INTERVISTA AD ANDREA LATTANZIO
AUTORE DEL LIBRO “L'ARTE DEL DOPPIAGGIO”
Sono passati 5 anni dall'uscita di Il chi è del doppiaggio. Cosa ti ha spinto a realizzare questa nuova edizione? Cosa hai aggiunto?
Ho voluto realizzare questo nuovo lavoro per portare alla conoscenza di un'altra figura che riguarda l'oscuro mondo del doppiaggio, il direttore di doppiaggio. Non solo doppiatori, illustri sconosciuti, ma anche altre persone importantissime per la riuscita di un film. Il libro è composto da una breve introduzione, un importante articolo del giornalista
Diego Calcagno del 1940 dedicato ai doppiatori e direttori di doppiaggio di quel periodo, 60 doppiatori del passato e del presente non inseriti nel precedente, 40 direttori di doppiaggio di ieri e di oggi, 42 interviste rilasciate da loro stessi ricavate da quotidiani, riviste, siti internet, 3 delle quali realizzate dal sottoscritto,
Elisabetta Bucciarelli,
Massimo Rinaldi e
Francesco Vairano. Inoltre un ultimo tributo anche al lavoro di 7 grandi doppiatori scomparsi,
Claudio Capone,
Sergio Di Stefano,
Oreste Lionello,
Glauco Onorato,
Giorgio Piazza,
Giuseppe Rinaldi ed
Oreste Rizzini, nomi che hanno reso l'arte del doppiaggio famosa ed apprezzata in tutto il mondo.
Rispetto al libro precedente ne L'arte del doppiaggio hai dato più spazio ai Direttori del doppiaggio. Ci puoi spiegare in cosa consiste questa figura?
Il direttore di doppiaggio è prima di tutto un attore e doppiatore ed è come un regista teatrale. Solitamente con l'ausilio di un assistente vede il film in edizione originale e procede quindi alla distribuzione dei ruoli agli attori doppiatori. Non si tratta però solo di scegliere le voci giuste, ma anche attori la cui recitazione possa adeguarsi ai ritmi dei personaggi da doppiare. Importante è anche l'assegnazione delle parti secondarie, in modo che le singole voci armonizzino bene insieme. Dopo aver illustrato agli attori il complesso del film e fornito tutte le indicazioni necessarie, tecniche e psicologiche, si passa in sala doppiaggio. Il doppiatore, guidato dal direttore, comincia a recitare e la registrazione ha inizio. L'incisione viene ripetuta fino a quando il direttore non ritiene che sia buona o comunque soddisfacente e in casi di indecisione può risentire e confrontare le registrazioni già effettuate.
Una diatriba che spesso c'è è relativa all'aderenza con la voce originale. Secondo alcuni (più che altro oggi) il doppiatore deve cercare quanto più possibile di avere una voce simile all'originale, secondo altri è più importante l'interpretazione che l'aderenza vocale. Tu cosa ne pensi?
Secondo il mio parere l'importante per un doppiatore è la capacità di adattarsi all'attore straniero e seguire la sua personalità. Questa è la vera difficoltà. La voce deve essere guidata e impostata con moltissimi sacrifici. Non è necessario che la voce sia uguale, ma deve sapere provocare emozioni negli spettatori.
Il doppiaggio è nato in un contesto culturale e storico ben preciso. Oggi le nuove tecnologie e una maggior conoscenza delle lingue straniere permettono più facilmente la fruizione dei film in lingua originale. Secondo te quali sono i pro e i contro del doppiaggio rispetto al vedere il film sottotitolato?
Questa domanda affronta una delle questioni più annose: "È meglio un film in lingua originale sottotitolato, oppure doppiato?". Come su tutte le cose, anche qui esistono i pro e i contro. Il sottotitolo taglia l'inquadratura, fa perdere sempre qualcosa della scena e non riporta tutte le parole. Il doppiaggio non fa sentire la voce dell'attore straniero e si ritiene che danneggi l'integrità artistica di un film. Si è sempre detto che il doppiaggio è un male necessario, ma nonostante ciò non bisogna dimenticare che i doppiatori devono meritarsi certamente rispetto per la loro bravura e professionalità.
L'introduzione al libro si conclude con una citazione del 1940 in cui già ci si poneva il problema di come il doppiaggio, per quanto eccellente, ha iniziato a calare di qualità a causa di tempi di lavorazione sempre più stretti. Sono passati 70 anni e i tempi di lavorazione non sono neanche paragonabili a quelli del 1940. Secondo te in questi anni si è assistito ad un declino o l'arte del doppiaggio italiana è sempre restata ad altri livelli?
Ritengo che i doppiatori di oggi siano all'altezza di quelli del passato, però c'è da dire che molte cose sono cambiate. A quei tempi era tutto più artigianale e molto ben curato, oggi invece il doppiaggio è un'industria. Sono aumentate le ore da doppiare, causa la superproduzione del mercato televisivo a partire dalla fine degli anni '70. Non ci si può fermare, per una questione di costi e di conseguenza la qualità di recitazione, adeguatasi ai nostri tempi, è purtroppo diminuita. Ad ogni modo i risultati che si ottengono sono riconosciuti con grande competenza e capacità.
Penso che il doppiaggio non sia declinato. Sarà sempre considerato un'arte nascosta, talvolta ignorata e bistrattata, ma che ha dato molto al cinema e a noi spettatori regalandoci emozioni.
Marco Frassinelli
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Per concludere ti ringrazio Marco per l'intervista e di aver preso parte al mio libro con l'intervista al doppiatore e direttore di doppiaggio
Angelo Maggi.