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Stagione 2007 2008
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CARAMEL
(Sukkar banat) di Nadine Labaki
Commedia - Francia, Libano, 2007 Durata 96
con Nadine Labaki, Yasmine Al Masri, Joanna Moukarzel, Gisèle Aouad, Adel Karam, Siham Haddad.
Natale al Caramello
Lo scorso anno l’ancora di salvezza per gli amanti del cinema nel periodo natalizio fu Dopo il matrimonio di Susane Bier, film che riscosse un notevole successo (nei limiti, ovviamente, di un prodotto “d’essai”) quando di solito le sale si riempiono di amanti di cinepanettoni e di altra paccottiglia. Il 2007 potrebbe invece essere l’anno di Caramel, coraggiosa opera prima di una attrice-regista libanese, Nadine Labaki: un film serio e impegnato sulla condizione della donna a Beirut, gestito e condotto in maniera divertente e leggera, recitato magnificamente (sul doppiaggio non so dire, ho avuto la fortuna di vederlo in lingua originale) e con qualche risvolto amaro, perché la vita è anche questo.

Ambientata nella capitale mediorientale, la pellicola narra la storia di cinque donne, cinque amiche che frequentano un salone di bellezza (dall’insegna cadente), un piccolo mondo protetto in cui tre di esse lavorano (Layala, Nisrine e Rima) ma in cui tutte riescono a esprimere la loro femminilità, a confessare i loro sogni e a discutere i propri problemi senza doversi nascondere e senza dover fare i conti con la società.
Layala – interpretata dalla stessa regista – è l’amante di un uomo sposato (che non si vedrà mai, se non in una fugace inquadratura da lontano) che la usa e trascura, Nisrine è musulmana e promessa sposa, Rima è attratta dalle donne ma non riesce a vivere pienamente questa sua condizione. La sarta Rose, vicina del salone di bellezza, è anziana e vede passarle davanti l’ultima possibilità di essere felice con un uomo; Jamale invecchia e non riesce a farsene una ragione, passando le giornate a fare provini per la televisione. Gli uomini nel film sono allo stesso tempo un contorno della storia e il centro dei discorsi che si susseguono nel salone.

Girato con un budget di 1.600.000 dollari, Caramel ha partecipato all’ultimo Festival di Cannes, nella sezione Quinzaine des Réalisateurs, risultando la pellicola più venduta sui mercati internazionali. Al San Sebastian Film Festival ha sbancato vincendo invece il Premio del Pubblico, il Premio della Gioventù e il Premio Sebastiane. Il riconoscimento però più meritato è stato quello assegnato all’ultima edizione del Middle East International Film Festival: l’Abu Dhabi Black Pearl come migliori attrici a tutto il gruppo delle protagonist (Nadine Labaki, Yasmine Al Masri, Joanna Moukarzel, Gisele Aouad, Siham Haddad e Asiza Semaan). Tranne Labaki e Adel Karam, che interpreta un poliziotto innamorato di Layala, tutte le altre attrici sono alla prima esperienza di fronte alla macchina da presa. Il risultato del loro lavoro è straordinario: la regista ha confessato che il casting è durato a lungo, è stato necessario cercare per le vie della città i volti giusti, le persone giuste per rendere “vere” quelle storie. Uno sforzo più che ripagato.

Labaki, nata nel febbraio del 1974, è al suo primo lungometraggio ma è nota nel suo Paese come una delle migliori registe di video musicali. Da attrice ha partecipato al film Bosta, Ramad e al corto The Seventh Dog. Per musicare il suo esordio cinematografico ha chiamato Khaled Mouzanar, il suo fidanzato. Caramel è il candidato ufficiale del Libano per le nomination dei migliori film stranieri ai prossimi Academy Awards di Los Angeles. Presentato in anteprima nazionale all’ultimo Sottodiciotto torinese, il film ha riscosso un’incredibile successo e ha avuto lunghi applausi al termine della proiezione. Uno splendido gioiellino che, spero, saprà affascinare molti spettatori in queste prossime feste.
Carlo Griseri (www.cineboom.it)
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