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Caterina Varzi
Atttice, avvocatessa, psicanalista

Filmografia:
Ziva, l'isola che non c'è (in lavorazione)
In occasione di una due giorni di Tinto Brass presso il DAMS di Imperia abbiamo avuto occasione di intervistare, oltre al regista (per leggere l'intervista, clicca qui), anche Caterina Varzi. Avvocatessa e psicanalista, Caterina Varzi è la nuova musa ispiratrice nel regista nonchè protagonista del suo prossimo film Ziva, l'isola che non c'è.

Come ha incontrato Tinto Brass e come si è trovata ad accettare il ruolo di attrice protagonista del suo prossimo film?
Ho conosciuto Brass nel ruolo di avvocato perchè rappresentavo una società di produzione che doveva realizzare un dvd sulla sua vita e sulla sua persona. Poi però questo dvd non è stato più realizzato, e non l'ho più rivisto per circa un anno. Quando il progetto è stato ripreso, mi è stato proposto di partecipare al dvd nel ruolo di psicanalista. Avrei dovuto preparare il testo di un'intervista da fare a Brass cercando di scavare il più possibile nella sua vita. E' chiaro che questo progetto mi ha incuriosito ed entusiasmato molto più del precedente, anche perchè il rapporto con lui si è trasformato in una reciproca seduzione. Ho cercato di far venire fuori la persona oltre al personaggio, lui sta cercando di far venire fuori l'attrice e quindi di dare espressione ad un erotismo secondo lui latente che non ho espresso come potrei esprimere.

Non aveva mai pensato prima di fare l'attrice?
No, però ho accolto questa proposta con entusiasmo perchè la considero un'esperienza irripetibile e anche perchè la materia è trattata da Tinto Brass. Pochi registi sono anche artisti, Tinto lo è: sui suoi film pesa molto la sua formazione figurativa. Sono fiera di essere oggetto di un progetto estetico che mi avvicina alla bellezza e alla poesia della sua arte.

Per lei che non è un'attrice professionista, non è difficile spogliarsi sul set e poi riverdersi?
Qui subentra il discorso della 'scissione schizofrenica': Ziva non è Caterina Varzi, devo scindere il personaggio dalla persona. Non è poi così facile, però in questo senso la garanzia è proprio la professionalità di Tinto: non so cosa accadrà sul set, l'esperienza del provino fotografico è stata un'esperienza forte ma non mi sono sentita per niente imbarazzata perchè c'era lui insieme al fotografo Gianfranco Salis, un professionista di altissimo livello. Non c'era morbosità nei confronti del mio corpo in quanto Caterina Varzi, ma il discorso era di tipo professionale. Io facevo parte di un set fotografico.

Non teme di essere 'etichettata' dalla critica per la sua collaborazione con un regista 'spinto' come Tinto Brass?
Ci sarà sicuramente chi mi attaccherà e chi mi giudicherà, però ho fatto questa scelta consapevolmente, accettando anche questo rischio. Per me la conoscenza è esperienza, e questa con Tinto la considero un'esperienza irripetibile. Anche a livello personale: per il lavoro che svolgo come psicoanalista mi rendo conto che la materia dell'erotismo desta scandalo e questo io non lo condivido. L'esistenza di per sè è materia erotica, l'erotismo è vita: non condivido le prese di posizione moralistiche contro l'erotismo, le considero un retaggio della cultura cattolica. E' chiaro che io attribuisco alla sessualità un valore molto alto, non è soltanto qualcosa di ludico e di piacevole. Ci sono molti problemi oggi ma ancora si discute se l'erotismo o la pornografia debbano essere considerati una forma di linguaggio che desti scandalo.

Che problemi hanno i giovani di oggi con la sessualità? Ci sono differenze rispetto alle generazioni degli anni '60 dei primi film di Tinto Brass?
Penso che i giovani rispetto agli anni '60 abbiano molta più libertà: vivono la sessualità in maniera più libera. Il problema è che spesso la sessualità non va di pari passo con la capacità relazionale: i giovani oggi hanno sopratutto problemi con i rapporti umani. C'è una sorta di analfabetismo emotivo: sembrerà strano ma mi confronto ogni giorno con relazioni che nascono, si sviluppano e finiscono tramite sms... anche tra gli adulti! Si interagisce evitantando la relazione più profonda.

Come si può risolvere questa situazione?
Il vero tabù della sessualità oggi è l'educazione sentimentale ed emotiva in una società molto puntata sull'apparenza. La maggior parte delle persone che mi chiede aiuto come psicoanalista è costituita da gente che ha problemi relazionali di carattere sentimentale: sono veramente poche le malattie e le patologie che richiedono l'intervento di uno psicologo o uno psichiatra, i problemi maggiori sono la diseducazione sentimentale e la solitudine, soprattutto in città. In provincia questa dimensione è ancora contenuta.

In questa apparente facilità di comunicazione come nasce la solitudine?
Siamo bombardati da messaggi molto ambivalenti, le possibilità di scelta sembrano essere infinite però di fatto sono molto ridotte.
Marco Frassinelli, Orlando Botti
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