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Uno sguardo sul genere: Comiche mute
Le comiche sono un genere cinematografico diffusosi nel periodo del muto con una comicità, basata sulla mimica e il linguaggio del corpo, detta slapstick. Derivato dalla Commedia dell’arte lo slapstick si forma agli inizi del ‘900 in Francia grazie ad attori quali Marcel Fabre (Robinet), André Deed (Cretinetti) e l'italiano Ferdinand Guillaume (Tontolini o Polidor). Il genere viene poi ripreso e portato alla perfezione nel corso dell’età dell’oro del cinema muto soprattutto per merito di Mack Sennett. Fondatore della Keystone pictures, Sennett tra il 1910 e il 1929 dirige, recita o produce più di un migliaio di pellicole, meritandosi l’appellativo di “Re della commedia”. Una delle doti di Sennett fu la capacità di scoprire talenti ed infatti fu lui a lanciare alcuni dei più importanti attori dell’epoca: Charlie Chaplin, Roscoe 'Fatty' Arbuckle, Mabel Normand, Fred Mace, Ben Turpin. Altri grandi attori del periodo furono Buster Keaton, Mack Swain, Charley Chase e Harold Lloyd.

Con l’avvento del sonoro Sennett si fece da parte e la scena fu tutta per un altro regista e produttore: Hal Roach. Anch’egli con un ottimo fiuto per i talenti, Roach riuscì a trasportare la comicità fisica e immediata dello slapstick anche nei film sonori. L’esempio più palese lo si ha nel più grande due comico di sempre ovvero Stanlio e Ollio (Stan Laurel e Oliver Hardy), la cui comicità non si basava sui dialoghi ma era ancora saldamente legata alla gag, allo scivolone, alla torta in faccia. Stanlio e Ollio non sono gli unici ad aver portato avanti le comiche anche nel sonoro, basti pensare a I tre Marmittoni (Moe Howard, Curly Howard e Larry Fine, sostituiti poi da Curly Joe DeRita e Emil Sitka), alla serie Simpatiche canaglie o ai cartoni animati Tom and Jerry o Willie il Coyote.

Ovviamente però questo tipo di cinema negli anni si è perso e le occasioni di vederlo riproposto oggi si contano sulle dita di una mano. Uno dei più grandi attori muti “tardivi” è stato senza dubbio Jacques Tati che con il personaggio di Monsieur Hulot recupera quel genere di comicità mimica che non si vedeva dai tempi di Chaplin e Keaton. Più slapstick invece una delle ultime comiche mute viste al cinema: L'ultima follia di Mel Brooks (1976), in cui Mel Brooks interpreta proprio un regista fallito che vorrebbe rilanciarsi girando un grande film muto.

Tra il 1955 e il 1989 però il miglior esempio di comica slapstick non lo si trovava al cinema, ma in televisione, grazie al geniale programma The Benny Hill Show. Più di 100 episodi in cui l’attore Alfred Hawthorn Hill si sbizzarrì a ripescare in tutta la comicità slapstick ma attualizzandola e modernizzandola. A dimostrazione che lo slapstick è un genere eterno, se nel 1989 chiudeva The Benny Hill Show, il 1° gennaio 1990 iniziava una nuova serie comica slapstick: Mr. Bean. Rowan Atkinson con il suo Mr. Bean, raccoglie l’eredità di Tati, dando un’originalità al suo personaggio al tempo stesso ingenuo, goffo ed egoista.

L’ultimo tassello in questo percorso è un film australiano intitolato Dr. Plonk (2007) diretto da Rolf De Heer. Girato con una pellicola dell’epoca (in parte scaduta), il film segue fedelmente le regole delle comiche slapstick riportando l’attenzione sull’uomo e sulla fisicità, in controtendenza con la produzione cinematografica moderna sommersa dagli effetti digitali.
Marco Frassinelli

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