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SITGES 2007
Festival internazionale del cinema della Catalogna


REC
Un film di Jaume Balagueró, Paco Plaza
Con Manuela Velasco, Ferrán Terraza, Jorge Yamam.
Horror, durata 85 min. - Spagna 2007


Altre risorse
Sitges 2007 (prima parte)
Sitges 2007 (seconda parte)
Jaume Balaguerò e Paco Plaza
Manuela Velasco
Una scena del film
REC – registra le tue più profonde paure!

L’Europa, culla di Licantropi, Vampiri e mostri animati da potenti lampi durante notti di tempesta, sta finalmente riappropriandosi del suo ruolo dominante nel cinema Horror, dopo oltre 30 anni di sudditanza agli Stati Uniti, in cui il vecchio continente sembrava non essere più capace di creare storie terrorizzanti, registi come Neill Marshall, Alexander Aja e J.A. Bayona hanno saputo trovare nuovi modi per inchiodare gli spettatori alla poltrona. Tra i paesi che hanno contribuito alla rinascita della cinematografia del terrore in Europa, la Spagna ha sicuramente giocato un ruolo importante e la “Filmax” è la Casa di Produzione che più di ogni altra ha cresciuto alcuni dei nuovi talenti nel genere che più amiamo. Jaume Balaguerò e Paco Plaza, la più rappresentativa coppia di filmmakers nel team “Filmax”, l’anno scorso hanno deciso di unire le proprie forze per portare sullo schermo l’esperienza definitive nell’Horror. Abbiamo incontrato i due registi ad ottobre, al Festival di Sitges, dove hanno presentato Rec in esclusiva mondiale: “avevamo già lavorato insieme nella serie televisiva 6 films per tenervi svegli, prodotta dalla Filmax e da Estudios Picasso, per cui abbiamo diretto un episodio ciascuno”, ci ha spiegato Paco Plaza durante la conferenza stampa, “poi abbiamo collaborato al documentario OT: The Movie, che seguiva il tour dei protagonisti della prima edizione di Operación Triunfo, la versione Spagnola di American Idol”, continua il regista nativo di Valencia, “per me questo è un sogno che diventa realtà, ho sempre ammirato Jaume e sono felicissimo di avere avuto la possibilità di creare questo film insieme”. “All’inizio ero un pò preoccupato di avere Paco con me, sapevo che era un mio fan ed avevo paura di deluderlo, aggiunge Balaguerò, la cosa però mi ha tenuto più attento, perché ho cercato di dare sempre il meglio di me”.

"Rec", abbreviazione del tasto "record", presente su ogni camcorder, segue il reportage di Angela (Manuela Velasco), una determinata giornalista televisiva, e del suo cameraman mentre girano un reality show notturno per una TV locale, intitolato “Mentre voi dormite”, un nome su cui scherza uno dei protagonisti che chiede: “ma allora chi lo vede?”. Ai due viene accordato il permesso di seguire e filmare una squadra di vigili del fuoco di Barcellona durante il turno di notte, per mostrare al pubblico il loro lavoro, le lunghe attese e le situazioni rischiose che sono chiamati a risolvere. Dopo un breve giro della caserma, quando sembra che non accada nulla e la noia inizia a prendere il sopravvento, finalmente arriva una chiamata, la brigata deve intervenire in un vecchio condominio, dove un’anziana signora, rimasta inspiegabilmente bloccata nel suo appartamento, continua ad urlare svegliando tutto il vicinato. Quando i nostri raggiungono il palazzo la polizia è già arrivata ed un variegato gruppo di preoccupati condomini si è radunato nell’atrio. Da questo momento, come in un Rollercoaster del brivido, quello che sembrava un intervento di soccorso di normale routine, precipita invece i protagonisti in un incubo senza alcuna via di uscita, qualcosa di sinistro e diabolico si sta diffondendo rapidamente attraverso le fatiscenti mura dell’edificio, un virus, simile a quello di 28 giorni dopo, uno ad uno sta infettando gli abitanti del palazzo, mutandoli in creature rabbiose, affamate di carne umana. Mentre il governo mette l’intera area in quarantena, sigillando lo sfortunato gruppo all’interno del palazzo, vittime e soccorritori cercano disperatamente di vincere la paura e sopravvivere all’attacco degli Zombies, tentando di abbandonare la casa.

Girato totalmente in soggettiva, con la telecamera a spalla, come l’atteso Diary of the Dead di George A. Romero, Rec costruisce la tensione scena dopo scena, in una sinfonia di orrore e morte che inchioda lo spettatore alla poltrona fino al drammatico finale; Balaguerò e Plaza mantengono intenzionalmente anonimo Pablo, il cameraman di Angela, identificandolo progressivamente come l’occhio del pubblico, andando così a stuzzicare il desiderio voieuristico che è in tutti noi: “abbiamo cercato gli elementi chiave per costruire un terrificante incubo in maniera più realistica possibile, volevamo che fosse una esperienza che coinvolgesse gli spettatori un gradino oltre quelli che sono gli Horror convenzionali e abbiamo deciso di raccontare questa storia come se fosse una inchiesta giornalistica, dove la paura prende vita davanti ai nostri occhi, in tempo reale e non c’è modo di fermarla o manipolarla”, ci spiega Plaza, “volevamo realizzare un film Horror senza necessariamente utilizzare i classici trucchi di questo genere, come il montaggio serrato o la musica, in Rec non c’è colonna sonora, a parte che nei titoli di coda, ed alla fine c’è una unica sequenza ininterrotta di 30 minuti che è stata difficilissima da realizzare. Ci siamo ispirati agli spettacoli televisivi ed ai reality come Cops”, spiega Balaguerò, “la videocamera ed il suo operatore diventano così un vero e proprio personaggio della vicenda, dotati di vita propria”.

Certamente il sistema con cui i due registi costruiscono la suspense non è niente di originale, ma è realizzato in modo eccezionale ed impeccabile, il pubblico non ha elementi per prevedere ciò che accadrà sullo schermo e quella che crede essere solo un’altra “Ghost story” muta ben presto in un terrorizzante “Zombie movie”: le persone infette sono efficacemente paurose, mentre emettono urla agghiaccianti ed attaccano le proprie vittime più velocemente di quanto si possa immaginare. Paco e Balaguerò spiazzano lo spettatore mettendo molti personaggi contemporaneamente nella stessa inquadratura, cosicché si senta più tranquillo, per poi disorientarlo con gli attacchi improvvisi degli infetti: “l’idea era di lasciare che l’azione fosse improvvisa, frenetica ed inaspettata, come se fosse reale, inarrestabile”, sottolinea l’autore di Fragile, “abbiamo deciso di mettere tutti gli elementi Horror sul set e dargli vita, creando una situazione di terrore estremo che abbiamo lasciato crescere poco alla volta”.

Manuela Velasco interpreta Angela con la giusta semplicità e determinazione per risultare credibile, qualità che le hanno fatto vincere il premio di migliore attrice al Festival, insieme ad una divertente menzione speciale della giuria del “Méliès d’Argento”: “per aver reso possibile la nostra fantasia di veder morire in diretta una irritante presentatrice televisiva!”. “Paco e Jaume per rendere più reale la storia volevano un volto noto al pubblico televisivo, ed io ho presentato per un paio di anni alcuni programmi musicali in Spagna”, ci dice l’attrice. "Abbiamo cercato interpreti poco conosciuti al pubblico, cosicchè all'occhio dello spettatore potessero sembrare persone vere, non attori. Manuela è l’unica artista riconoscibile, avendo lavorato molto in televisione, ma la cosa è coerente con la nostra storia, perchè la sua parte richiedeva che fosse un volto familiare del piccolo schermo", spiega Plaza.
"Nessuno di noi ha avuto il copione completo e solo ogni giorno, sul set, ci veniva detto cosa dovevamo fare... a me avevano detto che sarei stata l'unica a salvarmi dalla mortale infezione che tramuta tutti in famelici zombies, hanno addirittura girato una scena in cui uscivo dal palazzo teatro della storia, solo alla proiezione del film mi sono resa conto che avevo tutt'altro destino!", ricorda divertita Manuela, "Così per vendicarmi di questi due imbroglioni (Plaza e Balaguerò, NdA), quando siamo venuti a presentare il film a Venezia, ho cominciato a riprenderli con la mia videocamera, anche nei momenti più imbarazzanti: al ristorante, in albergo... ed ora li sto minacciando di metterli su You Tube".
"Il nostro obiettivo era di cercare di fare in modo che gli attori divenissero, tutt'uno sullo schermo con i personaggi che interpretavano. Tenendoli all'oscuro su quello che avremmo girato ogni giorno, le loro reazioni erano estremamente realistiche e grazie ad alcuni complici che avevamo nel cast siamo riusciti a creare dei momenti di puro terrore", si giustificano i due registi, "neanche il nostro operatore sapeva esattamente cosa doveva riprendere, ed è per questo che a volte i movimenti della sua cinepresa sono insicuri, instabili e spesso non centra l'azione durante gli attacchi degli Zombies"

Rec sovverte le convenzioni del genere quando Angela ed il suo cameraman, invece di andare incontro alle proprie più profonde paure negli oscuri seminterrati dell'edificio, si confrontano con nuovi orrori man mano che salgono verso il tetto, spostando così il Male dalle profondità del sottosuolo alle apparentemente più rassicuranti soffitte. Negli ultimi fotogrammi del film Plaza and Balaguerò accennano anche un timido tentativo di dare una spiegazione alla causa dell'infezione ed ai terribili eventi di cui siamo testimoni, inserendo elementi religiosi e di possessione demoniaca, rendendo così la vicenda ancora più "dark" e misteriosa, mettendo in scena uno dei più scioccanti finali del cinema del terrore, con la creatura che esce dal buio, nell'ultima scena del film che, pur nella sua scarna semplicità, si rivela come una delle più terrificanti dell'Horror contemporaneo.

"Credo che Rec sia il nostro miglior lavoro", dichiara convinto Plaza, "è una storia molto viscerale che piacerà sicuramente ai fans del genere. Rappresenta la paura allo stesso modo in cui ci viene mostrata dai media, oggi gli attentati e le violenze più terribili sono perpetrate in maniera che possano venire diffuse dalla televisione, gli attentati terroristici dell'undici settembre sono stati un momento chiave di questa assurda ideologia. Bin Laden contava sul fatto che in tutto il mondo avrebbero visto il suo attacco agli Stati Uniti, tutto ciò ha cambiato il nostro modo di concepire la realtà ed ha nutrito le nostre paranoie. Il cinema Horror riflette le paure nella nostra società, la nostra percezione della realtà passa molto più attraverso ciò che vediamo in TV, che sull'esperienza dei nostri sensi e l'occhio della telecamera è un meraviglioso strumento di paura".

A Sitges Rec si è aggiudicato anche i riconoscimenti di miglior film e regia, distribuito in Spagna lo scorso 23 novembre con 263 copie, ha incassato 2,2 milioni di dollari, raggiungendo il secondo posto nella classifica dei guadagni cinematografici del 2007, battuto di poco da un'altra pellicola Horror di cui attendiamo la distribuzione anche in Italia: "The Orphanage".

La "Screen Gems", nonostante il film non sia stato ancora distribuito negli Stati Uniti, ne ha già messo in cantiere il remake Americano sotto il titolo "Quarantined", affidandone la regia a John Erick Dowdle ed i ruoli principali a: Jay Hernandez, Jennifer Carpenter e Columbus Short: "sostanzialmente ne stanno facendo un remake in Inglese per il mercato Americano, ambientando la vicenda a Los Angeles anzichè a Barcellona. Ormai quella di rifare le pellicole Europee ed Orientali è una pratica molto comune ad Hollywood", commenta Balaguerò, "ma ci sentiamo onorati della cosa, perché vuol dire che gli è piaciuto il nostro film!"

Cosa abbastanza inconsueta per un Horror Europeo, Rec ha beneficiato in Italia di una diffusa campagna pubblicitaria, la “Filmax” sembra aver finalmente prodotto il suo blockbuster, una pellicola che più di altre è da gustarsi nella buia sala di un cinema, per dare libero sfogo al nostro masochistico piacere di venire terrorizzati. Sicuramente uno dei migliori lavori realizzati oltre i Pirenei, con una solida storia, personaggi ben sviluppati, colpi di scena originali ed un finale che vi scioccherà abbastanza da rimanere nella vostra memoria anche quando sarete usciti dalla sala cinematografica, un esempio che anche con un budget limitato si possono confezionare nel vecchio continente dei piccoli capolavori.
Roberto E. D’Onofrio
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