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Stagione 2007 2008
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PAPRIKA - SOGNANDO UN SOGNO
(Paprika) di Satoshi Kon – dur. 90' Giappone 2006

Atsuko Chiba è una famosa psichiatra che aiutata da un dispositivo rivoluzionario, il DC-Mini, riesce a penetrare nei sogni delle persone osservandone i desideri più reconditi, i pensieri inconsci e le psicosi. Prima che però la sua invenzione venga approvata dal Governo, uno dei prototipi viene rubato dal suo laboratorio. Soltanto nel mondo dei sogni Paprika, alterego onirico di Atsuko, potrà scoprire la verità.
Manca solo una spezia...
Sogno/realtà. La sintesi estrema del nuovo film di animazione di Kon Satoshi (Tokyo Godfathers vi dice nulla? Se la risposta è "no" andate a recuperarlo) potrebbe essere questa. Sogno, realtà. Paprika è un continuo alternarsi e intrecciarsi, rincorrersi e scontrarsi di questi due elementi, spesso – volontariamente – indistinguibili. La storia: in un prossimo futuro un team di psicologi e scienziati giapponesi ha inventato la DC-Mini, un macchinario che permette di entrare nella mente dei pazienti, di vedere i loro sogni e, come se non bastasse, di interagire con essi. Tale macchinario non è ancora stato perfezionato, è oggetto di continui esperimenti da effettuarsi prima del lancio in grande stile ed è circondato da grandi ottimismi e da apocalittici pessimismi (dei quali il maggiore assertore è l’anziano e paraplegico presidente della società produttrice, convinto che i sogni siano rimasti l’ultimo vero brandello di libertà dell’umanità).

Ideatore della DC-Mini è il dottor Tokita, prodigio della scienza imprigionato in un corpo enorme, dotato di un'ingenuità decisamente infantile (“scienziato–bambino" è il suo soprannome) e di una fame incredibile e infinita. Suo angelo custode, superiore e sostegno imprescindibile, è la dottoressa Atsuko Chiba, scienziata tutta lavoro e lavoro, già insignita di un premio Nobel pur avendo solo 29 anni. Ma la vera protagonista della pellicola è Paprika, ragazza esuberante e disinibita, in possesso di una DC-Mini illegale di cui si serve per aiutare le persone a superare traumi e ansie. Vero folletto (eccezionali i titoli di testa in cui la vediamo svolazzare per le strade, scivolare sui muri dei palazzi, entrare e uscire dai cartelloni pubblicitari …), esuberante “regina dei sogni”, Paprika compare e scompare per tutto il film – quando meno ce lo si aspetta – diventando presto l’unica speranza di salvezza.

Già, di salvezza. Perchè avrei forse dovuto dire prima, e dopo questo non svelerò più nulla sulla trama, che all’inizio del film una DC-Mini viene rubata, che viene accusato del furto l’assistente di Tokita e che da subito vengono registrati preoccupanti casi di interferenze nei sogni anche in persone sveglie, le quali si ritrovano così imprigionate in un incubo senza uscita, immersi e sommersi da una sfilata interminabile e senza meta di bambole ed elettrodomestici giganti, dalla quale pare impossibile uscire. Un killer che agisce nei sogni, una sorta di Freddy Krueger in grado di entrare e uscire dal mondo onirico delle sue vittime anche quando loro non dormono in una prospettiva davvero agghiacciante. Ma ad aiutare i buoni c'è un poliziotto vecchio stampo, un duro che odia i film, ma che nei suoi sogni non fa altro che interpretarne uno per ogni genere (minacciato di morte in un thriller, salvatore della bella in un film d'amore e quant'altro).

Presentato in anteprima alla 63^ Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia (in cui si era segnalato come "una delle proposte più innovative dell'intero cartellone"), Paprika è la quarta opera cinematografica di Kon Satoshi, i cui risultati di maggior rilievo e successo sono certamente i film Tokyo Godfathers e Millennium Actress sul grande schermo e in televisione la serie Paranoia Agent. Ispirata alle atmosfere e ai personaggi dei romanzi di fantascienza di Yasutaka Tsutsui, grande maestro della letteratura fantascientifica giapponese, la sceneggiatura (firmata dal regista e da Seishi Minatami) contiene numerose citazioni dalle più note teorie psicoanalitiche: Satoshi ha ammesso in sede di presentazione veneziana di aver letto molto i testi di Sigmund Freud prima di avventurarsi in questo suo progetto. Paprika è stato realizzato dallo studio d’animazione Mad House ed è caratterizzato da colori brillanti, da una colonna sonora riuscita e da personaggi interessanti e simpatici. Il confine sempre più labile tra realtà e sogno viene reso magnificamente, forse anche troppo! L'unica critica che mi sento di fare all'opera è infatti proprio questa, la difficile comprensione della storia da circa metà film in avanti: l'unica soluzione è abbandonarsi al flusso dell'animazione, così facendo di certo non si resterà delusi.

L'animazione è splendida, un'opera più da ammirare che da cercare di capire. Magia disegnata, rigorosamente in due dimensioni, molto più bella e “vera” di tanti colossi in 3-D, ormai sempre più inarrestabilmente in voga.
Carlo Griseri (www.cineboom.it)
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