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Lunedi' 18 Febbraio Registi europei
CUORI
(Coeurs) di Alain Resnais - dur. 125' Francia, Italia 2006
Con Lambert Wilson, Laura Morante, Sabine Azema, André Dussolier, Pierre Arditi
Il vecchio maestro Alain Resnais (84 anni) torna a mettere in scena una piece dell’amato commediografo inglese Alan Ayckbourn per fornirci un piccolo esercizio da camera di angosce e solitudini. Protagonisti sono sei personaggi che si aggirano intrappolati tra appartamenti, bar e uffici del nuovo quartiere parigino di Bercy, simbolo della Parigi culturale del nuovo millennio.
Vincitore di 5 premi internazionali (+9 nominations), tra cui:
· European Film Awards 2007: premio FIPRESCI
· Mostra del cinema di Venezia 2006: Leone d'argento per la miglior regia
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Così la critica:
Natalino Buzzone (Il Secolo XIX)
Sei personaggi in una Parigi dalla perenne tempesta di neve, i cui fiocchi servono a scandire il passaggio da una storia all’altra. L’anziano e geniale maestro riflette sui sentimenti, sulla solitudine e sulla morte, secondo i dettami di uno stile purissimo, avvolgente e quasi da camera sterile. L’interpretazione corale (André Dussolier e Sabine Azema in stato di grazia) è perfetta. La commedia s’impenna quando l’eccentricità diventa irresistibile umorismo.
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Roberto Nipoti (La Repubblica)
Un balletto dei destini incrociati, dove ogni speranza è destinata a fallire al contatto con la realtà dà luogo a un film crepuscolare e pessimista; ma è dell’arte di Resnais rivestire il pessimismo di eleganza e ironia poetica, fino a renderlo quasi dolce. Le vite dei sei personaggi si sfiorano, si incrociano, si dividono in due ore di spettacolo concertate con una precisione millimetrica, eppure mai artificiosa. E’ come se i vecchi maestri europei si depurassero sempre più col passare degli anni: incredibile la limpidezza dello sguardo raggiunta. “Cuori” fa pensare ad una canzone senza una stecca, armoniosa, allegra e malinconica insieme, intonata da un coro di attori uno più bravo dell’altro.
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RESNAIS Alain Vannes, Francia, 1922
E' uno dei più importanti registi francesi contemporanei. E' un uomo senza biografia, nel senso che si sa poco o niente della sua vita privata. Nel 1939 si trasferisce a Parigi per fare l’attore e nel 1943 si iscrive all'IDHEC, famosa scuola di cinema, dove studia per due anni fotografia e montaggio. Colto, aristocratico nell'animo e per ceto sociale, raffinato, il regista ha firmato opere complesse, tipicamente francesi. L'esordio risale al 1948 con un documentario d'arte e nel 1958 realizza il suo primo lungometraggio 'Hiroshima mon amour', su un soggetto di Marguerite Duras. Seguiranno 15 film di altissimo livello tra cui il drammatico 'L'anno scorso a Marienbad' (vincitore del Leone d'oro a Venezia 1961), 'La guerra è finita’ (storia di un militante spagnolo messo a confronto con le pratiche terroristiche delle nuove generazioni), 'Providence' (1977, considerata la sua opera migliore, in cui indaga nella psiche, nel modo in cui l'essere umano vive il passato e soprattutto sui rapporti che intercorrono tra realtà e creazione letteraria), ‘Mon oncle d'Amérique’ (1980, Premio Speciale della Giuria a Cannes), ‘'Mélo' (1986, una provocazione che investe il lavoro degli attori), ‘Voglio tornare a casa!' (1989). Nel 1995 riceve il Leone d'oro alla carriera.
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