Intervista a Stefano Di Marino
Il cinema di arti marziali è un genere molto noto ma poco praticato in Italia: tutti conoscono il nome di Bruce Lee, ma pochi hanno effettivamente idea di ciò che il genere sa regalare, di quali siano gli eroi di questi film e il loro significato più profondo.
Stefano Di Martino, che ha collaborato col nostro sito per le classifiche dei migliori attori del genere, ha pubblicato nel 2007 il volume ‘Dragons Forever. Il cinema di azione e arti marziali’ (Alacran, 342 pp., 17,80 €): lo abbiamo intervistato per saperne di più.
Iniziamo da Bruce Lee: perché è il più grande, il più noto? Era effettivamente il migliore? Potrà mai essere superato?
Bruce Lee è stato un simbolo, un'icona. Il cinema marziale con lui ha saputo superare le barriere dell'Asia ed entrare nell'immaginario collettivo. Come scrivevo in Dragons c'è un aspetto di Bruce ‘maestro’ che non ha nulla a che fare con il cinema e riguarda il concetto di interdisciplinarietà che è alla base della pratica moderna. Come attore e tecnico aveva doti di ottima qualità per gli anni ’70: il suo valore sta proprio nell'essere identificato da tutti come il cinema marziale.
In Italia c'è pochissima tradizione nel genere: come mai? Quali film e personaggi ci sono?
Il cinema marziale si è sviluppato soprattutto in Asia, e negli Stati Uniti nelle aree in cui le discipline sportive erano più diffuse, cioè in California. Qui gli scambi tra istruttori cinesi e coreani e atleti americani sono stati facilitati dalla vicinanza di Hollywood. Da noi andava il cinema alla Terence Hill e Bud Spencer.
Nei film USA si mantiene la 'purezza' delle arti marziali o si perde? Chi è riuscito a renderla meglio?
Il cinema marziale USA è una cosa a sé: la radice culturale che poi è il cinema di cappa e spada, il wuxiapian e il chambar giapponese, sono estranei alla cultura americana basata su storie contemporanee proprio come il gonfupian di Lee. Le figure più note direi rimangono Jean-Claude Van Damme, Steven Seagal e Chuck Norris.
Tanti dei film segnalati nel libro sono poco noti nel nostro Paese: cosa si può fare per recuperare i titoli fondamentali? Quali sono i 5 film fondamentali?
Ormai i film di arti marziali più famosi sono reperibilissimi anche in Italia: la AVO ha riproposto quasi tutti i classici degli Shaw bros. pubblicati in Francia dalla Celestial e quelli della HKLegends inglese. I film di Bruce Lee si trovano tutti con facilità.
I cinque titoli imperdibili sono Dalla Cina con Furore, I Tre dell'Operazione Drago, La Tigre e il Dragone, Operazione Pirati e Ong Bak, ma in un campionario così vasto è veramente dura scegliere cinque titoli.
Cina, Giappone, Hong Kong e altri paesi orientali: ci sono differenze tra le varie scuole? Si possono riconoscere solo guardando i film?
Ogni paese ha la sua tradizione marziale divisa in moltissime scuole. però al cinema si gira una sorta di arte marziale unica che mescola kung fu e kickboxing con alcune proiezioni dell'aikido. La maggior parte degli attori non sono veri esperti ma seguono i corsi degli Studios che insegnano un mix delle tecniche più spettacolari. Più importanti sono forse i coreografi come Yuen Woo Ping, che ha creato tutte le coreografie dai film di Jackie Chan a La Tigre e il Dragone, da The Matrix fino agli ultimi lavori di Jet Li, creando un mix unico, molto aiutato però dall'uso dei cavi e recentemente dalla CGI.
Kill Bill per il grande pubblico rappresenta l'esempio migliore di donne 'brave' nelle arti marziali: quali sono i nomi femminili da segnalare?
Senza dubbio Cynthia Rothrock tra le occidentali, anche perché era una vera esperta. Tra le orientali Yukari Oshima, che veniva dalla scuola di Chiba in Giappone ma ha lavorato soprattutto a Hong Kong, Michelle Yeoh, che comunque era una ballerina di base, e Cinthya Khan, protagonista della serie In the Line of Duty.
Il libro è uscito nel 2007: quali novità (e titoli di film!) sono da segnalare in questi anni?
Fondamentalmente film thailandesi, che hanno subito una evoluzione esponenziale da Ong Bak (di cui sta per uscire sul mercato europeo il numero 2, che è forse uno dei migliori film marziali) a Bang Rajan e tutta la serie sul passato mitico della Thailandia. Poi ci sono film come Boxer e Coq de Combat (titolo francese), basati sulla thai boxe e frutto di co-produzioni con Hong Kong, che meritano di essere guardati. Di fatto il film di arti marziali puro non esiste più, si incasella nel cinema d'avventura anche in Oriente: diciamo che le sequenze d'azione di moltissimi film coreani e giapponesi hanno scene marziali ma il tema può essere il poliziesco o l'avventura pura. La classica storia di lotta tra bande rivali o scuole avversarie rimane un po' nei grandi wuxiapian in costume, come Kingdom of Wars di Chin Siu Tung e Warlords con Jet Li che vedremo l'anno prossimo.
Carlo Griseri
|