Rolf De Heer
, regista australiano sperimentatore di generi, si diletta stavolta con una geniale perla che farà ridere a crepapelle la sua platea. Girata totalmente in bianco e nero, la pellicola è un omaggio al cinema primitivo, quello che negli anni successivi alla sua nascita si divertiva a stupire le folle di neospettatori alle prese con la nuova mirabilia.
Gusto per la gag e per la magia - di cui il cinema è il legittimo erede - De Heer crea un universo di personaggi unici e indimenticabili: il maldestro Plonk e il suo aiutante Paulus (sordomuto come il cinema che interpreta), (…); l'attraente Mrs. Plonk, donna d'altri tempi gelosa e piuttosto ingombrante; un cane tuttofare che, in ogni situazione, trova il suo diversivo in una minuscola pallina da tennis che segue dappertutto.
Un po' Lumiere e un po' Meliès, di cui De Heer ricorda le gesta (l'uscita dalla fabbrica, il passaggio del treno, i trucchi di magia), fino a trasformare il suo lungometraggio in qualcosa di assolutamente godibile e originale, tappa obbligata per tutti gli amanti del cinema vecchio e nuovo. E non è un caso, se il nuovo mondo - quello futuro - è del tutto simile al vecchio, salvo per un piccolo particolare: lo strano comportamento degli esseri umani di fronte a una scatola luminosa che intimorisce e conquista. La prova di una fine del mondo che solo il cinema può ancora testimoniare. Si salvi chi può.
DE HEER Rolf – Heemskerk (Olanda), 1951
Nato in Olanda nel 1951, De Heer arriva in Australia con la sua famiglia all'età di 8 anni. La sua carriera comincia all'Australian Brodcasting Corporation, dove lavora fino a quando comincia a realizzare i primi lungometraggi.
Si fa conoscere al grande pubblico con il thriller ‘Incident At Ravent's Gate’ (1987), cui segue ‘Dingo’ (1990) con la leggenda del jazz Miles Davis nella sua unica apparizione cinematografica della sua carriera. Con ‘Bad Boy Bubby’ (1993) si aggiudica il Premio Speciale della Giuria e il Premio Internazionale della Critica al Festival di Venezia del 1993. Seguono ‘La stanza di Cloe’ (1996), ‘Balla la mia canzone’, ‘The Tracker’ (2002), il thriller psico-sessuale 'Alexandra's Project', e 'Dieci Canoe - Ten canoes' (2006), storia di (primordiale) amore proibito ricostruita con documentata fantasia e realizzata con attori aborigeni non professionisti.
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