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Tiziana Avarista
Doppiatrice

Principali riconoscimenti:
2009 Voci: Miglior voce femminile
2007 Romics: Premio "Ferruccio Amendola"


Attrici doppiate più spesso:
Lucy Liu, Salma Hayek, Julia Ormond, Maggie Gyllenhaal, Marisa Tomei, Judy Greer
INTERVISTA A TIZIANA AVARISTA
Doppiatrice di Lucy Liu, Julia Ormond, Maggie Gyllenhaal, Marisa Tomei

Come hai iniziato ad approcciarti al mondo del doppiaggio?
Da appassionata. Devo dire che ho sempre amato il cinema, ma più il teatro. Ho cominciato a lavorare in teatro all’età di 12 anni e dall’età di 14 faccio attività teatrale stabilmente. Ma inseguivo sempre questa magia delle voci, ero più che un’appassionata; un po’ come quelle persone che ti avvicinano e ti fanno domande, vogliono sapere cos’è la sala di doppiaggio… Quando mi sono trasferita a Roma ho conosciuto delle persone che facevano doppiaggio e ho imparato anche questo mestiere. È stata un po’ una scommessa, un gioco che poi è diventato un mestiere vero e proprio. Ora lo associo sempre all’attività teatrale, per cui mi divido equamente tra palcoscenico e sala di doppiaggio.

Come ti trovi a doppiare Lucy Liu?
Bene! È un’attrice con la quale ho affinità, nel senso che non mi è difficile doppiarla. A volte ti capitano dei personaggi o comunque degli attori con i quali fai fatica ad entrare in sintonia, a respirare come loro, quindi devi lavorarci un pochino di più. Con lei è stato tutto abbastanza semplice. Ho cominciato con lei con “Charlie's Angels” che è stato quasi un gioco: il film era divertente ed ero in sala con le mie amiche Eleonora De Angelis e Rossella Acerbo… eravamo le Charlie’s Angels dopo averle viste per tanti anni in televisione. È stato un approccio semplice.

Oltre Lucy Liu, nella tua carriera hai prestato la voce a diverse attrici orientali (Takako Fuji, Sammy Cheng, Ha Ji-won). La tua voce si presta bene alla recitazione asiatica?

Ho questo dono, che prima non ritenevo tale, di modificare la voce e lavorarla a seconda di quello che faccio. Prima ritenevo che questo fosse un handicap: sono cresciuta con il suono di voci assolutamente riconoscibili e molto forti, per cui ritenevo che questo fosse un difetto. In realtà per come si doppia oggi, con una linea legata all’originale sempre più forte, questa è diventata una carta vincente. Così molti direttori non hanno difficoltà a distribuirmi su ruoli di giovanissima o su ruoli di non più giovane, come su le più svariate nazionalità. Ho doppiato anche in altre lingue, facendo l’accento francese o quello che richiedeva il testo. Ho questa capacità di entrare nel personaggio non solo come interpretazione ma anche vocalmente.

È diverso doppiare attrici di nazionalità differenti?
Cambia la persona: ogni persona è a sé, indipendentemente dalla nazionalità. Dipende dal tipo di recitazione. Probabilmente, se devo trovare proprio una caratteristica, le donne asiatiche devono essere molto guardate, più delle donne occidentali, perché comunicano qualcosa attraverso lo sguardo. Noi guardiamo sempre gli occhi di chi doppiamo, per capire interiormente che cosa passa, ma loro vanno analizzate un pochino di più, hanno un che di enigmatico a noi un po’ più ignoto.

Per “Il curioso caso di Benjamin Button” sei tornata a doppiare Julia Ormond dopo diversi anni. Come è stato?
Devo dire che lei è sempre un piacere doppiarla, forse è una delle attrici con le quali sono in assoluta sintonia. Probabilmente ho un’affezione per lei, visto che [il doppiaggio della Ormond in “Il primo cavaliere", ndr] è stato uno dei primi ruoli importanti che ho fatto. È un’attrice che mi piace doppiare e mi sono molto emozionata: questo ruolo stupendo di narrazione della storia è stato quasi straziante.

Tu che l’hai doppiata diverse volte, cosa pensi di Maggie Gyllenhaal?
Penso che sia un’attrice molto intelligente e molto ironica, ha fortissima ironia che sopperisce spesso a quella che può sembrare una sua assenza di mobilità. In realtà è un’attrice con molto spessore: lavora su delle linee e sui dei toni molto sofisticati. Tra l’altro credo che abbia una filmografia molto interessante: l’ho doppiata in “Secretary” e in “Vero come la finzione” dove lei esce come un’attrice straordinariamente forte. Mi è piaciuta doppiarla anche ne “Il Cavaliere Oscuro”; anche perché quando da film indipendenti, piccoli, tutti fatti di grandi dialoghi, si passa a un film di quella dimensione… il passaggio è interessante. A me è piaciuto doppiarla anche in quella occasione sebbene fosse ruole inevitabilmente molto dimesso, molto triste… mancava della brillantezza che generalmente sfoggia in altre interpretazioni dove è sempre piena di verve, piena di cambi repentini. Qui il ruolo la richiedeva da amor fou, amore fatale, il grande amore di Batman, quindi un minimo di mistero doveva averlo anche lei.

Altre attrici con cui ti trovi in sintonia?
Mi piacerebbe ricordare Marisa Tomei che è un’altra attrice con la quale mi trovo assolutamente in sintonia. Un’altra attrice che ho doppiato svariate volte ma che è meno famosa è Illeana Douglas. Questi caratteri di donne molto forti, sono questi i ruoli che mi piace ricoprire. Nel futuro mi piacerebbe rifare Anne Hathaway, che mi ha dato l’opportunità di ricevere questo premio [Miglior Voce Femminile - Sezione Cinema a Voci per “Rachel sta per sposarsi”, ndr], perché è un’attrice che amo molto. La trovo intelligente, con una gran bella recitazione associata poi a questo viso stupendo, a questo corpo meraviglioso di giovane attrice americana. Io l’ho doppiata in un ruolo drammatico ma mi piacerebbe doppiarla anche quando fa la commedia perché la trovo una grande attrice di commedia.

Marco Frassinelli

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