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I LICANTROPI - 2° parte

Box: “Un Lupo Mannaro Polacco in Spagna!”
Nel 1967 Jacinto Molina scrive il soggetto per un film horror dal titolo “La marca del Hombre Lobo/Le notti di Satana” che, sotto la direzione di Enrique Lopez Equiluz, viene distribuito l’anno successivo. Lon Chaney Jr. avrebbe dovuto esserne il protagonista, ma le sue precarie condizioni di salute lo costrinsero a malincuore a declinare l’offerta, i co-produttori Tedeschi suggerirono così allo stesso Molina di prendere il suo posto, inizialmente riluttante l’attore accettò in seguito quello che sarebbe diventato il suo personaggio più famoso. E’ curioso ricordare come nella prima stesura del soggetto l’Uomo Lupo fosse Spagnolo, scatenando così le ire della censura che riteneva inconcepibile l’esistenza di un licantropo in Spagna, Molina riscrisse così la storia cambiando la nazionalità del suo anti-eroe.
Werewolf atipico rispetto a quelli visti finora, il mostro cui da vita Paul Naschy è un aristocratico con alcuni elementi in comune con il vampiro: spesso risorge dalla tomba, ha una sorta di pentacolo sul petto e può essere ucciso con una croce d’argento. Naschy porterà sullo schermo Waldemar Daninsky fino al 2003 nella produzione USA, diretta da Fred Olen Ray: “Tomb of the Werewolf”, scontrandosi con vampiri, mummie, il Dottor Jekyll, scienziati folli e perfino lo Yeti, trasferendosi addirittura in Giappone nella co-produzione con il sol levante: “La bestia y la espada Magica” (1983) e portando nell’allora puritana e religiosa Spagna un personaggio rivoluzionario ed anticonformista che, metaforicamente, si oppone ad ogni tipo di oppressione ed oscurantismo che minaccia la libertà di pensiero. Ma l’attore, regista e sceneggiatore non pare ancora intenzionato a scrivere la parola fine per la sua creatura, sta infatti scrivendo la sceneggiatura di “Waldemar”, sarà l’ultima avventura?

Box: “Facciamo le pulci al Lupo: curiosità nella filmografia zooantropica”.
Il Bacio della Pantera” costato 134.000 dollari, ne incassò al botteghino più di quattro milioni, salvando così la RKO che lo aveva prodotto dalla bancarotta.

The Werewolf of Paris”, il romanzo da cui è tratto ”L’Implacabile Condanna” era naturalmente ambientato in Francia, ma la Hammer spostò la storia nella Spagna del 18° secolo perché, come rivelò lo sceneggiatore Anthony Hinds: “...lo Studio aveva messo in produzione un film sull’Inquisizione Spagnola dal titolo di “The Rape of Sabena”, erano già stati costruiti i Set e le scenografie, quando ci dissero che la Chiesa Cattolica avrebbe messo al bando la pellicola, così il progetto fu abbandonato ed io mi ritrovai con questo villaggio Spagnolo pronto per le riprese… spostai così la storia al di là dei Pirenei e dovetti cambiare tutti i nomi dei personaggi”.

Nel Thriller della “Amicus” “The Beast must die”, la storia viene interrotta, poco prima della fine, per 30 secondi da un narratore che invita lo spettatore ad indovinare chi è il Werewolf.

La notte dei Demoni” (1971) presenta per la prima ed unica volta una gang di motociclisti licantropi in sella alle proprie Harley!

Joe Dante, cinefilo incallito, costella il suo “L’Ululato” di un numero impressionante di citazioni e “cammei”, i personaggi si chiamano: George Waggner, Terry Fisher, Fred Francis, Jack Molina ed Erle Kenton; in una libreria specializzata nell’occulto Forrest J. Ackerman si aggira tra gli scaffali con una copia di “Famous Monster”; Roger Corman attende di telefonare vicino ad una cabina ed il critico cinematografico Bill Warren commenta nel finale il programma che vede in TV.

L’Ululato” ebbe ben 7 pseudo sequels, realizzati direttamente per il mercato video. La qualità è, salvo un paio di eccezioni, scadente e l’unico elemento in comune è la presenza dei Werewolves.

Oltre a numerosi TV-Movies, l’uomo lupo è stato protagonista di due serie televisive, purtroppo inedite in Italia: “She-Wolf of London” (1990-1991), co-produzione UK - USA che segue le disavventure della studentessa Randi Wallace (Kate Hodge) alla ricerca di una cura alla licantropia con l’aiuto del professor Ian Matheson (Neil Dickson) e “Werewolf” (1987-1988), analoga vicissitudine al maschile con il giovane Eric Cord (John J. York) all’inseguimento del responsabile della sua metamorfosi: il diabolico Janos Skorzeny (Chuck Connors). Impressionante il make-up di Greg Cannom e Rick Baker. Curioso notare che il creatore del telefilm è Frank Lupo, un destino già scritto nel nome…

“Il Lupo dentro di noi!”
“Homo homini lupus” filosofeggiava Hobbes, facendone il suo motto da un proverbio di Plauto, ma chi è l’Uomo Lupo e perché ci terrorizza tanto? Le sue origini popolari e zingaresche lo accomunano all’essenza stessa del Diavolo, la creatura più terrificante che popola l’oscurità dei nostri incubi. Mentre Zombies, Vampiri ed altri mostri sono facilmente identificabili come il prodotto della fantasia di scrittori e registi, il licantropo ha radici molto più reali: la “licantropia” o “male di luna”, spesso associata all’epilessia, è una malattia che porta ad ululare alla luna ed a comportarsi come un lupo. Nel Medioevo la leggenda del lupo mannaro raggiunse il suo massimo sviluppo e nel periodo compreso tra il 1520 ed il 1630 ben 30.000 casi di Licantropia vennero riscontrati nella sola Francia centrale. Sia “I delitti della Luna Piena” (2004), che “Il Patto dei Lupi” (2001) si ispirano a storie vere arricchite da leggende del folklore popolare. Ma ciò che più spaventa è la metamorfosi, la possibilità per chiunque di noi di mutarsi in creatura animalesca, senza possibilità di opporsi a questa oscura maledizione; l’emergere del lato malvagio, trasgressivo e bestiale che alberga in ognuno di noi, la libera espressione delle pulsioni erotiche e del subconscio, la cancellazione dalla memoria delle azioni compiute durante lo stato lupino, rappresentano il nemico più insidioso dell’uomo: quello che alberga dentro ognuno di noi. L’Uomo Lupo, vero Mr. Hyde dell’animo umano, incarna la paura di esprimere il proprio “io”, la sessualità repressa ed il timore del sesso opposto. Favole come “Cappuccetto Rosso” ed “I tre Porcellini” mettono in guardia, fin da bambini, dalla natura infida del Lupo, che nasconde spesso la propria vera natura, come sottolinea Angela Lansbury nel film di Neil Jordan: “In compagnia dei Lupi”: “…i lupi peggiori sono quelli che hanno il pelo dentro”, il cui morso “trascina direttamente all’Inferno”!

Roberto E. D’Onofrio
Le notti di Satana
Tomb of the Werewolf
La bestia y la espada Magica
Il Bacio della Pantera
L'implacabile Condanna
The Beast must die
La notte dei demoni
L'ululato
She-Wolf of London
Werewolf
I delitti della Luna piena
Il Patto dei Lupi
In compagnia dei Lupi
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