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SITGES 2011
45° Edizione
Sitges - Festival internazionale del cinema fantastico della Catalogna (Spagna, dal 1968) è uno dei più importanti festival europei dedicati al cinema fantastico.


Sito ufficiale
Sitges Festival


Altre risorse
Sitges 2008 (prima parte)
Sitges 2008 (seconda parte)
Sitges 2007 (prima parte)
Sitges 2007 (seconda parte)
Sitges 2011 (1° parte)

Sono più di venti i film che sono riuscito a vedere nei pochi giorni che ho trascorso al Festival di Sitges. Ecco delle brevissime recensioni di quelli delle Sezioni Ufficiali.

La locandina
Una scena del film
Kike Maillo

EVA di Kike Maillo
Spagna, 2011

La pellicola di inaugurazione del Festival si è rivelata anche una delle più interessanti dell'intera kermesse. Ambientato nel 2041 il film racconta di Alex, un brillante progettista che ritorna dopo anni nella città dove è cresciuto. Lo scopo: riprendere e portare a termine il suo vecchio progetto di creare un bambino robot capace di provare emozioni. Qui incontra nuovamente Lana, l'amore giovanile oggi sposata con suo fratello David e madre della piccola Eva, con la quale si crea subito una forte empatia.
C'era molta curiosità in merito a questo film: il genere "fantascienza robotica" non è certo uno dei più frequentati in Europa e tanto meno in Spagna. Un film intimistico dove, anche se i personaggi si muovono e agiscono in un contesto futuristico, al centro ci sono i rapporti interpersonali, le emozioni, drammi, affetti e amori. La fantascienza robotica però non è solo un pretesto narrativo e uno dei temi principali è l'etica della scienza (con riferimenti espliciti alle tre leggi della robotica). Da segnalare gli ottimi effetti speciali, davvero sorprendenti per film con un budget inferiore agli 8 milioni di euro. Regia dell'esordiente Kike Maillo. Nel cast Daniel Brühl (Bastardi senza gloria, The Bourne ultimatum - Il ritorno dello sciacallo), Marta Etura (Cella 211, Bed Time) e la giovanissima Claudia Vega, anima del film grazie alla sua spontaneità.

La locandina
Una scena del film
Joe Cornish

ATTACK THE BLOCK di Joe Cornish
Regno Unito, 2011

Sicuramente film rivelazione di questa edizione (dove si è aggiudicato il Premio del Pubblico e il Premio Speciale della Giuria), Attack the Block è anche uno dei pochi ad essere stati distribuiti in Italia. Ambientato in un quartiere periferico di Londra, il film ha per protagonista una baby gang multietnica. Mentre il gruppetto di giovani criminali è alle prese con un rapina, precipita vicino a loro uno strano essere che provvedono subito ad uccidere e farne un trofeo da esibire in giro per il quartiere. Quello che non sanno è che di lì a poco si ritroveranno in mezzo ad una vera e propria invasione aliena, con l'arrivo dal cielo di centinaia di grossi lupi senza occhi e con denti affilatissimi. La banda però non demorde e, armati di spranghe e coltelli, i ragazzi decidono di difendere a tutti i costi il quartiere popolare dove vivono.
La forza di questo film sta soprattutto nell'abilità di mescolare e alternare la tensione dell'horror-fantascienza alla comicità, grazie alla simpatia e sboccata autoironia dei giovani teppistelli. Le citazioni e i riferimenti pop si sprecano e anche le scene di maggior tensione riescono a strappare un sorriso o una risata allo spettatore. Prodotto dalla Big Talk Productions (quelli di L'alba dei morti dementi, Hot Fuzz e Scott Pilgrim vs. the World), il film è scritto e diretto da Joe Cornish (sceneggiatore di Le avventure di Tintin: Il segreto dell'Unicorno) e interpretato da affiatato gruppo di giovanissimi.

La locandina
Una scena del film
Michel Ocelot

LES CONTES DE LA NUIT di Michel Ocelot
Francia 2011

C’è poco da dire, Michel Ocelot è senza dubbio uno dei più interessanti animatori al mondo e il suo cinema non smette mai di stupire per temi e scelte stilistiche. Dopo il digitale di Azur e Asmar, con questo film l'autore di Kirikù torna alla tecnica del teatro d'ombre già utilizzata in Principi e principesse. Come Principi e principesse, anche Les Contes de la nuit è un film a episodi dove ogni storia nasce dalla fantasia di due ragazzi e un uomo anziano che ogni sera si divertono a creare o rielaborare le storie che vediamo sullo schermo. Storie di amori impossibili, in contesti fiabeschi da Mille e una notte, con draghi, mostri e prove da superare.
Con questo film Ocelot si confronta per la prima volta con il 3D stereoscopico e lo fa in modo molto intelligente, senza diventarne schiavo. Il problema della tecnica delle silhouette sta nella bidimensionalità della messa in scena che rischia di appiattire i soggetti sullo sfondo. Ocelot utilizza quindi la stereoscopia proprio per risolvere questo inconveniente staccando tra loro almeno tre piani: i personaggi, quello che hanno di fronte e lo sfondo. In questo modo la scena è molto più leggibile e lo spettatore viene ancor più preso dall’azione e dall’estetica del film.

La locandina
Una scena del film
Xavier Gens

THE DIVIDE di Xavier Gens
Germania, USA, Canada, 2011

Il film si apre con una pioggia di missili che distruggono New York City. La città è nel panico e un gruppo di persone riesce a mettersi in salvo chiudendosi all’interno di un bunker nello scantinato del loro palazzo. Concluso l’attacco i superstiti rimangono indecisi sul da farsi: alcuni di loro vorrebbero uscire per capire cosa è successo e cercare aiuto. Altri sono contrari: temono che aprendo la porta del bunker possa entrare all’interno una nube radioattiva nel caso la città fosse stata colpita da ordigni nucleari. Nascono così i primi dissapori e si formano due fazioni. Quanto potranno convivere in uno spazio chiuso un gruppo di persone che si disprezzano, con poco cibo e condizioni igieniche precarie?
Il film parla proprio di questo: di come gli essere umani possano degenerare in bestie in condizioni di vita estreme. Film claustrofobico, angosciante e con una regia morbosa che non ci risparmia i dettagli più cruenti e nauseanti. Dietro la macchina da presa il francese Xavier Gens, autore di Hitman - L'assassino e Frontiers - Ai confini dell'inferno. Nota di merito per il cast, in particolare Milo Ventimiglia (Heroes, Rocky Balboa), Michael Eklund (Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo) e soprattutto il redivivo Michael Biehn, indimenticato Kyle Reese del primo capitolo di Terminator.

La locandina
Una scena del film
Juan Martinez Moreno

LOBOS DE ARGA di Juan Martinez Moreno
Spagna, 2011

Tomas Marino è uno scrittore senza molto successo che torna nel paese d’origine della sua famiglia, Arga, un piccolo villaggio in Galizia, convinto che il sindaco lo voglia premiare con le chiavi della città. Quello che ignora è che gli abitanti di Arga non vedono per nulla di buon occhio la stirpe dei Marino in quanto credono che nel loro sangue scorra la maledizione della licantropia. Si troverà perciò a dover combattere per la propria vita insieme ad un bizzarrissimo gruppo di compagni di disavventure e... un cane.
Lobos de Arga si rivela ben presto un horror-comedy dove tra maledizioni e lupi mannari abbondano tantissime scene divertenti con buona dose di comicità nera. Uno dei film migliori visti al Festival che conferma la buona salute del cinema di genere spagnolo. Da non perdere!

La locandina
Una scena del film
Gareth Maxwell Roberts

THE MORTICIAN di Gareth Maxwell Roberts
Regno Unito, USA, 2011

È in una Inghilterra povera, fatta di quartieri malfamati e ghetti, che si svolge The Mortician. Protagonista un coroner freddo e distaccato dal mondo che ha intorno. La sua vita monotona viene sconvolta dall’autopsia di una giovane donna che lo rende a conoscenza di segreti scomodi e lo trasporta in un mondo di violenza e criminalità.
Sicuramente The Mortician è uno dei film meno apprezzati di questa edizione di Sitges. E neanche la scelta di affidare il ruolo del protagonista al celebre rapper Method Man risulta giovare al film. Anzi! La sua recitazione risulta fin troppo monocorde e compassata per riuscire a creare un feeling con lo spettatore.

La locandina
Una scena del film
Rebecca Daly

THE OTHER SIDE OF SLEEP di Rebecca Daly
Irlanda, Ungheria, Paesi Bassi, 2011

Arlene sembra vivere tranquilla nel cuore dell’Irlanda rurale. Ma dietro la facciata si nasconde un grosso trauma: quando era piccola sua madre fu brutalmente uccisa e lei da allora soffre di insonnia cronica e sonnambulismo. Quando un’altra donna viene uccisa in maniera simile alla madre, la vita di Arlene viene nuovamente sconvolta e si ritrova al centro di un morboso circolo di sofferenza e di ricordi.
Un thriller psicologico che passa senza soluzione di continuità tra realtà e incubo. Non vengono fornite molte spiegazioni e di gran parte della vicenda non viene data una spiegazione chiara e precisa. L'intento della regista Rebecca Daly sembra essere infatti non di concentrarsi sul giallo dell'omicidio ma su come questo abbia ripercussioni sulla provata mente della giovane protagonista.

La locandina
Una scena del film
Tony Ching Siu-tung

THE SORCERER AND THE WHITE SNAKE di Tony Ching Siu-tung
Cina, 2011

Durante un viaggio attraverso le montagne il giovane Xu Xian cade in un lago dove viene salvato da una bellissima donna, in realtà un demone mutaforma. Il demone si innamora del giovane e decide di infiltrarsi nel mondo degli umani per sposarlo. E le cose sembrano funzionare, finché tra loro non si metterà il monaco Fahai, maestro di Xu Xian e cacciatori di demoni.
Dietro la camera da presa Tony Ching Siu-tung, regista (Storia di fantasmi cinesi, L'imperatrice e i guerrieri) ma anche e soprattutto grandissimo coreografo di scene d’azione (Shaolin Soccer, La foresta dei pugnali volanti, La città proibita). Un film visionario e affascinante, con una bella ambientazione che unisce il fantasy Sword and Sorcery alle leggende cinesi. Ottimo tutto il cast ma in particolare il grande Jet Li, a cui sono affidati i combattimenti più coreografici.

La locandina
Una scena del film
Bettina Oberli

THE MURDER FARM di Bettina Oberli
Germania, Svizzera, 2009

Arriva al festival con due anni di ritardo questo piccolo film di Bettina Oberli. La storia si apre con il massacro della famiglia Danner nella loro fattoria in mezzo alla foresta bavarese poco dopo la fine dalla Seconda Guerra Mondiale. Due anni dopo Kathrin arriva nello stesso paese per seppellire sua madre. A poco a poco gli abitanti del paesino confidano a Kathrin i loro sospetti e la giovane inizia a pensare che possa esserci un collegamento tra la madre e la strage dei Danner.
Film cupo e drammatico, tratto dall’omonimo romanzo di Andrea Maria Schenkel. Protagonista la tedesca Julia Jentsch, nota soprattutto per il suo ruolo di Sophie Scholl in La rosa bianca.

La locandina
Una scena del film
Matthew Parkhill

THE CALLER di Matthew Parkhill
Regno Unito, Puerto Rico, 2011

Mary Kee si trasferisce in un nuovo appartamento a seguito di un travagliato divorzio. Un giorno riceve una strana telefonata da una certa Rose e curiosamente tra le due nasce una strana amicizia telefonica. Parlando Mary scoprirà con meraviglia, e paura, che quelle tra lei e Rose non sono telefonate normali dato che l'amica chiama... dal passato.
Lo spunto di un contatto con il passato tramite un apparecchio elettronico non è particolamente nuovo. Basti pensare a Frequency - Il futuro è in ascolto che con The Caller ha parecchi punti in comune. Nonostante questo il film riesce a tenere incollato lo spettatore e sono numerose le scene ricche di tensione. Nel cast molti volti noti: Rachelle Lefevre (Victoria di Twilight), Stephen Moyer (Bill Compton del telefilm True Blood), Luis Guzmán e Lorna Raver. Bella la colonna sonora degli Unkle.

La locandina
Una scena del film
Jaume Balaguero

MIENTRAS DUERMES di Jaume Balaguerò
Spagna, 2011

Cèsar è il portiere e factotum di un bel palazzo in Spagna. La sua è una vita triste, abita da solo e l'unica attività fuori dallo stabile è andare a trovare all'ospedale la madre malata terminale. La sua vita però sembra avere una svolta quando si trasferisce nel palazzo la bella Clara che, al contrario degli altri condomini, tratta Cèsar con gentilezza e rispetto. Il portiere inizia così ad interessarsi alla giovane italiana, in maniera però fin troppo morbosa, rivelando che forse Cèsar non è esattamente la persona che sembra.
Distribuito in Italia con il folle titolo Bed Time, Mientras Duermes è un film claustrofomico e senza speranza, un thriller capace di tenere sempre in allerta lo spettatore. Uno stalking estremo, oltre l'immaginazione di una mente sana, a causa del quale non si è tranquilli e sicuri neanche chiusi a chiave in casa propria. La tensione è sempre alta grazie alla bravura registica di Balaguerò, abilissimo a muovere la macchina da prese negli spazi stretti di un condominio, come aveva già dimostrato nel suo precedente successo REC. Sceneggiatura dell'italiano Alberto Marini e grande prova di tutto il cast. In particolare segnaliamo la brava Marta Etura e lo straordinario Luis Tosar.

La locandina
Una scena del film
Eduardo Chapero-Jackson

VERBO di Eduardo Chapero-Jackson
Spagna, 2011

Sara è una ragazzina che si sente incompresa nei sobborghi dove vive. L'unico a capirla sembra essere Lìriko, un misterioso graffittaro che lei vorrebbe ad ogni costo conoscere. Ed è così che Sara si ritrova in una realtà parallela dove dovrà combattere per la propria vita.
Un film onirico e particolare che cerca di descrivere le sensazioni dei alcuni giovani che non riescono a trovare il loro posto nel mondo, si sentono incompresi e non trovano motivazioni sufficienti per continuare a vivere. Il regista è Edueardo Chapero-Jackson, al suo debutto su un lungometraggio ma premiato in tutto il mondo per i suoi precedenti cortometraggi.

Marco Frassinelli
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