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Lunedì 19 Maggio
CARAMEL
(Sukkar banat) di Nadine Labaki - Durata 96' Francia, Libano 2007
Con Nadine Labaki, Yasmine Al Masri, Joanna Moukarzel
A Beyrouth le donne si danno un gran da fare per essere vistosamente attraenti e alla moda e così il salone di bellezza “Si Belle” procede a gonfie vele tra chiacchiere, tinture, paste depilatorie e preparativi di seduzione. Ma dietro l’apparenza, Lavala, la padrona, Rina, la shampista, Jamale, l’assidua frequentatrice, Nisrine, la lavorante, Lili e Rose, le vicine, nascondono tutte il bisogno di uno strappo a regole ormai troppo strette.
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Cosi la critica:
Claudia Resta (MyMovies)
Nadine Labaki, insieme protagonista e regista del film, ci propone un affresco sulle donne, che non mancherà di andare dritto al cuore delle spettatrici, ma non solo. Un acquerello a tinte delicate, mai volgari, che tratta però temi di scottante attualità: la guerra, la convivenza tra cristiani e musulmani, il mischiarsi di abitudini ed etnie differenti. Stupiti, contempliamo come i problemi del mondo femminile siano sempre gli stessi, anche se il progresso sembra essersi fermato agli anni '80. Le donne fanno scudo, insieme, per affrontare le difficili realtà da cui sono circondate ed assalite. Con colori e fotografia degni dei pittori fiamminghi, Labaki poggia lo sguardo sulle dolci malinconie quotidiane, senza cadere nello scontato o nello stucchevole, e riuscendo a raccontare ben sei storie in una sola, senza che nessuna prenda il sopravvento. Narra attraverso gli occhi, i suoni, gli odori, in modo così pregnante da convincerci di poter toccare e assaporare, come se fossimo realmente immersi nell'atmosfera della ben bilanciata sceneggiatura. Una parola a parte va indubbiamente spesa per la colonna sonora, dosata con saggezza, sempre presente e non stancante, che non mancherà di far ricordare il suo autore, Khaled Mouzanar.
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Alessandra Levantesi (La Stampa)
Paese travagliatissimo il Libano, donde giungono di continuo allarmi di violenza e sangue. Però a dispetto dell'inquietante contesto, anche sotto i cieli mediorientali si può vivere come dappertutto una normalità intessuta di piccole cose, gioie e dolori, solitudini e amori. Lo dimostra Caramel di Nadine Labaki, 32enne attrice al debutto nella regia, che lo scorso maggio alla Quinzaine di Cannes ha suscitato l'entusiasmo del pubblico per la grazia con cui sa introdursi nella complessa realtà di Beirut attraverso un piccolo spaccato femminile.
Nella commedia dolceamara i rapporti acquistano calore e colore mediterranei; e in questo dilaniato angolo del mondo, sempre sull'orlo della guerra civile, l'affresco di una cronaca quotidiana dove le diversità convivono in piena armonia risuona come un appello alla pace. È un messaggio ben colto da alcuni entusiasti spettatori libanesi che sulle pagine di Internet invitano a vedere un film che fuori da ogni settarismo parla con tanta verità del loro paese.
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LABAKI, Nadine - Baabdat, Libano, 1974
Di origine libanese, Nadine Labaki si diploma in Audiovisual Studies presso la Saint Joseph University di Beirut. Il suo cortometraggio di diploma ('11 Rue Pasteur', 1997) ottiene il premio per il miglior corto alla Biennale del cinema arabo di Parigi. Negli anni successivi è prevalentemente regista di commercials e video musicali per cantanti del Medio Oriente. Nel 2004 è invitata a partecipare al Cannes Festival Résidence, nell'ambito del quale scrive la sceneggiatura di 'Caramel', che nel 2007 rappresenterà il suo debutto come regista di lungometraggi. La storia è ambientata in un salone di bellezza di Beirut dove le donne, finalmente sole, parlano dell'amore e degli uomini, che raramente sono buoni. La giovane regista "costruisce il suo film come una conversazione perplessa sul senso della vita e sull'avara speranza dll'arrivo di una fragile felicità" (Carabba, CdSera).
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