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Johnny Depp (John Christopher Depp II)
Naro a Owensboro il 9 giugno 1963
Attore, regista, chitarrista

Filmografia essenziale:
2009 Nemico pubblico
2007 Sweeney Todd
2003 Pirati dei Caraibi
2000 Chocolat
1999 Il mistero di Sleepy Hollow
1998 Paura e delirio a Las Vegas
1997 Donnie Brasco
1995 Dead Man
1992 Il valzer del pesce freccia
1990 Edward mani di forbice

Articolo:
-1° parte
-2° parte
-3° parte
Johnny Depp (seconda parte)
Fortunatamente, a compensare gli inconvenienti privati di Depp, accorre in suoi aiuto il fedele Tim Burton, che lo rende protagonista del suo biopic “Ed Wood”, basato sulla vita e sulla carriera del celebre regista di b-movies attivo soprattutto negli anni ’50 Edward D. Wood Jr., considerato il peggior cineasta di tutti i tempi.

Elegante e accurato dal punto di vista stilistico, con un bianco e nero ben utilizzato e messo in risalto da un’ottima fotografia, il film viene accolto nella sezione in Concorso al 48° Festival di Cannes, dove riceve i plausi della critica, sebbene all’uscita nelle sale non riscontri lo stesso successo del precedente “Edward mani di forbice”, sempre ad opera di Burton.

Ad ogni modo, la pellicola ottiene svariati e ambiti riconoscimenti a livello internazionale, tra cui due premi Oscar per il miglior attore non protagonista a Martin Landau, che interpreta il leggendario e indimenticato Bela Lugosi, e per il miglior trucco, curato, tra gli altri, dal geniale Rick Baker.

Per Johnny, artefice di una performance memorabile, arriva la terza nomination ai Golden Globe, che va purtroppo a vuoto come le precedenti.

Per Jim Jarmusch si trasforma invece nel poeta maledetto William Blake, protagonista assoluto dell’ipnotico e sulfureo western “Dead Man”, un altro ruolo che gli procura gli elogi da parte della critica ma che non riesce ad affascinare il pubblico.


I due anni che seguono sono necessari per far compiere a Johnny un processo di evoluzione artistica ed un vero e proprio retaggio culturale, che lo porteranno, nel 1997, a compiere l’importante debutto dietro la macchina da presa, dirigendo la sua opera prima dal titolo “Il coraggioso”, del quale non è solo regista ma anche interprete principale e co-sceneggiatore insieme al fratello D. P. Depp e Paul McCudden.

Presentata in Concorso al 50° Festival di Cannes, la pellicola, nella quale è chiaramente visibile l’amore di Depp nei confronti dei suoi antenati appartenenti alla popolazione cherokee, si rivela fin da subito tutt’altro che un trionfo, viste le numerose critiche negative ricevute per via dell’eccessiva durezza e drammaticità nei contenuti. Il fallimento (anche commerciale) del film spingerà Depp ad allontanarsi definitivamente dalla regia e concentrarsi soltanto sulla recitazione, tornando alla ribalta, nello stesso anno, con un altro ruolo complesso nel gangster movie “Donnie Brasco”, diretto da Mike Newell e interpretato da un mostro sacro come Al Pacino.

Nel film, Depp incarna con eleganza la figura, realmente esistita, dell’agente dell’FBI Joe Pistone, che si infiltra nella mafia newyorkese sotto la falsa identità di Donnie Brasco.

La critica apprezza i ripetuti duetti tra Depp e Pacino, e la pellicola riceve una nomination all’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale, firmata da Paul Attanasio.

L’anno successivo, Johnny torna a Cannes per presentare l’oltraggioso (definito così dallo stesso autore) e allucinato film di Terry GilliamPaura e delirio a Las Vegas”, basato sull’omonimo romanzo dello scrittore maledetto Hunter S. Thompson, del quale Depp veste i panni sotto lo pseudonimo di Raoul Duke.

Sebbene la pellicola sia considerata oggi quasi un oggetto di culto tra tutti i cinefili e non a livello internazionale, alla sua uscita nelle sale e, ancor prima, alla presentazione al Festival transalpino, ricevette un’accoglienza piuttosto fredda. Da molti non fu capita e fu quindi considerata inutile e pretenziosa, mentre altri ne apprezzarono i contenuti e lo stile registico volutamente eccessivi e stravaganti evidenziandone altresì le ottime interpretazioni di Johnny Depp e Benicio Del Toro. Numerosi i camei di volti noti all’intero del film: Tobey Maguire, Cameron Diaz, Ellen Barkin


Sempre nel ’98, dopo averle provate un po’ tutte (si può certamente dire), Johnny conosce a Parigi la nota cantante francese Vanessa Paradis, con la quale instaurerà la sua relazione sentimentale più duratura, che prosegue in modo tranquillo anche oggigiorno, e con cui formerà una vera e propria famiglia in seguito alla nascita dei figli Lily-Rose Melody e Jack John Christopher Depp III.

Il 1999 segna gli ultimi passi falsi di Johnny per quanto riguarda la sua vita privata, con l’arresto per aver tirato una cicca di sigaretta accesa addosso a dei paparazzi invadenti e averli presi a botte fuori da un ristorante. Dopo questo fatto, l’attore si deciderà finalmente a placare il suo spirito ribelle e ad abbassare le mani quando non sono necessarie. Ora ha una moglie e dei figli, che considera la cosa più bella che gli sia mai capitata durante la sua vita, e non può più permettersi di incorrere in simili incidenti.

Nel ’99 si presta nuovamente al servizio di Tim Burton dando vita alla loro terza collaborazione artistica con “Il mistero di Sleppy Hollow”. Ne scaturisce un validissimo horror dalla forte impronta gotica in perfetta sintonia con l’animo e lo spirito del regista e del protagonista, affiancato dalla giovane Christina Ricci e per la seconda volta da Christopher Walken.

La critica lo considera uno dei migliori film di Burton e il pubblico si dimostra a sua volta favorevole premiandolo con ottimi incassi.


Johnny Depp presterà il suo volto nello stesso anno anche ad un'altra pellicola di genere horror dal titolo “La nona porta”, diretta dal maestro Roman Polanski. Verbosa e dispersiva, l’opera del cineasta francese risulta un clamoroso flop sia a livello commerciale che di critica, come d’altronde lo è anche “The Astronaut’s Wife – La moglie dell’astronauta”, ridondante thriller fantascientifico dove è co-protagonista insieme alla bellissima Charlize Theron. Infine, compare anche nel documentario “The Source – Sulla strada”, incentrato sulla beat generation e arricchito inoltre dalle partecipazioni di John Turturro e Dennis Hooper.

Il nuovo decennio si apre per Johnny con un cameo nel biopic “Prima che sia notte” di Julian Schnabel, che vincerà il Gran Premio della giuria e la Coppa Volpi al miglior attore per Javier Bardem alla 57a Mostra del Cinema di Venezia, nell’ambito della quale, l’attore sarà in Concorso anche con un altro film non adeguatamente considerato quale “L’uomo che pianse”, con John Turturro, Christina Ricci e Cate Blanchett.

Chocolat”, dove interpreta però un ruolo marginale affiancando la protagonista Juliette Binoche e altri validi attori quali Judi Dench, Lena Olin e Alfred Molina.

Riconquista però un ruolo da protagonista in “Blow”, biopic sul narcotrafficante George Jung particolarmente attivo durante gli anni ’70. La buona regia di Ted Demme, deceduto poco dopo la fine delle riprese, e la carismatica e brillante performance di Depp convincono solo in parte la critica e il pubblico, ma va fortunatamente meglio con “From Hell – La vera storia di Jack Lo Squartatore”, un thriller raffinato e ottimamente diretto dai fratelli Allen e Albert Hughes che ripropone una dura e realistica cronaca di quelle che sono state, sul finire del 1800, le efferatezze compiute dal più celebre serial killer della storia.
Depp regala qui una performance a dir poco magistrale, giocata principalmente su sguardi ed espressioni, interpretando egregiamente il ruolo del tormentato ispettore Frederick Abberline, che grazie al consumo di oppiacei riesce ad avere delle visioni che gli mostrano quale sarà la prossima vittima di Jack.


Il 2002 lo vede invece protagonista di un anomalo documentario che narra la lavorazione del film (mai realizzato) che il regista Terry Gilliam avrebbe voluto dedicare alla celebre figura letteraria di Don Quixote. “Lost in La Mancha”, questo il titolo, è un prodotto che si conforma anche piuttosto bene a quelle che sono state, in passato, le scelte artistiche di Johnny Depp, dal momento che, quello che può sembrare, in apparenza, un semplice backstage, si rivela invece un’amara riflessione sulle restrizioni produttive e creative imposte dallo Star System Hollywoodiano, che condanna progetti eclettici e sperimentali come poteva essere quello di Gilliam a favore di pellicole commerciali che garantiscano ai produttori facili e cospicui guadagni.

L’anno successivo consacra definitivamente il talento di Johnny Depp come artista a tutto tondo, quando ha l’occasione di interpretare il personaggio che, senza dubbio, vale tutta la sua carriera. Si tratta di Capitan Jack Sparrow, lo stravagante e pittoresco pirata protagonista de “La maledizione della prima luna”, primo capitolo della fortunatissima saga dedicata ai Pirati dei Carabi. Più che ad un pirata, l’aspetto e il look di Capitan Sparrow, ideati dallo stesso Depp, richiamano neanche troppo implicitamente ad una rock star, difatti, non ci sorprende il fatto che l’attore abbia dichiarato di essersi ispirato, per disegnare il suo personaggio, al mitico chitarrista dei Rolling Stones Keith Richards, da sempre uno dei suoi idoli musicali.
Diretta da Gore Verbinski e interpretata anche da Geoffrey Rush, Orlando Bloom e Keira Knightley, la pellicola ottiene strabilianti record di incassi a livello mondiale, risultando non solo uno dei maggiori successi commerciali della stagione ma anche dell’intera storia del cinema, consentendo a Depp di imporsi una volta per tutte come idolo indiscusso del cinema Hollywoodiano dell’ultimo decennio.
Il ruolo di Capitan Sparrow vale a Johnny la sua prima candidatura all’Oscar come miglior attore protagonista e la quarta nomination ai Golden Globe.

Nello stesso anno, fa inoltre parte del trio degli scatenati protagonisti de “C’era una volta in Messico”, ultimo e movimentato capitolo della trilogia del ‘Mariachi’ diretta da Robert Rodriguez.

Il clamoroso successo de “La maledizione della prima luna” non eclissa però in lui la voglia di interpretare personaggi sempre più complessi e particolari, come ad esempio il trasandato scrittore Mort Rainey di “Secret Window”, opera terza dell’esperto sceneggiatore David Koepp, che adatta per il grande schermo l’omonimo racconto del re del brivido cartaceo Stephen King tratto dalla sua raccolta “Quattro dopo mezzanotte”.
La pellicola non si può definire un completo flop né a livello di critica né di pubblico, nonostante diversi pareri da entrambe le parti ne contestino la poca originalità e banalità del finale, che penalizza certamente una buonissima prima parte e, come sempre, una straordinaria performance di Depp, che si cimenta, in questa occasione, nell’esplorazione della pazzia e dello sdoppiamento della personalità.


Nel settembre dello stesso anno, presenta a Venezia in occasione della 61a Mostra del Cinema il toccante dramma “Neverland – Un sogno per la vita”, che partecipa nella sezione fuori Concorso.
Insieme ad un ottimo cast composto inoltre da Kate Winslet, Julie Christie e Dustin Hoffman e alla accurata regia di Marc Forster, dà vita ad un’opera immaginifica e variegata su tutti i fronti, dove interpreta ancora una volta un personaggio realmente esistito di nome James Matthew Barrie, scrittore scozzese divenuto celebre per aver creato il personaggio di Peter Pan.
Si tratta di un ruolo che rappresenta un’altra significativa svolta per la sua carriera cinematografica, grazie al quale dimostra, una volta di più, di essere un attore versatile ed istrionico su tutti i fronti, regalando in questa occasione una performance struggente ed emozionante che può essere indubbiamente annoverata tra le sue migliori.
Grazie a “Neverland”, Depp raggiunge la seconda nomination all’Oscar e la quinta ai Golden Globe, per la prima volta come attore in un film drammatico.

Il suo animo dannato lo spinge però ancora una volta ad interpretare ruoli maledetti come quello di John Wilmot, II Conte di Rochester, nel cupo biopic a lui dedicato dal titolo “The Libertine”, girato nel 2004 ma arrivato in Italia solo due anni dopo.

Apprezzato dalla critica ma non altrettanto dal pubblico, il film si rivela un prodotto ambizioso ma che non riesce a lasciare veramente il segno, intento che riesce invece a “La fabbrica di cioccolato”, che consolida l’importante sodalizio artistico tra Johnny e Tim Burton.
Tratto dall’omonimo e conosciutissimo romanzo di Roald Dahl, il film è un grande successo di pubblico e procura a Depp, che interpreta splendidamente il leggendario Willy Wonka, la sesta candidatura ai Golden Globe.

Segue a ruota la loro quinta collaborazione artistica con “La sposa cadavere”, plumbeo film d’animazione in stop motion in cui Depp svolge solamente il compito di doppiatore, prestando la voce al protagonista maschile del film: Victor Van Dort.
La pellicola, presentata fuori Concorso alla 62a Mostra del Cinema di Venezia, è amata sia dal pubblico che dagli addetti ai lavori, ed è considerata, in alcuni casi, addirittura superiore all’ormai storico “Nightmare Before Christmas”, realizzato con la medesima tecnica ed ideato e prodotto dallo stesso Burton.


(continua)
Francesco Manca

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