Toni Servillo
Definito spesso il "De Niro italiano", Toni Servillo ha appena compiuto, il 9 agosto scorso, 49 anni. E' certamente uno dei "pezzi da novanta" del nostro cinema e prima ancora del nostro teatro.
Recentemente sul "Sole 24 Ore" addirittura azzardano un'altra definizione di Servillo, quella di "eroe dei due mondi", ora che Il divo, e Gomorra sono stati chiamati a rappresentare l'Italia oltreoceano all'imminente Festival del Cinema di Toronto. E si sa che Toronto è la vetrina mondiale dove si iniziano gli "spareggi" per la notte degli Oscar.
Raffinato interprete teatrale, prestato al cinema, Servillo è nato ad Afragola in Campania. Attualmente vive a Caserta, dove del resto è cresciuto. Pochi sanno che è il fratello di Peppe, leader degli Avion Travel, la cui storia romanzata è raccontata da Fabrizio Bentivoglio nel suo esordio alla regia Lascia perdere, Johnny!, pellicola in cui i due fratelli si ritrovano assieme.
Dopo anni di gavetta e un sodalizio artistico al teatro e al cinema con Mario Martone, con cui inizia l'esperienza di Teatri uniti, Servillo si può a buon diritto ascrivere alla schiera di personaggi che hanno contribuito ad una sorta di rinascimento del teatro e del cinema italiani.
E' lo stesso Martone a lanciarlo al cinema, offrendogli una parte nel suo esordio cinematografico Morte di un matematico napoletano, film premiato a Venezia nel 1992 con il Premio speciale della giuria. E sempre con Martone gira Rasoi nel 1993 e Teatro di guerra nel 1998.
Eppure il nome di Servillo è legato a quello di un altro regista, Paolo Sorrentino. Anche con Sorrentino, Servillo avvia un sodalizio tutt'ora in essere. Ne L'uomo in più (2001) interpreta Tony, affermato cantante costretto a rifarsi una vita, dopo aver scontato una condanna per stupro.
Due anni dopo in Le conseguenze dell'amore (2003) l'attore interpreta Titta di Girolamo, un uomo che vive in un albergo svizzero, solo, per sfuggire ai fantasmi del suo passato. Questo film lo porterà alla fama internazionale, suggellata poi da un David di Donatello e da un Nastro D'Argento.
Allo scorso festival di Cannes Servillo di fatto è il vero mattatore del nostro cinema. E si presenta sulla Croisette, come interprete di ben due pellicole italiane in concorso. Ne Il Divo sempre di Sorrentino interpreta Giulio Andreotti, ma è anche nel cast di Gomorra (2008) di Matteo Garrone, tratto dall'omonimo best seller di Roberto Saviano.
I successi sul grande schermo non gli hanno tuttavia fatto archiviare il teatro. De Filippo, Viviani, Pirandello e i grandi autori francesi: non passa stagione che Servillo non giri i teatri italiani nella doppia veste di regista e interprete (ma è anche stato autore teatrale).
Nell'ultima stagione infatti l'abbiamo visto alle prese con l'adattamento e la regia di Trilogia della villeggiatura di Carlo Goldoni.
Sabina Prestipino
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