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Lunedì 23 Febbraio Grandi registi internazionali
RED BELT
(USA, 2008) di David Mamet - dur. 99’
con Chiwetel Ejiofor, Emily Mortimer, Joe Mantegna, Tim Allen, Rodrigo Santoro
Mike Terry, veterano della Guerra del Golfo, è un insegnante di Jiu-Jitsu che lavora alacremente nella propria scuola di arti marziali e autodifesa, essendosi sempre rifiutato di combattere a pagamento. Nonostante gli affari vadano male, la sua condotta è impeccabile, ma quando per una serie di eventi fa la conoscenza di un organizzatore di incontri e di una star del cinema, la sua vita cambia per sempre. (Andrea Chirichelli, MYmovies 2008)
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Così la critica:
Andrea Chirichelli (MYmovies 2008):
Stavolta David Mamet gioca in casa: il regista pratica da anni le arti marziali, e sa come trattare la materia di cui parla. RedBelt è un film sui valori, la spiritualità e la filosofia sottesa al concetto di Jiu-Jitsu, e non certo un film dove ci si picchia dal primo all'ultimo minuto, avvertenza questa necessaria per i cultori delle arti marziali che potrebbero travisare il contenuto del film. A questo si aggiungono i sempre scoppiettanti dialoghi, usciti da una penna stavolta particolarmente felice, che confermano l'abilità di Mamet nel costruire personaggi interessanti e nel dare spessore e profondità a una storia ricca (forse persino troppo) di colpi di scena, coincidenze e appuntamenti col destino. Nel cast, che offre una delle rare prestazioni "serie" del comico Tim Allen, spicca la bravura di Chiwetel Ejiofor, credibile nella parte assegnatagli e capace di mostrare con indubbia efficacia il dilemma vissuto da un samurai post moderno, da un vita rispettoso del codice di condotta ma adesso blandito dalle tentazioni economiche di competere nel circuito professionista delle arti marziali. Film sportivo ma non troppo, ricco di felici intuizioni (le tre palline bicolori) e di una grande prova di recitazione da parte del variegato cast, RedBelt conferma il talento di uno dei più celebrati drammaturghi del dopo guerra: non siamo ai livelli di Americani, ma stavolta ci siamo andati molto vicini.
Mauro Gervasini (FilmTV):
Ennesimo, magnifico film di David Mamet. Uno dei migliori di sempre sulle arti marziali. Rivoluzionario (...)
Magnifico film Redbelt (la cintura rossa è quella assegnata al più onorevole dei maestri), uno dei migliori di sempre sulle arti marziali, costruito sul solito sistema delle scatole cinesi caro a David Mamet ma risolto facendo primeggiare l’etica di chi non scende a compromessi e prima di tutto vince con se stesso. «La cintura serve a tenere su i pantaloni» dice a un certo punto Chiwetel Ejiofor, bravissimo sensei travolto dagli eventi, come dire che non conta sia nera o bianca, perché è la persona a fare la differenza. Filosofia apparentemente banale, invece rivoluzionaria in un mondo di puri simulacri come quelli che Mamet, dalla notte dei tempi, rappresenta. Il cosiddetto professore che nell’ultima, straziante ed essenziale scena premia il protagonista è Dan Inosanto. Una leggenda.
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MAMET David - Chicago (USA), 1947
Al suo attivo lavori teatrali, raccolte di saggi, romanzi, sceneggiature, regie teatrali e cinematografiche. I personaggi di Mamet sono dei fantasisti dell’inganno e dell’avidità, come si nota fin dal suo primo lungometraggio (La casa dei giochi, 1987), dove "prende forma anche sullo schermo uno stile personale, fatto di dialoghi vertiginosi, giochi e illusionismi verbali che mascherano la verità, stratagemmi narrativi che ruotano intorno a misteri e storie complesse" (Canova). La sua attività registica prosegue con Le cose cambiano (1988), Homicide (1991), The Winslow Boys (1999), Hollywood, Vermont (2000, è un cinico sguardo sull mondo del cinema), Il colpo (2001).
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