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Lunedì 4 Febbraio Uno sguardo sul genere
IL LABIRINTO DEL FAUNO
(Pan's Labyrinth) di Guillermo Del Toro - dur. 112' Messico, Spagna, USA 2006
Con Sergi López, Maribel Verdú, Ivana Baquero, Doug Jones, Alex Angulo, Adriana Gil
Spagna 1944. Durante l’avanzata di Franco la giovane vedova Carmen raggiunge il nuovo compagno Vidal, capitano dell'esercito, con la figlia dodicenne Ofelia. La bambina per sfuggire alla difficile situazione si rifugia in un mondo di fiabe che si materializza con la presenza di un fauno che le rivela la sua vera identità…
Vincitore di 64 premi internazionali (+55 nominations), tra cui:
· Premio Oscar 2007: Miglior fotografia, Miglior scenografia, Miglior trucco, Miglior film straniero (nomination), Miglior colonna sonora (nomination), Miglior sceneggiatura (nomination) · Fantasporto 2007: Miglior film, Miglior attore
· Festival di Cannes 2006: in concorso
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Così la critica:
Paolo Zelati (Castelrock)
Fiaba nera per adulti senza aggiunta di melassa, Il labirinto del Fauno, rappresenta la parte centrale di una ideale trilogia sulla Spagna, iniziata dal regista messicano nel 2001 con “La spina del diavolo” e che si concluderà a breve con “3993”, film che Del Toro ambienterà nella Spagna post-franchista degli anni 90...
Molto politico, senza mai essere didascalico, Il labirinto del Fauno veicola tutta l'indignazione del regista per un periodo (la dittatura di Francisco Franco) che ha rappresentato la morte spirituale di un'intera nazione. Il punto di vista di Ofelia (simbolo dell'infanzia violata e, contemporaneamente, del futuro negato) è centrale in una narrazione equilibrata e sempre in bilico tra la feroce realtà del fascismo e l'immaginario mondo del labirinto.
Toccante e sincero, pauroso e affascinante, come solo le grandi fiabe possono essere, Il labirinto del Fauno può contare su un cast in perfetta forma e su una colonna sonora da pelle d'oca.
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Luca Castelli (Il Mucchio Selvaggio)
Del Toro compie un lavoro registico magnifico, soprattutto per come riesce a saltare da un livello all'altro, dagli scenari di guerra al reame delle fiabe, dando vita a creature indimenticabili e mantenendo un'uniformità narrativa vibrante. Il succo del discorso è la sempre eterna rivalità tra la realtà e la fantasia e il verdetto finale appare oltremodo drastico. Le fate non esistono, i fauni neppure e chi vive di fantasia è destinato a soccombere alle durezze del mondo reale. Ma siamo sicuri che sia proprio così? Noi no, Del Toro neanche e ce lo fa capire.
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DEL TORO Guillermo - Guadalajara, Messico, 1965
Frequenta l’Università di Guadalajara. Inizia la carriera occupandosi di postproduzione di film messicani. È quindi curatore di effetti speciali, saggista e critico cinematografico. Dopo vari corti, tre film tv e diverse sceneggiature, esordisce nel lungometraggio con “Cronos” (1993): vincitore di premi internazionali, è una curiosa e personalissima rivisitazione dell’horror vampiresco. Il successo del film lo porta a fondare la sua casa di produzione, la Tequila Gang. Nel 2001 dirige “La spina del Diavolo”, storia di fantasmi e guerra civile spagnola in cui De Toro mescola elementi tratti dal cinema fantastico, dall’horror, dal melodramma e dallo storico. Il successivo “Blade II” (2002) è la seconda puntata delle avventure del vampiro mezzo umano, senza dubbio la migliore della serie. Del Toro ha il merito di aver traghettato “Blade” “da popcorn movie a rispettabile film horror” (Fagnani).
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