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Mercoledì 5 Dicembre Per i 100 anni della C.G.I.L. e i 50 anni dell'A.R.C.I.
Due proiezioni: ore 16.15 - 21.15
IL MIO PAESE
di Daniele Vicari - dur. 105' Italia 2006
Documentario, nato produttivamente in sintonia con il Centenario della C.G.I.L. La sua formula distributiva coinvolge l’A.R.CI. nel suo cinquantenario.
Viaggio nell’Italia di oggi, da Gela a Marghera, per raccontare i problemi di un paese con grandi difficoltà economiche e sociali. Un percorso da sud a nord, che si confronta con le immagini che girò nel 1959 il regista olandese Joris Ivens, commissionato dal fondatore dell’ENI Enrico Mattei, realizzando “L’Italia non è un paese povero".
Vincitore di 1 premio internazionale:
· David di Donatello 2007: Miglior documentario
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Così la critica:
Federico Gironi (Cineforum):
“Il mio paese” è un documentario di grande importanza, cui va riconosciuto il grande merito di essere tanto umile e intelligente da non voler fornire risposte e verità assolute, da non essere manifeste, ma di problematizzare quel che racconta, rifuggendo dalla militanza accecante e limitante
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Michele Gottardi (Segno Cinema):
A emergere in questo documentario non è un’immagine positiva dell’Italia di oggi, certamente più ricca di allora, ma molto più disomogenea. A colori e in bianco e nero, 50 anni fa come oggi, la migrazione ha volti diversi (dai Siciliani in partenza dalla Germania ai Nordafricani in arrivo in Sicilia) gli stessi sguardi di chi affronta il futuro senza paura, perché non ha niente da perdere
Alessandra Levatesi (La Stampa):
Il vecchio documentario di Joris Ivens, mostrava una realtà in bilico tra modernità e arcaismo, miracolo del boom e miseria; a Mattei piacque, alla RAI no, per cui fu censurato e mandato in onda in piena estate. Ora, a distanza di quasi mezzo secolo, ripercorrendo all’inverso il tragitto di Ivens e mettendo a confronto immagini di ieri e di oggi, Vicari trova un paese in preda ad analoghe difficoltà.
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VICARI Daniele Castel di Tora, Italia 1967
All’inizio della carriera è autore di diversi cortometraggi e documentari e partecipa al film collettivo ‘Partigiani’, coprodotto dall’ANPI. Nel 1999 realizza il documentario 'Non mi basta mai', con cui vince il premio Cipputi al festival di Torino. Girato in collaborazione con Guido Chiesa, il film va a trovare alcuni personaggi legati agli avvenimenti che, tra il settembre 1979 e l'ottobre 1980, sconvolsero Torino: dall'allontanamento dalla Fiat di 61 presunti filoterroristi all'annunciato licenziamento di 14.496 operai e il conseguente blocco dei cancelli durato 35 giorni. Attualità e violenza, segnano l’esordio nel lungometraggio di finzione: ‘Velocità massima’ (2002) è il ritratto del mondo notturno delle gare automobilistiche clandestine, metafora di una civiltà basata sull’affermazione individuale a ogni costo. “Un film riuscito come ritratto di un'Italia marginale, disperata e involgarita”, in cui Vicari “tenta di recuperare quel cinema medio fatto con professionalità, voglia di mettere le cose in fila perbene. Un cinema non si fa più perché ormai tutti vogliono girare capolavori, e nessuno sa più cosa sia il cinema di genere”. Nel 2005 dirige ‘L’orizzonte degli eventi’.
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