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Nuot Arquint
Attore, ballerino e cantante svizzero

Filmografia:
2010 Shadow, di F. Zampaglione
2008 Il divo, di P. Sorrentino
2004 La passione di Cristo, di M. Gibson
Shadow
Shadow
locandina di Shadow
INTERVISTA ALL’ATTORE NUOT ARQUINT

Il nome di Nuot Arquint probabilmente non dirà molto alla maggior parte dei nostri lettori che non hanno ancora avuto la possibilità di vedere Shadow, l’ultimo lavoro di Federico Zampaglione regista, ma il successo del film in tutti i Festivals in cui è stato presentato a partire dallo scorso agosto e che ha portato a definire la pellicola come “la rinascita dell’Horror Italiano!”, oltre che alle capacità del leader dei Tiromancino, è dovuto molto anche a lui ed alla sua interpretazione di Mortis, un “Villain” che rimarrà impresso nella memoria dello spettatore anche dopo l’uscita dalla sala. Attore e mimo di origini Svizzere, ma da anni residente in Italia, Nuot è una persona di una sensibilità non comune, gentile e disponibile, totalmente all’opposto del personaggio che interpreta in Shadow, che offre totalmente anima e corpo al servizio del regista e della storia. Siamo sicuri che dopo l’uscita del film in Italia, posticipata al 14 maggio, sentiremo ancora a lungo parlare di lui.

Quali altre esperienze cinematografiche hai avuto prima di Shadow?
Ho fatto La passione di Cristo, con la regia di Mel Gibson, in cui avevo un piccolo ruolo, ero uno dei cortigiani di Erode, poi sono stato il motociclista killer di Lima ne Il Divo, di Paolo Sorrentino e infine ho lavorato nel cortometraggio Horror di Andrea De Sica Il Grande Spettacolo, nella parte del presentatore del circo. Mi lego affettivamente a tutti i personaggi che interpreto e amo molto tutti e tre questi lavori.

Conoscevi già Federico prima di Shadow? Conosci la sua musica?
Conoscevo Federico come cantautore e leader dei Tiromancino, è un artista che con le sue canzoni ti porta nei suoi universi e spesso mette a nudo il cuore. Per me e un poeta visionario, sempre, come musicista e come regista, scrive poesie con le note musicali e scrive poesie Horror con i fotogrammi.

Come sei entrato a far parte del cast del film?
Ci siamo trovati un bel giorno a parlare al telefono di Shadow, mi sembrava di conoscerlo da sempre, poi c'e stato il casting a Roma, dove erano presenti anche il co-sceneggiatore Giacomo Gensini ed il truccatore, Federico Carretti. Zampaglione aveva addosso una carica fortissima e mi ha raccontato in pochissimo tempo tutta la storia di Shadow, si sentiva che non vedeva l'ora di poter realizzare il suo film, lo aveva già tutto nella sua mente inquadratura per inquadratura. Sono stato truccato e con una musica rock ad altissimo volume ho fatto il casting, un'esperienza pazzesca! Quello è stato il mio primo incontro con Federico e con la sua creatura: Mortis

Come ti sei trovato a lavorare con lui?
Ho tantissimo rispetto e grande stima di Federico, come uomo e come regista, è una persona sensibilissima, il suo amore per l'Horror e la sua sensibilità sono un connubio perfetto. Penso che per fare un Horror bisogna scendere nei livelli più profondi dell'anima e Federico si cala nelle caverne più oscure e buie dell'esistenza umana, sta li e scruta le paure e le ansie degli inferni quotidiani, cammina per le strade del labirinto della vita. Quando lavoro con lui cerco di percorrere le sue strade, affidandomi completamente a lui. L'Horror e una forma d'arte estrema, ma richiede sempre un equilibrio perfetto, se un equilibrista perde l'equilibrio cade e si sfracella, lo stesso accade nell' Horror. Federico e generosissimo e coinvolge tutti nel suo lavoro, ma allo stesso tempo è severissimo, richiede sempre da tutti un perfetto equilibrio.

In Shadow hai dovuto affidarti solo alla mimica facciale, in quanto il tuo personaggio, Mortis, non ha nessuna battuta, è stato difficile?
All’inizio ero un po’ preoccupato ed avevo paura di questo ruolo, ma Federico mi ha sostenuto, è stato sempre la mia guida, mi ha dato indicazioni molto precise, molti libri da leggere sui serial killer, sul nazismo, (l'autobiografia di Rudolf Hoess, estratti di “Mein Kampf” di Adolf Hitler, l'autobiografia di Leni Riefensthal), films da vedere, studi sui serpenti, studiavo i lampi nel cielo durante i temporali, guardavo spessissimo su “you tube” i filmati dei campi di concentramento ad Auschwitz (un inferno atroce di cui si prova vergogna per essere nato uomo). Sempre su suo suggerimento ho visitato alcuni cimiteri, prima a Milano, il cimitero monumentale e poi quello di Tarvisio. In questi luoghi c'e un silenzio molto particolare, che secondo me si avvicina in certi momenti al silenzio di Mortis.
Per farmi entrare completamente nella parte, Federico mi chiamava spesso al telefono e mi diceva semplicemente: “tu Nuot sei Mortis!”. Voleva dire che potevo scoprire Mortis solo nel mio essere, dentro di me, potevo sentire la quotidianità di Mortis solo nella quotidianità della mia vita!

Cosa mi puoi dire di lui, senza svelare troppo a chi non ha ancora visto il film? Secondo te è un personaggio positivo o negativo?
La domanda e molto bella ma non voglio svelare niente per non rovinare la visione agli spettatori. Tra poco Shadow uscirà nelle sale e la storia del film e tutti i suoi personaggi apparterranno agli spettatori, ognuno percepirà il film a modo suo, sono curiosissimo di vedere cosa accadrà. Ne parleremo a quattr'occhi al nostro prossimo incontro.

So che hai dovuto sottostare a lunghe sedute di Makeup…
Si, Federico Carretti ed il suo assistente, Diego Prestopino, mi truccavano ogni giorno per due ore. L'applicazione delle protesi alle sopracciglia prendeva molto tempo, poi il fondotinta su tutta la testa, per mettere in evidenza le vene delle tempie, l'applicazione della protesi dell’ombelico (Mortis è senza) ed infine il trucco delle mani. Le musiche che Federico Carretti mi faceva ascoltare durante il trucco mi hanno aiutato molto ad entrare nel mondo oscuro di Mortis.

La lavorazione di Shadow non è stata semplice, soprattutto per le temperature proibitive durante le riprese, è stata dura?
Io che sono molto magro ho sempre sofferto tantissimo il freddo e mi infagotto sempre di sciarpe, maglioni e cappotti. Durante le riprese del film invece, stranamente non me ne sono neanche accorto che le temperature erano cosi basse! Credo che fosse perchè sul set c'era la dolcissima e bravissima Anna, la sarta, che mi copriva a fine riprese con alcune coperte e anche perchè le mie attenzioni erano altrove. Sposti la tua concentrazione altrove e non soffri più il freddo, il potere della mente vale più di dieci sciarpe! Una ricetta che questo inverno non sono riuscito a mettere in atto...

“Shadow” lancia un atto di accusa contro tutte le guerre, cosa rappresenta per te questo film?
Rappresenta proprio un atto d'accusa, come dici tu. Al casting, mentre Federico raccontava la storia, desideravo ardentemente di venire scritturato. Contro la guerra ho sempre combattuto in prima fila, sono andato a vivere in Belgio anche per non dover fare il servizio militare in Svizzera (in quel periodo era obbligatorio), non volevo assolutamente impugnare quel fucile."Il y a la guerre mais personne n'y va" - il giorno in cui nessuno andrà più in guerra, le guerre non si faranno più! Shadow mostra le ferite aperte, dell'anima e del corpo, che la guerra ha procurato al genere umano. E’ un urlo disperato contro le guerre e il genere Horror e perfetto per trattare questa tematica. Voglio ringraziare Federico e la produzione per avermi dato la possibilità di lavorare in questo film.

Ti piacciono i films Horror? Se si, quali sono i tuoi preferiti?
Certo, dai ti cito i films che più mi hanno angosciato, alcuni non sono puro Horror, ma certe scene mi hanno spaventato e impressionato talmente tanto che non le dimenticherò più: Rosemary's baby di Polanski, Shining e Full metal jacket, di Kubrick, Profondo rosso e L’Uccello dalle piume di cristallo di Argento, L’Impero dei sensi di Oshima, Salò di Pasolini, Psyco e Gli uccelli di Hitchcock ed infine Sussurri e grida di Bergman.

Puoi raccontarci qualcosa di divertente delle riprese?
Beh, ti dico che non ho delle gran belle mani e per il film mi sono dovuto far crescere le unghie, più di una volta mi si sono spezzate e me le hanno dovute incollare, non passava giorno che non ricevessi i complimenti, forse erano anche un pò ironici, anzi sicuramente lo erano, ma io mi divertivo tantissimo a vedere le reazioni di tutti gli altri. Quando Federico ha deciso che Mortis doveva essere completamente rasato, io avevo i capelli lunghissimi, ma ho preso quasi subito un appuntamento dal barbiere, qui a Milano dove vivo, però prima di rasarmi a zero completamente, a Federico ho detto che, facendomi questa tosatura, praticamente firmavo il contratto per Shadow, lui si è messo a ridere e mi ha risposto: “d’accordo, la parte è tua!”.

Ormai tutti coloro che hanno visto “Shadow” ti considerano il Robert Englund Italiano, farai ancora altri Horror?
Sono molto contento di ciò, Robert Englund è un mito nel mondo dell'Horror e io posso solo inchinarmi di fronte a lui. Tutte le critiche positive che hanno accolto il film fino ad oggi mi rendono felice, non so dirti se farò ancora un film Horror, il futuro è sempre difficile da decifrare. Non progetto mai niente, lascio che le cose accadano, come la pioggia che cade dal cielo, come la luna che di notte segue il suo percorso. Quello che mi affascina nel mio lavoro e proprio la grande liberta che c’è, dove tutto può cambiare da un momento all'altro, senza preavviso.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Sono abbastanza scaramantico e non dico mai cosa farò fino a quando non ne sono sicuro, neanche a mia moglie. Comunque dovrei girare un film questa estate…di più non posso dirti!

Roberto E. D’Onofrio
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